Odontoiatri, botta e risposta tra società di capitali e Andi, che chiede tutele per i pazienti
(da AdnKronos Salute) E’ guerra aperta tra dentisti. Da una parte le società di capitali e dall’altra l’Andi, l’Associazione nazionale dei dentisti italiani.
Il 9 febbraio su molti quotidiani è stata pubblicata una lettera aperta di questi gruppi al presidente del Senato e ai senatori in “difesa della libertà e della qualità delle cure odontoiatriche, perché è in atto il tentativo da parte delle associazioni e delle lobby protezionistiche nel settore dell’odontoiatria di limitare la liberà di concorrenza, frenandone lo sviluppo e gli investimenti futuri, attraverso un utilizzo improprio dello strumento normativo”. In Italia, ribadiscono i firmatari (Gruppo DentralPro-Midco Spa, Caredent-Bistar srl, Gruppo Apollonia-OdontoSalute, Gruppo DentalCoop, HDentalm, Gruppo Dentadent), “l’attività sanitaria può essere svolta, oltre che dai professionisti, anche dalle società di capitali”. Il motivo del contendere è l’emendamento promosso dall’Andi al Ddl Concorrenza che “chiede di introdurre l’obbligo per le società di capitali che gestiscono strutture odontoiatriche di avere almeno i due terzi del proprio capitale sociale posseduto da odontoiatri”. Secondo le società di capitali “è un chiaro tentativo di eliminarci dal settore” attraverso l’introduzione di un vincolo che “non ha nessun fondamento di tutela della salute pubblica. Ogni centro dentistico in forma societaria è già governato dal direttore sanitario e vi operano solo medici odontoiatri iscritti all’Ordine”. Inoltre “non ha nessun fondamento economico – continua la lettera aperta – perché non esiste un simile obbligo che imponga una soglia minima di medici soci (si pensi agli ospedali privati o alle cliniche”.
“La manovra dell’Andi – denunciano le società di capitali – mira ad escludere i principali concorrenti che offrono servizi altamente qualificati, accessibilità alle cure, oltre che tariffe trasparenti e ragionevoli. Chiediamo quindi di non approvare alcuna modifica al Ddl Concorrenza che introduca limiti alla possibilità di soci di capitale e gestire strutture odontoiatriche”.
La risposta del Presidente ANDI Gianfranco Prada, sinceramente molto condivisibile, è reperibile integralmente a questo link L’ANDI punta ad estendere i diritti dei pazienti che si rivolgono ai dentisti liberi professionisti anche a quelli che scelgono le “Catene odontoiatriche” organizzate in società di capitale”
Le differenze tra la regolamentazione della società di capitale (i centri dentistici) e dell’odontoiatra sono molteplici. In caso di danno, un paziente che si è rivolto ad uno studio professionale gestito da un dentista iscritto all’albo potrà ottenere un risarcimento anche 10 anni dopo la chiusura dello studio. In questo caso, il professionista dovrà rispondere con il suo patrimonio personale. In caso di chiusura della società proprietaria del centro odontoiatrico i pazienti vengono lasciati con le cure da terminare e, in caso di contenzioso, la società risponde solamente per il capitale sociale versato (poche migliaia di euro). Un altro problema riguarda i trattamenti odontoiatrici mal eseguiti che si manifestano dopo alcuni anni. “Quando nasceranno i problemi i centri odontoiatrici dove erano state eseguite molto probabilmente neppure ci saranno più”, ha riflettuto Prada. Per quanto riguarda invece l’aspetto pubblicitario, il dentista deve rispettare le regole imposte dall’Ordine professionale, mentre le società, in quanto spesso non pubblicizzano lo studio ma il marchio, non sono obbligate a sottostare alle medesime imposizioni.
per Prada servono “regole certe e chiare che tutelino i pazienti da truffe e terapie che puntano al profitto ed a logiche commerciali e non alla cura; li tutelino in caso di chiusura dei centri ed in caso di cure mal eseguite”. “Gli emendamenti proposti non fanno altro che estendere le tutele che i cittadini oggi hanno, rivolgendosi per le cure ad un dentista libero professionista, anche ai pazienti che scelgono di farsi curare in una clinica odontoiatrica organizzata come società di capitale”. Per essere sicuri di tutelare tutti i cittadini, conclude Prada, “vi chiediamo di sostenere questi emendamenti che certamente possono essere migliorati mantenendo, però, fermo il principio che li ha ispirati: fare in modo che i pazienti, sia che si rivolgano ad un dentista tradizionale sia ad un centro odontoiatrico, abbiano le stesse garanzie, siano tutelati allo stesso modo, abbiano gli stessi diritti”.