Consulta regionale professioni sanitarie e sociosanitarie – CRPSS: Comunicazione – Aggiornamento Sito – Disponibilità modulo 8bis aggiornato su Accesso Unita

Gent.me e gent.mi, siamo felici di comunicare che il modulo 8bis aggiornato alle ultime disposizioni del 30/09/2024 è disponibile sulla piattaforma Accesso Unitario\Suap-ER, e dovrà essere utilizzato per tutte le Comunicazioni che si intendono presentare entro il 31/12/2024. Parimenti è stata aggiornata la pagina Autorizzazione dell'attività sanitaria — Salute (regione.emilia-romagna.it) in cui è possibile reperire il testo della nota interpretativa PG 30/09/2024.1090990.U a firma del dott. Mattia Altini, Coordinatore regionale per l’autorizzazione e l’accreditamento, e la nota proroga termini PG.30/09/2024.1095375.U a firma del Direttore generale Ing. Luca Baldino. Si coglie l’occasione per ribadire che tutte le Comunicazione di Svolgimento di Attività Sanitaria devono essere compilate/inviate esclusivamente tramite la piattaforma Accesso Unitario\Suap-ER. Accesso Unitario | Area Personale (lepida.it) Si informa che il modulo 8 bis aggiornato, presente sulla piattaforma accesso unico, dovrà essere utilizzato per tutte le Comunicazioni relative alle tre casistiche individuate per l’anno 2024:
  • degli studi esistenti al 20/12/2023 a norma della DGR 1919/2023 (che possono fruire delle deroghe ai requisiti strutturali e delle proroghe temporali).
  • degli studi equiparati agli esistenti anche se avviati dopo il 20/12/2023 ed entro il 31/12/2024 (laddove siano in grado di esibire un documento utile a dimostrare di avere avviato le pratiche per l’apertura dello studio prima del 20/12/2023: rogito di acquisto, compromesso, contratto di affitto, concessione edilizia, etc.) che possono fruire delle deroghe ai requisiti strutturali al pari degli esistenti a seguito della nota interpretativa PG. 30/09/2024.109.0990.U e delle proroghe temporali sempre al pari degli esistenti a seguito della nota proroga termini del 30/09/2024.109.5375.U,
  • degli studi nuovi (che NON hanno titolo per essere equiparati agli esistenti) avviati dopo il 20/12/2023 o in corso di avvio entro il 31/12/2024 che fruiscono solo della proroga termini: al 31/12/2024, per presentare la Comunicazione a prescindere da quando hanno avviato lo studio; al 31/12/2025 per eseguire i lavori strutturali non derogabili, non presenti al momento dell’avvio, ma richiesti dalla DGR.1919/2023. e/o nota interpretativa PG. 30/09/2024.109.0990.U (es. dimensioni studio richiesti 12mq, non derogabile !)
Si informa, inoltre, che a partire dall’01/01/2025 il modulo 8bis non sarà più accessibile, e che sarà disponibile solo il modulo 8 per gli studi nuovi avviati a decorrere dal 1/1/2025, i quali dovranno presentare la Comunicazione di Svolgimento di Attività Sanitaria precedentemente all’avvio dello studio e possedere, altresì, al momento della Comunicazione tutti i requisiti strutturali richiesti per gli studi e per il profilo professionale dell’attività sanitaria concretamente resa. N.B. Le Comunicazioni già regolarmente presentate dai professionisti sanitari sono da intendersi a tutti gli effetti valide e non vanno ripresentate. Si invia per facilitare la visione delle modifiche apportate, il modulo 8bis aggiornato che va compilato solo nella versione online sulla piattaforma Accesso Unitario\Suap-ER. Accesso Unitario | Area Personale (lepida.it) Ringraziandovi sentitamente, anche a nome dei colleghi della Direzione e del Coordinatore regionale per l’autorizzazione e l’accreditamento, dott. Mattia Altini, per il proficuo e fondamentale lavoro fatto insieme in seno alla Consulta, rimaniamo a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti e si coglie l’occasione per salutare cordialmente. Marilena Fabbri ModuloBianco_8bis aggiornato al 30_09_2024 _______________________________________________ Marilena FABBRI Responsabile Rapporti con la cittadinanza e associazioni di utenti Area Diritti del malato e rapporti con l’associazionismo Direzione Generale Cura della persona, Salute e Welfare Regione Emilia-Romagna Viale Aldo Moro, 21 – 40127 Bologna

L’orario di assunzione degli antipertensivi non conta

(da Univadis)    Due nuovi studi hanno confermato che l'ora del giorno non è importante quando si tratta di assumere farmaci antipertensivi.  Entrambi gli studi BedMed e BedMed-Frail, presentati al Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC), non hanno mostrato alcuna differenza in termini di mortalità o eventi cardiovascolari tra i pazienti che assumono i farmaci antipertensivi di notte e quelli che li assumono al mattino.  Il momento in cui assumere i farmaci per abbassare la pressione sanguigna è diventato un problema quando i ricercatori spagnoli hanno riportato i risultati dello studio MAPEC del 2010 e dello studio Hygia Chronotherapy del 2019, che hanno mostrato una forte riduzione degli eventi cardiovascolari quando i farmaci antipertensivi venivano assunti al momento di coricarsi rispetto al mattino.  Per verificare se questi risultati potessero essere confermati, altri gruppi hanno condotto studi simili.  I risultati del primo di questi, lo studio TIME del 2022, non hanno mostrato alcuna differenza negli esiti tra il dosaggio antipertensivo mattutino e quello notturno.  Ora i due studi BedMed mostrano lo stesso risultato, il che dovrebbe risolvere la questione, ha dichiarato Scott Garrison, dell'Università di Alberta a Edmonton, Canada, che è stato il ricercatore principale di entrambi gli studi. "Siamo il secondo dei due gruppi di ricercatori indipendenti a confutare i risultati del gruppo spagnolo. Penso che ora possiamo affermare con sicurezza che i benefici e i rischi dei farmaci antipertensivi non variano in base all'ora in cui vengono utilizzati", ha dichiarato.  La questione di quando assumere i farmaci antipertensivi è nata dall'osservazione che una pressione sanguigna elevata durante la notte comporta un rischio maggiore di infarto e ictus rispetto a una pressione sanguigna elevata durante il giorno, ha spiegato Garrison. Ciò ha portato a suggerire che l'assunzione di un antipertensivo al momento di coricarsi potrebbe fare un lavoro migliore per abbassare la pressione sanguigna notturna, il che potrebbe tradursi in una riduzione degli eventi cardiovascolari. Lo studio BedMed      Nello studio BedMed, 3357 pazienti ipertesi in Canada sono stati assegnati in modo casuale al dosaggio mattutino o notturno dei loro farmaci antipertensivi. La maggior parte dei pazienti assumeva uno (54%) o due (33%) farmaci antipertensivi una volta al giorno. Lo studio BedMed-Frail aveva un disegno simile, ma coinvolgeva 776 pazienti di 17 case di riposo di Alberta. In entrambi gli studi sono stati esclusi i pazienti con una storia di glaucoma.  Entrambi gli studi non hanno evidenziato alcun danno, ma nemmeno alcun beneficio, dall'assunzione di antipertensivi al momento di coricarsi piuttosto che al mattino. L'esito primario di entrambi gli studi era la morte o l'ospedalizzazione per sindrome coronarica acuta, ictus o insufficienza cardiaca. Nello studio BedMed, durante un periodo di follow-up fino a 6 anni, un numero maggiore di pazienti che assumevano i farmaci al momento di coricarsi rispetto al mattino ha sperimentato un evento di esito primario (9,7% vs 10,3%; hazard ratio [HR], 0,96; 95% CI, 0,77-1,19).  Nello studio BedMed-Frail, che ha avuto un periodo di follow-up fino a 42 mesi, i tassi di eventi di esito primario sono stati del 40,6% nel gruppo con dosaggio al momento di coricarsi e del 41,9% nel gruppo con dosaggio al mattino (HR, 0,88; 95% CI, 0,71-1,11).  Non è stata riscontrata alcuna differenza tra il dosaggio al mattino e quello al letto in termini di eventi di sicurezza, tra cui ipotensione posturale, cadute ed effetti avversi legati alla vista e alla cognizione. "Nell'insieme, gli studi BedMed, insieme al TIME, risolvono l'incertezza sull'opportunità di promuovere attivamente la prescrizione di antipertensivi al momento di coricarsi, e dimostrano che non dovrebbe farlo", ha dichiarato Garrison.  Le persone dovrebbero assumere i loro antipertensivi all'ora a loro più congeniale", ha aggiunto.  Alcuni farmaci hanno effetti collaterali legati alla tempistica. "Per esempio, è più probabile che i bloccanti del calcio causino gonfiore alle caviglie se usati al mattino, mentre è più probabile che i diuretici facciano svegliare i pazienti durante la notte per urinare se assunti al momento di andare a letto".  Inoltre, alcune persone potrebbero voler assumere i farmaci per la pressione sanguigna a un'ora particolare, in modo da poterli prendere tutti insieme.  "I nostri risultati suggeriscono che i tempi di assunzione dei farmaci per la pressione arteriosa possono essere regolati nel modo che le persone preferiscono e che i farmaci dovrebbero essere presi quando è più conveniente e meno probabile che vengano dimenticati", ha detto Garrison. Argomento estremamente controverso        L'orario di somministrazione dei farmaci antipertensivi è stato un argomento estremamente controverso negli ultimi anni, ha dichiarato Isla Mackenzie, dell'Università di Dundee, Regno Unito, che è stata discussant degli studi BedMed alla sessione ESC Hotline. Gli studi MAPEC e Hygia hanno mostrato "quello che molti considerano un beneficio non plausibile" sugli esiti cardiovascolari con il dosaggio notturno degli antipertensivi. Tuttavia, i metodi di questi studi sono stati messi in discussione. Nello studio TIME, non è stata riscontrata alcuna differenza tra la somministrazione di antipertensivi al mattino e a letto in termini di endpoint primario composito di morte cardiovascolare, infarto del miocardio e ictus; l'HR di 0,95 era molto simile a quello riportato negli studi BedMed.  "Entrambi gli studi BedMed sono stati ben progettati e ben condotti e avevano endpoint di sicurezza molto rilevanti. È positivo che lo studio BedMed-Frail sia stato condotto su pazienti provenienti da case di riposo, una popolazione poco servita", ha detto Mackenzie.  Con tre studi che mostrano risultati simili, "consiglio ai miei pazienti di assumere i loro farmaci antipertensivi a un'ora regolare della giornata, quando si ricorderanno meglio di prendere le compresse", ha detto Mackenzie.

Stipendi medici, Anaao: in Europa quartultimi. Il punto sulle retribuzioni

(da Doctor33)  I medici italiani, sul piano della retribuzione, sono "messi maluccio. Valutando uno stipendio in base al costo della vita siamo quartultimi in Europa", a fronte di un lavoro usurante. "Gli stipendi vanno aumentati in maniera coraggiosa, anche perché aumentare lo stipendio non vuol dire rendere ricco il medico, ma riconoscere al professionista una dignità non solo professionale, ma anche sociale". Così il segretario nazionale di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, a margine delll'Assemblea generale dei medici europei dipendenti (Fems) - federazione di cui fa parte il sindacato - a Roma. "Un appuntamento di grande rilevanza, con 13 nazioni europee e 18 federazioni e sigle sindacali riunite in una 2 giorni in cui sono stati messi a confronto i vari problemi che affliggono non solo il nostro Paese in ambito sanitario, ma tutta l'Europa", ha spiegato Di Silverio. La questione, per i professionisti italiani, non è legata solo alla remunerazione, ma anche alla lenta progressione delle carriere e al costo della vita. "In Europa - continua Di Silverio - entri in ospedale almeno con 1.200 euro in più in busta paga. In seguito, poi, per 10-15 anni l'aumento è del 10% annuo. C'è una carriera molto più veloce: per raggiungere il massimo dello stipendio ci metti 5-6 anni". In Italia, invece, "lo stipendio del giovane medico all'anno è di 50.000 euro lordi, ovvero 2.500-2.600 al mese. E per far carriera ce ne metti 20, quindi chi guadagna ai livelli di un collega europeo è una persona che andrà in pensione da qui a 4-5 anni, ma gli altri guadagnano quasi la metà". In generale, però, in Europa "abbiamo notato una omogeneità di difficoltà legate alle condizioni di lavoro che sono pessime ovunque. Questo dimostra che non è solo una questione di soldi, ma di saper organizzare il lavoro. Occorre, unanimemente stabilito e condiviso - sottolinea il leader Anaao - un nuovo paradigma sia per le cure del paziente, sia per il ruolo che il professionista deve avere nel sistema sanitario nazionale. Non basta solo aumentare gli stipendi, ma occorre dedicare più tempo alla vita e meno tempo al lavoro. Occorre riorganizzare in maniera più flessibile il lavoro e occorre reinvestire sul professionista, come il centro di un nuovo progetto". La situazione dei giovani medici I giovani, in particolare, precisa Di Silverio, "hanno bisogno di una diversa una visione, di un lavoro flessibile. Remunerativo, naturalmente, ma vogliono anche condizioni di lavoro migliori. Il giovane non vuole più vivere per lavorare, nel contesto di quella che resta una missione, ma non può essere svolta a titolo gratuito". Il modello economico "mette in evidenza che lo stipendio corretto per il costo della vita ci mette al quartultimo posto in Europa", ribadisce il segretario Anaao che ricorda anche altre differenze che ci allontanano dai colleghi europei: "In Europa, se io sono a disposizione del mio datore di lavoro, sto lavorando. In Italia, questo non esiste. Abbiamo un istituto che si chiama reperibilità per il quale devo essere a disposizione del datore di lavoro, ma non vengono retribuito se non con 10 euro lordi per 12 ore. In Europa, se si è a disposizione del datore di lavoro, vieni pagato come se stessi al lavoro". Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci sottolineando come i giovani medici chiedono più qualità del lavoro ''non vogliono solo più soldi''. Quindi "bisogna agire per una medicina più moderna, al passo con i tempi''. ''Non è solo un problema italiano, direi che è mondiale'', aggiunge il ministro della Salute. I giovani ''hanno grandi aspettative, hanno anche esigenze diverse rispetto al passato. Bisogna intercettare quelli che sono i desideri delle nuove generazioni di medici. Bisogna avere un sistema con meno burocrazia e con più facilità e possibilità di fare carriera", sostiene il ministro. ''La valorizzazione e la tutela dei medici- ha detto Schillaci nel suo intervento alla Fems- è un imperativo per questo governo perché rappresentano la spina dorsale del servizio sanitario pubblico e garantiscono i livelli di eccellenza nella cura e nell'assistenza. Certamente c'è ancora molto da fare e ritengo che anche da momenti di confronto come quello odierno possano arrivare indicazioni utili con il comune obiettivo di dare risposte concrete alle legittime esigenze di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute''.

Report Aifa sui vaccini: vincenti per rischio-beneficio, -39% eventi avversi sospetti

(da ADNKronos Salute)  Le segnalazioni di sospette reazioni avverse a vaccini sono in calo del 39%. Nessun nesso di causalità accertato per i decessi. In generale, le comunicazioni di possibili effetti collaterali confermano che il rapporto beneficio-rischio è a tutto vantaggio dei prodotti autorizzati, con tassi di incidenza dello 0,048% per tutte le somministrazioni, che scende allo 0,003% nei casi con almeno un evento grave. Non si è verificata, inoltre, nessuna allerta di sicurezza con potenziale impatto negativo sul rapporto beneficio-rischio dei vaccini autorizzati. Sono alcune indicazioni del Rapporto Vaccini 2022 pubblicato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in collaborazione con Istituto superiore di sanità e con il Gruppo di lavoro per la vaccinovigilanza composto dai Centri regionali della farmacovigilanza, dai rappresentanti degli Uffici di Prevenzione delle Regioni e ministero della Salute. Esclusi i vaccini anti-Covid, oggetto di altre pubblicazioni, nel 2022 sono state circa 19 milioni le dosi somministrate in Italia, si legge nel report. Rispetto a queste sono state inserite nelle Rete nazionale di farmacovigilanza 10.967 segnalazioni, di cui 9.077 riferite a sospette reazioni avverse verificatesi effettivamente nel 2022, con un tasso pari a 47,8 segnalazioni ogni 100mila dosi somministrate, pari a uno 0,048% di casi. Dato in calo del 39% rispetto alle segnalazioni dell'anno precedente. Il 93,5% delle segnalazioni ha riguardato esclusivamente eventi avversi non gravi che hanno interessato 5 sistemi o apparati anatomici: le alterazioni generali e condizioni relative alla sede di somministrazione, soprattutto febbre, reazioni locali in sede di iniezione e pianto; irritabilità, nervosismo e irrequietezza; le alterazioni dell'apparato gastrointestinale, soprattutto con diarrea, vomito e mal di pancia e dolore addominale; le alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo, in particolare reazioni cutanee generalizzate, esantema morbilliforme e orticaria; sonnolenza, cefalea e convulsioni febbrili. Al momento della segnalazione il 78% dei sospetti aventi avversi si era risolto senza alcuna conseguenza per la persona, nel 10% dei casi non era stato riportato l'esito, nell'8% il vaccinato era in miglioramento, il 3% non era ancora guarito e lo 0,7% era in fase di guarigione con postumi. Considerando le segnalazioni con almeno un evento grave, il tasso di segnalazione si riduce a 2,8 ogni 100mila dosi somministrate, pari a uno 0,003% delle somministrazioni. I casi con eventi che hanno richiesto l'ospedalizzazione sono l'1,6%, mentre i decessi su 19 milioni di vaccinazioni sono stati 7, lo 0,1% dei casi sospetti segnalati, ma per nessuno è stato accertato un nesso di causalità che possa attribuire al vaccino la responsabilità della morte.  

Aborto, Anelli (FNOMCeO): “I medici vicini alle persone, rendono possibile l’applicazione della Legge nel rispetto della libertà di ognuno”.

(Ufficio Stampa FNOMCeO) “I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Nel caso specifico, svolgono questo delicato compito rendendo possibile l’applicazione di una Legge dello Stato, la 194/78. Una legge che prevede il rispetto della salute e della dignità della donna e della libertà sia della donna che del medico. Il professionista ha infatti la facoltà di avvalersi dell’obiezione di coscienza, libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione”. Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, il giorno dopo l’intervista del Pontefice sull’aereo che lo riportava a Roma dal suo viaggio apostolico in Belgio, durante la quale ha definito l’aborto ‘un omicidio’ e i medici che lo praticano ‘dei sicari’.
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Medici specialisti esterni. Il contributo Enpam del 4% slitta al 20 dicembre

(da Enpam.it)    L’Enpam ha rinviato al 20 dicembre il termine ultimo per versare il nuovo contributo del 4 per cento a carico degli specialisti che esercitano in strutture private accreditate con il Servizio sanitario nazionale. Lo slittamento della scadenza servirà a dare più tempo ai professionisti e alle società per far valere il tetto al contributo introdotto dalla Fondazione. Come deliberato dal Consiglio di amministrazione della Fondazione, infatti - si legge in una nota - i medici e gli odontoiatri potranno chiedere di limitare il pagamento del contributo aggiuntivo in modo che l’importo non superi un decimo del compenso ricevuto dalla struttura (oppure un ventesimo del compenso nel caso di pensionati). Sul nuovo contributo previdenziale introdotto dall’Enpam si è già espresso il Tribunale del lavoro di Roma, che ne ha riconosciuto la legittimità. Le modalità operative per versare il contributo del 4% verranno rese note dall’Enpam in tempo utile per la scadenza dei termini di pagamento.

Istituto della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria artt. 10 e 11, LR 22/2019 – Ulteriore proroga termini per la presentazione della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria, nonché del termine di adeguamento ai requisiti di cui alla DGR 1919/2023

Si dispone al 31/12/2024 il rinvio dei termini per la presentazione della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria per tutti gli studi professionali/studi associati/polistudi, siano essi: - esistenti al 20/12/2023; - equiparati a quelli esistenti (ai sensi della nota interpretativa P.G.30/09/2024.1090990.U); - avviati dopo il 20/12/2023 e in esercizio dopo tale data che non abbiano ancora presentato la prescritta Comunicazione in attesa dei chiarimenti forniti con la nota interpretativa P.G.30/09/2024.1090990.U; - in corso di avvio negli ultimi mesi del 2024. Si dispone al 31/12/2025 il rinvio dei termini per l’adeguamento ai requisiti (non derogabili) previsti dalla DGR 1919/2023 e nota interpretativa P.G.30/09/2024.1090990.U, degli studi professionali/studi associati/polistudi di cui al capoverso precedente, esclusi i casi in cui, a seguito di controlli, sia accertata la presenza di condizioni che possano pregiudicare la tutela della salute dei cittadini (art. 11, comma 3, LR 22/2019). Proroga_Termini_Comunicazione_att_sanitaria

Influenza. Via libera negli Usa al primo vaccino spray ‘fai da te’

(da Quotidiano Sanità)  Via libera negli Usa al primo vaccino ‘fai da te’ contro l’influenza stagionale. Si chiama FluMist, è in formato spray nasale e si può fare senza bisogno di rivolgersi a un operatore sanitario.  È possibile auto-somministrarselo, oppure farselo ‘spruzzare’ da un’altra persona, purché over 18.  FluMist, di MedImmune, è un vaccino a virus attenuato approvato per la prevenzione dell'influenza da virus influenzali A e B nelle persone di età compresa fra 2 e 49 anni, spiega la Food and Drug Administration statunitense. Viene utilizzato in modo sicuro ed efficace da diversi anni. L'ente regolatorio Usa lo ha infatti autorizzato nel 2003 per l'uso dai 5 ai 49 anni, e nel 2007 ha incluso anche i bambini dai 2 ai 5 anni. Finora, però, doveva essere somministrato da un operatore sanitario. Da oggi, invece, le opzioni diventano due: il vaccino può essere somministrato da un operatore sanitario in contesti sanitari (farmacie comprese), oppure può essere auto-somministrato o somministrato da un assistente non sanitario di età pari o superiore ai 18 anni. Per ottenerlo è comunque necessaria una prescrizione medica.

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Long Covid pediatrico: può durare anche tre anni e impedire la ripresa della vita normale

(da fimmg.org)   È il lavoro di follow-up più lungo mai effettuato finora in età pediatrica sulle conseguenze dell''infezione da SARS CoV-2 nella popolazione pediatrica ed ha prodotto una serie di risultati importanti, su più fronti. Condotto su circa 1.300 pazienti di età compresa tra 0 e 18 anni, seguiti presso l''Ambulatorio del Post-Covid pediatrico del Gemelli, lo studio, pubblicato su 'eClinical Medicine', rivista parte di The Lancet Discovery Science, si è focalizzato sui casi di Long Covid pediatrico, comparsi dopo la prima infezione o dopo le reinfezioni e sulla loro durata. Obiettivo del lavoro era descrivere le caratteristiche del Long Covid nei pazienti in età pediatrica, di valutare la presenza di fattori in grado di predire il rischio di sviluppare Long Covid e di valutare il ruolo del vaccino nel prevenire il Long Covid, il rischio di reinfezioni o la comparsa di malattie autoimmuni.
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I telefoni cellulari non sono collegati al cancro al cervello

(da DottNet)      I telefoni cellulari non sono collegati ai tumori al cervello e alla testa, anche se utilizzati a lungo o nel corso di molti anni. Lo ribadisce una revisione completa dei dati disponibili, commissionata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicata sulla rivista 'Environment International'.    I cellulari, come tutto ciò che utilizza la tecnologia wireless, inclusi laptop e tv, emettono radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza, o onde radio. Sulla base di alcuni primi studi che mostravano che poteva esserci una possibile associazione con il cancro al cervello derivante dall'uso di questi telefoni per molte ore, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell'Oms ha designato i campi a radiofrequenza dei cellulari come un 'possibile' rischio di cancro, categoria in cui rientrano centinaia di altri agenti e ben diversa da sostanze 'certamente' cancerogene come il fumo. Da allora sono stati pubblicati molti altri studi di coorte più approfonditi che hanno avuto risultati diversi. In ultimo la nuova revisione sistematica guidata dall'Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency (Arpansa), che ha esaminato oltre 5000 studi, tra cui sono stati identificati i più rigorosi dal punto di vista scientifico. L'analisi finale ha incluso 63 studi osservazionali sugli esseri umani pubblicati tra il 1994 e il 2022, rendendola la revisione più completa finora condotta. "Abbiamo concluso che le prove non mostrano un collegamento tra telefoni cellulari e cancro al cervello o altri tumori alla testa e al collo", ha affermato l'autore principale, il professore associato Ken Karipidis, vicepresidente della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti.    La revisione non ha trovato infatti alcuna associazione tra l'uso del cellulare e il cancro, nessuna associazione con l'uso prolungato (utilizzo per 10 anni o più) né con la quantità di utilizzo (il tempo trascorso al telefono). Lo dimostra il fatto che "anche se l'uso del cellulare è salito alle stelle, i tassi di tumore al cervello sono rimasti stabili", ha affermato Karipidis.

Gli agrumi possono combattere la malattia parodontale?

(da Odontoiatria33)  E’ noto come la malattia parodontale sia una malattia infiammatoria causata da un'infezione batterica parodontale patogena che colpisce la salute orale e interna. Una buona igiene orale è essenziale per la prevenzione, ma la maggior parte dei prodotti per l'igiene orale da banco sono disinfettanti che possono essere irritanti. Questo li rende inadatti all'uso da parte di bambini piccoli e anziani, che sono suscettibili alla malattia parodontale. Per trovare un antibatterico che sia facile da usare ed efficace nel prevenire la malattia parodontale a tutte le età, il professor Shigeki Kamitani della Graduate School off Human Life and Ecology dell'Università Metropolitana di Osaka ha guidato un gruppo di ricerca per verificare l'effetto antibatterico di sette diversi composti.   Il prunina laurato (Pru-C12) e i suoi analoghi sono stati testati contro il batterio parodontale patogeno, Porphyromonas gingivalis. Questo composto derivato da sostanze naturali ha mostrato una significativa attività antimicrobica, suggerendo il suo potenziale come trattamento per le malattie parodontali, in particolare per la sua azione contro batteri dannosi della cavità orale.   I risultati hanno mostrato che, sebbene molti dei composti abbiano inibito la crescita batterica, Pru-C12, che può derivare da biomassa come le piante di agrumi e componenti derivati dalla noce di cocco, ha avuto il più alto effetto antimicrobico.   Tre degli inibitori più potenti hanno anche inibito la formazione di biofilm. Inoltre, Pru-C12 ha inibito il riassorbimento osseo alveolare in un modello sperimentale di parodontite di topo per infezione da P. gengivalis.  Questi risultati, hanno sottolineato i ricercatori, possono essere utili nello sviluppo di prodotti per l'igiene orale per la prevenzione e il controllo della malattia parodontale e dei disturbi correlati.

Il medico di carta

Ndr: Oggi pubblichiamo questa lettera inviata da un collega a "Quotidiano Sanità" la settimana scorsa. In essa si possono leggere le difficoltà e le complicazioni recenti dei medici territoriali, non a caso, rispettivamente, in aumento (le complicazioni burocratiche) e in diminuzione (i medici territoriali) Gentile Direttore, provo a spiegare il senso di stanchezza e demotivazione che mi assale quando leggo la posta e trovo la solita sconcertante mail della mia azienda. L’ultima perla amministrativa arriva per Ferragosto, evidentemente cerca di eludere l’attenzione in un clima di caldo festaiolo: le deiezioni amministrative richiedono tempo e luogo giusto, così si spacciano per robetta da poco. Per quanto, l’odore, rimane lo stesso. La perla riguarda la richiesta e autorizzazione di trasferimento dei pazienti dall’abitazione ad una struttura di ricovero, quali RSA, Ospedale o Ospedale di Comunità. All’inizio della mia folgorante carriera di medico di base, bastava una telefonata al Suem 118 per organizzare il trasporto in ambulanza. Poi, per volontà insondabili ma sicuramente di ampio spessore burocratico, veniva richiesta opportuna impegnativa rossa da consegnare ai congiunti del paziente da trasferire. Poi, la creatività dell’amministratore di turno ha ideato e voluto un modulo che inizialmente constava di una sola pagina, di rapida compilazione da consegnare ai congiunti di cui sopra, pochi dati salienti e pochi minuti dedicati, ma da aggiungere a tutta una serie di altri moduli che nel totale fa una pila di cartaceo a cui dedicarsi a fine giornata. Ma negli insondabili circuiti neuronali degli amministratori, deve essere scattata una profonda crisi di impegno istituzionale di stampo tecnico-scientifico, perché sotto Ferragosto, il modulo è raddoppiato: due pagine, con i dati anagrafici, fiscali, clinico-anamnestici, fenotipo e posizione geografico-logistica del paziente e, sicuramente in futuro, qualche dato genetico. Se questa fosse una delle poche incombenze burocratiche, sarebbe accettabile, ma si aggiunge a tutta una serie di altre corbellerie che calano dall’alto dell’empireo aziendale senza alcuna preventiva consultazione o discussione: solo diktat a cui obbedire “uso ad obbedir, tacendo”, come recita il motto dei Carabinieri. Ma la desolante stanchezza e frustrazione, nascono da quello che si evince da questi diktat: la considerazione con cui veniamo trattati noi medici di base. Ignoranti e muti compilatori di moduli perché è risaputo che il nostro impegno clinico non è riconosciuto da nessuno, siamo gli sfaccendati che aprono bottega solo tre ore al giorno e, talmente in basso nella squadra del SSN, da esserne esclusi e impiegati per la compilazione di ricette, certificati e moduli. Gli uscieri o portinai del SSN. Noi puliamo le scale e i capi decidono come e quando. Dopo quasi quaranta anni di professione, mi arrivano mail con i report di prescrizione farmaceutica con i “consigli” per moderare la spesa, quando anche mia nonna sa che la maggior parte della prescrizione è indotta dai medici specialisti, quelli bravi che nessuno controlla perché bravi. Noi asini del ricettario abbiamo bisogno di un supplemento di istruzioni dai farmacisti della USL laureati l’altro ieri. Sempre da asini, ci viene ordinato un atto notarile in triplice copia per trasferire un paziente. Sempre da asini, l’azienda ci organizza incontri sulle prescrizioni incongrue di esami imaging e di laboratorio, perché non sappiamo ancora prescrivere, dopo quaranta anni, ignorando con pervicacia quanto sbagliata sia la nostra posizione contrattuale che ci pone costantemente nei ricatti prescrittivi di pazienti e medici specialisti privati. Tutto questo, non è solo offensivo, e su questo ormai da anni abbiamo chinato la testa rassegnati, ma produce stanchezza e demotivazione. Quella voglia di mollare tutto se non fosse per quanto dovuto ai pazienti e alla nostra professione in cui crediamo ancora, nonostante tutto. Una volta, quando incontravi un collega medico di base, la domanda era: quando vai in pensione? Ora la domanda è: cosa farai dopo morto? Dott. Enzo Bozza Medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)

Giornata sicurezza paziente, priorità di salute globale. Come ridurre gli errori diagnostici

(da Doctor33)   Il 16% dei danni prevenibili nei sistemi sanitari è dovuto a errori diagnostici. Ridurli è necessario perché una diagnosi ritardata, errata o mancata può prolungare la malattia, causare disabilità, il decesso e maggiori costi sanitari. Migliorare la diagnosi per la sicurezza del paziente, “Improving diagnosis for patient safety”, con il claim "Get it right, make it safe (fai la cosa giusta e rendila sicura), è il tema scelto per la VI Giornata della sicurezza dei pazienti World Patient Safety Day 2024 che si celebra in tutto il mondo e che è stata istituita dalla 72a Assemblea mondiale della sanità e promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità per riconoscere la sicurezza dei pazienti come una priorità di salute globale e richiamare l’attenzione di tutti: pazienti e famiglie, operatori sanitari, decisori politici e società civile, sul ruolo essenziale della sicurezza delle persone assistite. “La sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona. In un mondo in rapida evoluzione, con sistemi sanitari sempre più complessi, è nostro dovere garantire che la sicurezza rimanga al centro di ogni nostra azione e decisione. Oggi, più che mai, riconosciamo l'importanza di un approccio olistico alla sicurezza delle cure”, dichiara Rocco Bellantone, Direttore dell’ISS, in occasione della giornata mondiale. "La sicurezza dei pazienti è la bussola che guida il lavoro delle aziende sanitarie e degli ospedali italiani per 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, in tutti gli angoli del Paese e per ogni fase della prevenzione, diagnosi e cura. La totalità (95%) delle aziende sanitarie ha infatti definito procedure specifiche per la riduzione degli errori clinici e la gestione delle anomalie, come emerso da una recente indagine Fiaso, realizzata con l'Università Cattolica di Roma. Un impegno straordinario che vogliamo valorizzare oggi, in occasione della sesta Giornata mondiale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, 'World Patient Safety Day', promossa dall'Oms". Così in una nota Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. "Bisogna infatti raccontare - puntualizza - lo sforzo quotidiano delle strutture per migliorare i processi diagnostici garantendo la sicurezza dei pazienti, a partire dalla prevenzione degli errori, favorendo l'indispensabile alleanza tra cittadini, istituzioni e operatori della sanità. Asl e ospedali sono in prima linea per assicurare il 'clinical risk management', cioè la gestione del rischio clinico in ambito sanitario, attraverso strategie fondamentali per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza dei pazienti. Una sfida che deve coinvolgere tutti, ma che deve includere anche un efficace governo della domanda di prestazioni. Senza appropriatezza - avverte Migliore - non può esserci vera sicurezza della cura e dell'assistenza. Un tema ancora più attuale in questo momento, perché tutto ciò che facciamo per migliorare la qualità delle cure contribuisce certamente anche a ridurre i possibili episodi di aggressioni a medici e operatori sanitari"."Assicurare la sicurezza del paziente e prevenire gli errori diagnostici e terapeutici - conclude - oltre a essere un fondamentale obiettivo per la tutela della salute dei cittadini, consente di minimizzare il rischio di contenzioso e anche le pesanti ricadute economiche a carico delle aziende sanitarie, che si trovano spesso in regime di autoassicurazione". L’Italia è uno dei Paesi con la più alta aspettativa di vita al mondo e si trova di fronte a sfide significative per il futuro del suo sistema sanitario. Si stima che entro il 2050 gli ultrasessantacinquenni rappresenteranno il 35,9% della popolazione, con un’aspettativa di vita media di 82,5 anni. Sebbene questa longevità rappresenti un traguardo importante, la bassa natalità e l'invecchiamento della popolazione pongono questioni urgenti di sostenibilità economica e di gestione della salute pubblica. Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, in occasione dell'evento celebrativo della VI Giornata nazionale della sicurezza della persona assistita e delle cure, ha sottolineato che “la sicurezza della persona assistita e delle cure è una priorità per la salute globale, è un tema centrale per tutti i professionisti sanitari e coinvolge tutte le aree: prevenzione, diagnosi, terapia, riabilitazione e cura. “Non nuocere” è il principio più importante per qualsiasi servizio sanitario. Tuttavia, i dati statistici e la letteratura mostrano che il peso dei danni prevenibili alle persone assistite è enorme. Dobbiamo lavorare affinché la maggior parte degli errori che provocano danni che non derivano dalle pratiche di un singolo professionista sanitario o di un gruppo di questi, ma piuttosto da fallimenti nel sistema o nei processi che portano tali professionisti a commettere errori, possano essere prevenuti per la salute globale”.  
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