Insidie e pericoli nascosti nei tatuaggi

(da M.D.Digital)  Farsi fare un tatuaggio può essere una cosa molto pericolosa: sono numerose infatti le segnalazioni di complicanze dovute all’uso degli inchiostri, la comparsa di infezioni, le cicatrici, le ustioni, le irritazioni croniche e molto altro ancora.

Particolarmente preoccupanti appaiono gli effetti a lungo termine che gli inchiostri utilizzati possono avere sul sistema immunitario, per non parlare dell’intrinseca pericolosità di alcuni di questi coloranti che possono contenere composti cancerogeni, come ha rivelato una indagine condotta nel 2012 dall’Agency Environmental Protection danese: in effetti, uno su cinque inchiostri per tatuaggi contenevano sostanze chimiche cancerogene, e la stragrande maggioranza degli inchiostri testati non erano conformi alle norme internazionali di sicurezza e di salute per la composizione degli inchiostri.

Particolarmente pericoloso è il colore nero, che oltretutto è quello di gran lunga più popolare: le sostanze cancerogene sono infatti state identificate nell’83% degli inchiostri neri. L’European Society of Tattoo and Pigment Research creata nel 2016 si pone come obiettivo primario l’educazione del pubblico in merito ai principali aspetti che riguardano la pratica del tatuaggio e che la stragrande maggioranza degli appassionati del genere, soprattutto i giovani, ignora del tutto. Grazie al lavoro di ricerca della società sono emersi i dati che denunciano la presenza di bario, rame, mercurio e altri componenti pericolosi negli inchiostri utilizzati. Un altro dato scoraggiante e preoccupante è quello relativo alla mancata corrispondenza tra il contenuto dichiarato sulla confezione dell’inchiostro e l’effettiva composizione chimica rilevata dalle analici.
Più di recente, il coinvolgimento della Food and Drug Administration nella questione ha permesso di evidenziare che la pericolosità delle sostanze coloranti deriva anche dal fatto che molti pigmenti usati negli inchiostri tatuaggio sono in coloranti industriali impiegati nella realizzazione di inchiostro per stampanti o di vernici automobilistiche. A partire da queste prime rilevazioni l’FDA sta esaminando la composizione chimica degli inchiostri e dei pigmenti e come questi possono provocare danni all’organismo, valutandone la sicurezza a breve e a lungo termine.
Ma oltre ai danni diretti, vi sono anche altre possibili conseguenze provocate dai tatuaggi. Quelli realizzati con inchiostri a base metallica possono per esempio interferire in occasione di indagini con risonanza magnetica. Sono noti casi in cui i pazienti tatuati hanno subito delle ustioni a livello del tatuaggio indotte proprio dalla risonanza magnetica per una reazione avvenuta con i composti a base di ferro presenti nel colorante. In altri casi è stata osservata la presenza di colorante all’interno dei campioni bioptici di provenienza linfonodale, cosa che può portare a un errore diagnostico come nel caso di una giovane donna affetta da un tumore alla cervice che, in base alle immagini diagnostiche, sembrava aver dato origine a metastasi linfonodali che, una volta asportate chirurgicamente, si sono in realtà rivelate non cellule tumorali ma cellule “colorate” dall’inchiostro del tatuaggio. Errori e false diagnosi di questo tipo sono state effettuate anche in pazienti affetti da melanoma.
E non vanno dimenticate le infezioni: le più comuni coinvolgono batteri dei ceppi  Staphylococcus aureus o pseudomonas conseguenti a una inadeguata preparazione della cute e/o alla insufficiente sterilità degli aghi e delle attrezzature. Le infezioni da stafilococco possono anche assumere livelli di gravità tale da diventare pericolose per la vita del soggetto e non di rado coinvolgono batteri antibiotico-resistenti. Il 3% dei tatuaggi tende a infettarsi e circa il 4% dei soggetti che si è fatto un tatuaggio denuncia dolore che dura per oltre un mese; il 22% dei soggetti rivela che dopo un nuovo tatuaggio ha sperimentato, per oltre un mese, un senso di pizzicore persistente nell’area interessata. Altri ceppi microbici che sono risultati associati con lesioni su tatuaggi comprendono ceppi di micobatteri. In aggiunta alle patologie infettive, la pratica del tatuaggio giunge in taluni casi a favorire la comparsa di malattie cutanee quali la sarcoidosi, il lichen planis e le reazioni lupus-like.  Vengono riportate segnalazioni di una associazione tra tatuaggio e infezione da virus dell’epatite C, trasmessa mediate l’uso di aghi non sterili. È per tale ragione che la Croce Rossa americana ha posto dei paletti alle donazioni di sangue effettuate da soggetti che di recente si sono fatti fare un nuovo tatuaggio presso quei centri che praticano al di fuori delle strutture regolamentate. Uno studio condotto dall’università di Tulane ha confermato la validità di queste restrizioni in tema di donatori di sangue, evidenziando che il 17% dei tatuaggi viene effettuata al di fuori dei negozi e che il 21% dei soggetti ammette di aver manifestati reazioni da intossicazione in almeno una delle occasioni in cui si è fatto fare un nuovo tatuaggio.
Cambiare idea? Si, certamente è possibile. E pare che accada più spesso di quanto non si pensi, stando alla rapida crescita che ha caratterizzato quei centri che si occupano di cancellare i tatuaggi. Tuttavia le garanzie di “cancellazione” non sempre sono così elevate come si vorrebbe. I laser attualmente impiegati hanno delle limitazioni riguardo ai colori che sono in grado di eliminare, soprattutto in caso di disegni realizzati con colori particolarmente vivaci. Nei soggetti con cute particolarmente pigmentata l’efficacia del laser tende a diminuire e in genere sono necessarie più sedute per evitare di indurre danni alla cute. Poichè il laser frantuma le particelle di pigmento che vengono in seguito rimosse da parte dell’organismo, ancora una volta i rischio di infezioni, cicatrici, diffusione degli inchiostri sono evenienze possibili. La dimensione del tatuaggio è un altro fattore da tenere in considerazione: quelli di grandi dimensioni possono richiedere anche anni. Le complicanze dell’uso del laser includono dolore, vesciche, cicatrici e, in alcuni casi, uno scurimento  dell’inchiostro del tatuaggio. Per buona pace di coloro che hanno cambiato idea in merito al loro tatuaggio la tecnologia continua a fare progressi: con i laser al picosecondo è possibile ridurre il numero di sedute. Ma anche sul fronte degli inchiostri si segnalano novità interessanti: di recente hanno fatto la loro comparsa inchiostri più facili da rimuovere come quelli a base di ingredienti biodegradabili che rendono più agevole il compito del laser.
(https://theconversation.com/tattoo-regret-can-you-make-it-go-away-67762)