Salute in rete: il decalogo contro le bufale

(da Doctor33)   Dieci regole d’oro per aiutare gli internauti a districarsi tra le migliaia di informazioni sulla salute in rete. A pensarci sono stati i giornalisti dell’Unamsi (Unione nazionale medico-scientifica di informazione), stimolati all’iniziativa dagli oncologi del Cipomo (Collegio italiano dei Primari oncologi medici ospedalieri), particolarmente sensibili al rischio bufale on line proprio sul tema tumori. Un vero e proprio vademecum utile al lettore per riconoscere rischi, pericoli e trabocchetti, sottoscritto da altre otto società scientifiche (Società italiana di medicina generale (Simg), Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico facciale (Sio e Chcf, Società oftalmologica italiana (Soi), Associazione medici endocrinologi (Ame), Società italiana di psichiatria (Sip), Società italiana di urologia (Siu), Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef).


Ecco i punti
Si parte dalla verifica della fonte di informazioni e della sua attendibilità, raccomandando di accertarsi sempre “chi sia il proprietario del sito, del giornale, del blog, sia esso istituzione, editore, industria, associazione, singolo cittadino”. Questo serve, spiega il documento, per capire bene chi ha interesse a veicolare quel tipo di informazione.
Al punto 2 si raccomanda di accertarsi dell’aggiornamento del sito, perché può capitare, utilizzando un motore di ricerca, di arrivare su una notizia vecchia anche di anni.
Terzo, evitare il “fai da te” nelle cure mediche, perché “nessuna informazione scritta può sostituire la visita del medico o il consiglio del farmacista e i contenuti in Rete devono avere solo uno scopo informativo”.
Al quarto posto “Diffidare delle prescrizioni senza visita”.
Quinto, “Monitorare il rispetto della privacy”, nei siti con la rubrica “l’esperto risponde”.
Al sesto posto si richiama la necessità di “valutare con la giusta attenzione blog e forum”, perché qui vengono raccontati spesso episodi che coinvolgono emotivamente, ma sono sempre soggettivi e non è detto che abbiano affidabilità scientifica.
Settimo, “Occhio ai motori di ricerca”, perché quando si digita una parola chiave il risultato della ricerca non mostra un elenco di siti in ordine di importanza, “ma la selezione può dipendere da altri fattori. I motori di ricerca memorizzano infatti le scelte e i gusti dell’utente per poi proporre argomenti in linea con le preferenze manifestate nelle scelte precedenti”.
Al punto 8 c’è l’invito a “non abboccare alla pubblicità mascherata” e al 9 quello ad acquistare con cautela farmaci online. “Sul sito di vendita deve obbligatoriamente comparire un logo identificativo, cliccando il quale si viene rinviati al sito web del Ministero della Salute, dove è possibile verificare se il venditore è autorizzato”.
L’ultimo punto è “l’invito a non cascare nella psicosi del complotto”, come le fake news su notizie catastrofiche riguardanti i vaccini e altri farmaci: quindi, “non perdere mai la capacità di analisi e di critica e confrontarsi sempre col proprio medico”.
Sfiducia e superficialità le parole chiave.  Così Francesco Brancati. Presidente Unamsi: «Ci siamo resi conto, come associazione medico scientifica di informazione, che il problema della salute su internet sta assumendo un’importanza sempre maggiore, soprattutto in termini di attendibilità della fonte. Basti pensare che, secondo una recente ricerca, ormai quasi il 90% della popolazione italiana ricerca informazioni sulla propria salute su internet, basandosi solo sulle prime pagine dei motori di ricerca».
Mario Alberto Clerico, presidente di Cipomo, sottolinea come spesso a spingere la credulità alle bufale siano soprattutto sfiducia e incapacità di accettare la “finitezza” della vita.«Il messaggio che vorremmo passasse è che la medicina è una scienza che procede anche per errori, revisioni e aggiustamenti, che la medicina non può offrire certezze assolute», dice Clerico. «Quello che la medicina può garantire invece è il pregio della “diffidenza”, conclude l’esperto, intesa come capacità di interrogarsi sempre, di interrogare e di discutere, di verificare sempre su basi scientifiche».