Visite fiscali, così cambiano i controlli. Ci sarà un algoritmo

(da DottNet)  Visite fiscali sistematiche e a ripetizione, anche se l’assenza capita di lunedì, venerdì o a ridosso delle feste. Così cambieranno i controlli sulla malattia. Accertamenti che saranno condotti dall’Inps sia per i lavoratori privati che pubblici, finora invece ‘vigilati’ dalle Asl. Una novità, quella del Polo unico, che scatta dal primo settembre e che cambierà il sistema dei controlli, confermando però alcuni capisaldi, come le visite immediate per gli statali che mancano dal servizio il giorno prima o dopo la festività.  A stabilirlo è il decreto sugli accertamenti che fa seguito alla riforma Madia. Un provvedimento allo studio dei ministeri della P.A e del Lavoro, che si accompagna alle linee guida per la messa a punto degli accordi tra medici fiscali e Inps. Si punta infatti a una rete capillare di ‘camici bianchi’ in grado di coprire i fabbisogni su tutto il territorio, compensando gli squilibri attuali. In campo ci sarebbero 1.300 professionisti, da incentivare con premi misurati sul numero delle visite. Si cambia perché qualcosa non ha funzionato, almeno nel pubblico impiego. L’obiettivo è disincentivare i ‘furbetti’ dell’assenza seriale o strategica, finalizzata a ‘ponti’ vacanzieri. Finti malati, spesso oggetto di cronaca e sotto i riflettori del Governo già da un po’.  Il passaggio delle competenze dalle Asl all’Inps fu deciso all’indomani dell’ormai noto Capodanno dei vigili urbani di Roma, a cavallo tra il 2014 e il 2015. Da venerdì si parte con una fase sperimentale. La logica di fondo è replicare nella P.A quel che avviene nel privato dove il tasso di assenteismo è più basso. Stessi controllori quindi, ma per il momento le fasce orarie di reperibilità restano differenziate tra privati (10-12 e 17-19) e pubblici (9-13 e 15-18). Si apre invece alla possibilità di bussare alla porta del dipendente assente anche due o più volte. Insomma il ‘bis’ non è escluso.  Una novità assoluta per il pubblico ma in via di principio anche per il privato. La visita si ripeterà soprattutto nei casi di ‘alert’, ovvero quando il cervello informatico dell’Inps segnalerà un sospetto. Il meccanismo si basa sulla storia del lavoratore. E per arricchire il sistema anche sul fronte del pubblico impiego ci vorrà del tempo. “Il computer ci dice quando un’assenza è a rischio, in base a un indice che dà luce verde quando non c’è motivo di allerta, arancione quando è il caso di valutare o rossa e allora il controllo dovrebbe scattare subito”, spiega il vice segretario per il settore Inps della Federazione medici di medicina generale (Fimmg), Silvio Trabalza.  C’è però, aggiunge, “una questione legata alle risorse, per cui anche quando il semaforo è rosso non si va proprio sempre”. A proposito il finanziamento per il 2017 è di 17,5 milioni. La cifra diventerà piena nel 2019, quando saranno disponibili 50 milioni di euro. Risorse che, secondo quanto emerge, all’Inps dovrebbero bastare, sommandosi a quelle già presenti.