Ecco il Piano nazionale liste attesa (PNGLA). Sulle ricette le principali ricadute per i medici, ecco quali
(da Doctor33) Chi sbaglia paga: la struttura se fa aspettare il paziente, quest’ultimo se non si presenta all’esame, il medico se non scrive in ricetta quanto deve attendere l’utente secondo il suo problema, o se dimentica il quesito diagnostico. Lo dice il piano nazionale di governo delle liste d’attesa 2019-21 approvato in conferenza stato-regioni che fissa tempi massimi per prestazioni ambulatoriali e di ricovero raggruppandole in categorie secondo urgenza.
Diritti del paziente – Se i tempi non sono rispettati il paziente effettuerà la prestazione in libera professione intramuraria pagando solo il ticket e non l’intero valore; i sanitari in Alpi saranno pagati dall’azienda in base a un contratto di libera professione aziendale: un ricorso -questo ai percorsi di tutela per i pazienti che non ottenessero le visite nei tempi canonici – che è comunque previsto in via eccezionale e temporanea. Si istituiscono agende per tutti i regimi, dal ricovero ordinario al day hospital, per esami e visite specialistiche e persino per l’attività intramuraria; per quest’ultima, se le proporzioni con l’attività istituzionale non fossero rispettate, è previsto il blocco delle prestazioni.
Tempi massimi Ssn – Sia per i ricoveri sia per esami e visite specialistiche sono fissate quattro classi di priorità.
I ricoveri sono classificati con le prime quattro lettere dell’alfabeto
A – Gravi, da farsi entro 30 giorni, per casi ingravescenti dov’è pregiudicata la prognosi se non si interviene
B – Complessi, da farsi entro 60 giorni, per casi con intenso dolore, gravi disfunzioni e disabilità ma non soggetti ad aggravamento imminente
C – Meno complessi, da farsi entro 180 giorni, per casi con minimi dolore, disfunzione, disabilità
D – Non gravi, espletabili entro 12 mesi, per casi che non presentino dolore, disfunzione, disabilità
Quattro classi pure per esami e visite specialistiche
U – Urgente da espletarsi entro 72 ore
B – Breve espletabile entro 10 giorni
D – Differibile: attesa entro 30 giorni se per visita specialistica, entro 60 giorni se per esame
P – Programmata da espletarsi entro 120 giorni
Manager a rischio – Aziende e regioni garantiranno che almeno il 90% delle prestazioni specialistiche brevi e differibili (e dal 2020 anche programmate) trovi risposte nei tempi massimi indicati, o i direttori generali saranno rimossi. Ogni regione deve recepire l’intesa entro 2 mesi dall’entrata in vigore e adottare il suo Piano regionale, entro altri 2 mesi toccherà alle Asl adottare i loro piani attuativi. Ministero della Salute, regioni, Iss, Agenas e associazioni di pazienti daranno vita entro 4 mesi a un osservatorio nazionale che affiancherà le regioni nel realizzare i loro piani e fornirà indicazioni per il Nuovo sistema di garanzia dell’Assistenza sanitaria, inaugurato invero 19 anni fa con il decreto legislativo 56/2000, il primo sul federalismo.
Per i medici -E’ obbligatorio l’uso sistematico in ricetta non solo dell’indicazione delle classi di priorità ma anche di “primo accesso” se per il paziente si tratta di primo contatto con strutture e specialisti Ssn, o di approfondimento con specialista diverso dal primo osservatore, o ancora di peggioramento del quadro clinico in una cronicità. Si usa in alternativa la dicitura “accessi successivi” per approfondimenti su pazienti già presi in carico da un primo specialista, per controlli o follow-up. Inoltre, in ricetta va sempre espresso il quesito diagnostico. Le aziende devono prevedere che i controlli siano stati prenotati “contestualmente alle ricette del medico specialista della struttura”. Nei sistemi Cup di prenotazione informatica saranno integrate apposite agende di prenotazione per le prestazioni di follow up distinte dalle prime visite. La mancata indicazione di tipologie d’accesso, classi di priorità, quesito diagnostico avrà ripercussioni nella valutazione dell’azienda. Le prossime convenzioni nazionali di medici di famiglia, specialisti Asl, pediatri dovranno fare riferimento a queste norme.
Per le strutture – Accanto alla trasparenza totale delle liste d’attesa, che dovranno essere accessibili dai siti delle aziende sanitarie, si prevede il monitoraggio di pacchetti di prestazioni: sono una sessantina per la specialistica, e soltanto 17 per ricoveri ordinari ed in day hospital. Pacchetti a parte saranno utilizzati per le aree cardiologica e oncologica strategiche per lo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici. Le prestazioni saranno categorizzate anche per raggruppamenti d’attesa omogenei, già oggetto di un lavoro che per ogni tipologia prevede tempi d’attesa determinati a livello nazionale, ma derogabili dai piani di governo clinico delle regioni.