Medici e operatori sanità, il cambio abiti da lavoro va retribuito
(da Dott.Net) Il cambio degli abiti da lavoro per infermieri, medici e professionisti della Sanità deve essere retribuito, lo stabilisce la Sentenza 583/2015 del Tribunale di Ascoli Piceno dopo la battaglia portata avanti dai professionisti impiegati nella Sanità marchigiana.
Infermieri, medici e OSS sono obbligati ad uno specifico abbigliamento da lavoro e malgrado si tratti di pochi minuti anche indossare il camice occupa del tempo, che inevitabilmente crea una forzatura degli orari di lavoro, oggetto di una recente revisione. Il diritto al conteggio del cambio camice dei lavoratori del SSN delle Marche è però il diritto di ogni infermiere e professionista della Sanità italiana, anche degli operai obbligati ad indossare protezioni per la sicurezza sul luogo di lavoro.
La Sentenza potrebbe assumere un valore aggiunto e fungere da precedente anche non soltanto per i dipendenti del SSN. Vediamo cosa prevede la normativa sul cambio di abiti negli orari di lavoro.
Orari di lavoro e cambio abiti: cosa prevede la Legge
Il cambio abiti da lavoro per infermieri, OSS e medici è obbligatorio ma il tempo che si impiega ad indossare e togliere il camice non sempre viene conteggiato all’interno degli orari di lavoro. Questo può configurarsi come un problema se consideriamo il tempo di ogni cambio moltiplicato per tutti i giorni dell’anno.
Il risarcimento richiesto dai professionisti della Sanità marchigiana ricorrenti nella Sentenza, infatti, rimanda al diritto di ogni lavoratore di vedersi conteggiare le attività inerenti alla propria occupazione svolte all’interno dell’orario di lavoro contrattuale. La Corte di Cassazione con la Sentenza 19358/2010 precisa che questo dipenderà dalla scelta e dalla possibilità di cambiare abbigliamento da lavoro prima di aver timbrato il cartellino. Facendo un esempio, un impiegato può ovviamente recarsi in ufficio in giacca e cravatta, ma la stessa cosa non può dirsi per un chirurgo.
Ciò che il datore di lavoro potrà esigere in una fase preparatoria all’attività lavorativadipende proprio dalle mansioni svolte e nel caso di ambienti asettici come le strutture sanitarie, il tempo per il cambio dovrà obbligatoriamente rientrare negli orari di lavoro da contratto, in quanto attività preparatoria diretta.
La Sentenza del Giudice del Lavoro sul cambio abiti da lavoro
La Sentenza 583/2015 del Tribunale di Ascoli Piceno conferma il diritto dei lavoratori del SSN marchigiano a pretendere un adeguamento per il tempo perduto nel cambio di abiti da lavoro, che deve obbligatoriamente corrispondere ad una retribuzione aggiuntiva in quanto svolto durante l’orario di lavoro.
L’orario per il cambio abiti identificato dalla Sentenza è stato quantificato in 10 minuti aggiuntivi, malgrado la Corte stessa ammetta la difficoltà di accertare con precisione un tempo univoco per il cambio di abbigliamento di infermieri, medici, OSS e altri professionisti della Sanità.
La Sentenza è comunque un punto fermo nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori della Sanità italiana, obbligati dalla prassi ospedaliera e dalle norme igieniche a forzare frequentemente i propri orari di lavoro, muniti oggi di uno strumento giuridico per pretendere una corretta retribuzione.