Obbligo di POS e multa di 30 euro per i medici che non accetteranno il pagamento
(da DottNet e Fimmg.org) Alla fine la sanzione è stata confermata: i medici, e i professionisti in genere nonché negozianti e altre figure, che non accetteranno il bancomat o la carta di credito per i pagamenti, anche se si tratta di un caffè, avranno una multa di 30 euro. L’obbligo del POS, pur essendo stato introdotto già da parecchio tempo, non aveva prodotto grandi risultati poiché finora era mancato un sistema sanzionatorio finalizzato ad incentivare l’uso della moneta elettronica.
Dallo scorso 30 settembre u.s. il Governo ha inteso presidiare tale ennesimo obbligo a carico delle Categorie Professionali, tramite il rinvio ad una norma sanzionatoria già presente nel nostro Codice penale, ovvero l’articolo 693, la quale recita come segue: “chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro” estendendola alle transazioni commerciali effettuate mediante la moneta elettronica, in quanto la disposizione è già stata depenalizzata a sanzione amministrativa.
Non sussistano cause di esclusione tali da consentire al MMG di considerarsi esonerato dal nuovo adempimento, in considerazione soprattutto della specifica classificazione fiscale dell’attività svolta di libero professionista. Ed è ovvio l’obbligo di adesione per chi esercita le professioni di odontoiatra e comunque di tutti i colleghi cha abbiano un volume di attività libero professionale importante.
Per fortuna i costi dei POS sono molto più contenuti di qualche anno fa, ormai gli Istituti di credito e le società che gestiscono le transazioni in moneta elettronica offrono condizioni contrattuali per il POS praticamente a costo zero, attraverso le quali il costo per il professionista è rappresentato esclusivamente da una percentuale rispetto al valore della transazione (es. 2%).
Ricordiamo comunque che la prevista sanzione di 30 euro verrebbe comminata solo a seguito di specifica denuncia, presso i competenti organi di Polizia Amministrativa, da parte di un paziente che ne faccia esplicita richiesta e che possa dimostrare che il rifiuto della transazione risulti effettivamente ingiustificato.