Placca e fumo mettono a rischio gli impianti, si devono sensibilizzare i pazienti
(da Odontoiatria33) “La presenza di placca in un sito implantare determina un rischio aumentato di circa 14,3 volte di insorgenza e progressione di una perimplantite”, ad evidenziarlo è il vice presidente SIdP Nicola Sforza. “E’ evidente –dice- che il paziente che si sottopone a terapia implantare deve essere in grado di eseguire a casa le manovre corrette di igiene orale per rimuovere efficacemente la placca batterica che si deposita a livello della protesi e attorno all’impianto stesso”. Il dot. Sforsa sottolinea, anche, come al paziente si debba spiegare che il sanguinamento “è un importante segnale di allarme, così come la presenza di pus”. Altro fattore che mette a rischio la sopravvivenza dell’impianto con conseguenze nefaste per la riabilitazione impianto protesica è il fumo. Anche in questo caso motivare i pazienti soprattutto con impianti a smettere è determinante. “Il fumatore ha un rischio aumentato di circa 4 volte di sviluppare complicanze perimplantari. Il rischio di perimplantite è molto alto nei pazienti (circa 40%) che hanno sofferto di parodontite e se quest’ultimi sono anche fumatori, il rischio sale al 70%. Ci sono inoltre altri fattori di rischio per il successo a lungo termine degli impianti, rappresentati dalla suscettibilità genetica, dal diabete, dallo stress e da alcune forme di gravi ipovitaminosi”. Vice presidente SIdP che ricorda come “la prevenzione delle malattie perimplantari deve basarsi su un percorso diagnostico, terapeutico e di mantenimento individualizzato per ogni paziente”. Il dott. Sforza ricorda, poi, come anche precisione della protesi implantare e la conformazione della stessa, che agevoli il paziente nelle operazioni di igiene domiciliare sonno basilari per mantenere efficiente la riabilitazione implantare. Infine il motivare il paziente all’igiene orale professionale con controlli clinici periodici, con continua motivazione ed istruzione al paziente, conclude Sforza, sono passaggi “fondamentali per intercettare eventuali patologie perimplantari ancora iniziali e quindi facilmente trattabili”.