Il fenomeno del bullismo

(da harmoniamentis.it ) Il bullismo è un fenomeno dilagante nella società moderna, soprattutto nelle persone più giovani. Notizie e fatti di cronaca inerenti adolescenti o giovani adulti vittime di tali atteggiamenti si susseguono, infatti, quasi quotidianamente. Il bullismo consiste in un comportamento aggressivo e violento (sia fisicamente che psicologicamente) assunto in maniera intenzionale nei confronti dei propri coetanei, soprattutto in ambienti scolastici. Gli atti di bullismo possono essere sia diretti, con aggressioni verbali o fisiche, che indiretti, con atteggiamenti di esclusione sociale.   Recentemente, il bullismo si sta diffondendo attraverso gli smartphone, i social network e Internet, definendo il fenomeno del cyberbullismo, cioè un tipo di atteggiamento violento che viene perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti elettronici.

Secondo una recente indagine ISTAT, in Italia più del 50% degli adolescenti di età compresa tra 11 e 17 anni hanno subìto un episodio di bullismo e il 20% riferisce di essere una vittima frequente, con azioni subìte più volte al mese. Nella maggior parte dei casi, si tratta di bullismo diretto – con una relazione vis a vis tra la vittima e il bullo – soprattutto nei soggetti di sesso maschile. Quando si considerano gli atti di cyberbullismo, circa il 6% dei giovani soprattutto di sesso femminile afferma di aver subìto azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Le prepotenze più comuni includono offese con soprannomi, parolacce, insulti, derisione per l’aspetto fisico, esclusione per le proprie idee/opinioni, aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni.  Un bambino su tre riporta episodi di bullismo nel corso della propria vita, e nel 15% dei casi questi episodi sono durati più di 6 mesi. Nel caso del cyberbullismo, le vittime molto spesso sono oggetto anche di bullismo tradizionale. Essere vittima di bullismo rappresenta la forma più frequente di abuso in età infantile, molto più frequente degli abusi ricevuti dagli adulti o dai propri familiari.

Il bullismo ha un impatto negativo sulla salute mentale, rappresentando la causa più frequente di assenteismo scolastico nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni. Infatti, la maggior parte dei bambini e dei giovani adolescenti soffre in silenzio, evitando di parlarne con i genitori o con gli insegnanti per vergogna o paura e ancora più difficilmente si rivolgono agli operatori sanitari per parlare dei problemi relazionali con i loro coetanei.  Il fenomeno del bullismo deve essere preso seriamente in considerazione da tutti gli operatori sanitari e in particolare dai professionisti della salute mentale, considerando che subìre atti di bullismo rappresenta un evento traumatico che può avere un impatto significativo sul benessere individuale nella vita adulta. Numerose evidenze dimostrano che il bullismo ha un effetto negativo a lungo termine che consiste in scarsa autostima, assunzione di comportamenti auto-lesivi, mancata realizzazione personale. In particolare, lo studio epidemiologico longitudinale “Great Smoky Mountains“, condotto negli USA, ha documentato che le giovani vittime di bullismo riportano nella prima età adulta tassi maggiori di agorafobia, depressione, ansia e suicidalità, insieme a difficoltà nella vita di relazione e difficoltà economiche.

I fattori attraverso i quali essere vittima di episodi di bullismo in età infantile determini un esito a lungo termine sfavorevole non sono stati ancora del tutto chiariti. Meccanismi neurobiologici di alterata risposta al fenomeno stressante, fenomeni epigenetici e alterazioni dei livelli di cortisolo sono stati ipotizzati tra le possibili cause, sebbene non sia stato ancora formulato un modello conclusivo.

Pertanto, la sfida che si propone agli operatori sanitari è di evitare che gli adolescenti vengano esposti a tali eventi traumatici, e di prevenire la comparsa di disturbi mentali in età adulta. Sarà necessario promuovere interventi preventivi volti ad identificare precocemente gli episodi di bullismo, in modo da ridurre gli effetti negativi a lungo termine sul soggetto che ne è vittima. In Italia, l’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e Doping ha l’obiettivo di combattere il fenomeno del bullismo attraverso la promozione di campagne di comunicazione, sensibilizzazione e prevenzione soprattutto nelle scuole, al fine di portare a conoscenza dei giovani, degli insegnanti e delle loro famiglie la gravità e la diffusione del fenomeno.

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