Allarme epatologi europei, epidemia di fegato grasso nei giovani
(da AdnKronos Salute) Epidemia di fegato grasso nei giovani. A lanciare l’allarme sono gli esperti intervenuti all’International ‘Liver Congress 2019’ in corso a Vienna, che paventano una potenziale crisi di salute pubblica, legata a doppio filo all’obesità. Il fegato grasso non alcolico (steatosi) è rilevabile in circa un quarto della popolazione, ma uno studio presentato al meeting dell’Easl (Associazione europea per lo studio del fegato) ha messo in luce che ad esserne colpiti è anche un’importante percentuale di 24enni, a rischio di gravi problemi di salute con l’aumentare degli anni: una bomba a orologeria che potrebbe portarli dalla cirrosi al cancro del fegato. I ricercatori della Bristol University (Gb) hanno testato oltre 4 mila giovanissimi arruolati in uno studio longitudinale che ha monitorato la salute di una coorte di bambini nati tra il 1991 e il 1992 ad Avon, in Inghilterra. Tutti a 18 anni sono stati sottoposti ad esami ecografici che hanno rivelato la presenza di fegato grasso non alcolico nel 2,5% del campione. Cinque anni dopo, un nuovo esame chiamato fibroscan ha scoperto che oltre il 20% presentava depositi di grasso nel fegato (steatosi). E la metà dei casi è stata classificata come grave. Non solo, gli esami hanno mostrato la presenza di fibrosi nel 2,4% dei casi. “Siamo molto preoccupati di quello che abbiamo scoperto – spiega Kushala Abeysekera dell’University of Bristol, presentando il lavoro a Vienna – a soli 24 anni un giovane su cinque ha la steatosi e uno su 40 ha segni di fibrosi. E questo in un gruppo di persone giovani e asintomatiche”. I risultati dello studio “devono suggerire di alzare la guardia sul fegato grasso non alcolico nei giovani”. “Questi dati – commenta Philip Newsome, vice-segretario dell’European Association for the Study of the Liver – evidenziano l’impatto di un ambiente obesogeno e il suo ruolo nello sviluppo del fegato grasso nella popolazione più giovane. Occorre un cambiamento nelle politiche pubbliche se vogliamo disinnescare questa bomba ad orologeria”, conclude. “Obesità e diabete sono estremamente diffusi anche in Italia – sottolinea Salvatore Petta dell’Università di Palermo, segretario dell’Associazione italiana studio fegato – dunque possiamo aspettarci anche da noi un boom di steatosi epatica nei giovani, che potrebbe cambiare l’età media dei pazienti”. Lo studioso ha collaborato a un lavoro italiano sui costi della steatoepatite non alcolica nei pazienti ospedalizzati. “Abbiamo potuto osservare che questi pazienti, specie se in cirrosi epatica, hanno un costo importante per il Servizio sanitario nazionale: parliamo di 20 mila euro l’anno per quelli con cirrosi compensata e scompensata, circa 26 mila per quelli con epatocarcinoma e 70 mila per i trapiantati”, conclude Petta.