Crediti ECM: chi non è in regola rischia denunce, carriera e credibilità
(da DottNet) Manca un mese alla scadenza del triennio ECM e il tema dell’aggiornamento è di stretta attualità in queste ultime ore, alimentato non solo dalle dichiarazioni dei vertici della sanità italiana ma anche dal mondo dei cittadini e dei pazienti che chiedono riscontro della formazione dei professionisti a cui dovranno affidare la loro salute. In particolare, l’Adiconsum, rivolgendosi direttamente al ministro Speranza, ha parlato di «buona formazione» come antidoto all’escalation di contenziosi dei pazienti nei confronti dei medici, aggiungendo che «è statisticamente provato che un professionista aggiornato è soggetto a minori richieste di risarcimento». Arrivano intanto gli appelli da numerosi Presidenti di Ordini a regolare la propria posizione. Da ultimo, tra questi, il Presidente dell’OMCeO Palermo Toti Amato che, rivolgendosi ai colleghi, ha scritto: «alla luce delle sollecitazioni del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, e delle ultime attenzioni sul tema diffuse attraverso la stampa dalle associazioni, in difesa dei pazienti, invito chi non fosse riuscito a completare il percorso formativo necessario, a prendere le necessarie misure, approfittando anche dei sistemi di Formazione a distanza, in modo da evitare le relative sanzioni previste dalla legge e preannunciate dalla stessa Federazione». Un richiamo che giunge dopo quello dei mesi scorsi del Presidente dell’OMCeO Roma, Antonio Magi e alle dichiarazioni registrate al “Forum Risk di Firenze” sia del ministro alla Salute Roberto Speranza («do un grande peso alla formazione continua in medicina e mi impegnerò da ministro a seguire un progetto di riforma di questo settore») sia dello stesso presidente FNOMCeo, Filippo Anelli.
«Ad un mese dalla scadenza del triennio – commenta il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella – è giustificata la forte attenzione su un tema che ha un grande valore etico, sociale ed anche economico come sa benissimo il ministro Speranza il cui ruolo è di garanzia e rappresentanza non solo degli operatori sanitari ma anche dei cittadini/pazienti e dei provider. Questi ultimi, insieme ai preziosi contenuti per tenere aggiornati i professionisti della sanità, producono anche un contributo al sistema formazione quantificato in almeno 16milioni di euro all’anno con un indotto di oltre 100mila lavoratori diretti e diverse migliaia indiretti». Tortorella evidenzia che la stragrande maggioranza dei medici rappresentati legalmente da Consulcesi, un terzo di quelli italiani, attribuisce un forte valore alla formazione continua ed è soprattutto nei loro confronti che il Sistema ECM deve dare prova di efficienza e virtuosità. «Dopo la sospensione del medico di Aosta – prosegue Tortorella – l’aggiornamento professionale dei medici è diventato un tema centrale anche sui media. Come di recente affermato dal Presidente Cogeaps Sergio Bovenga sono già partite lettere di richiamo di strutture nei confronti di personale non in regola, istanze di accesso agli atti all’interno di contenziosi e penalizzazioni nei concorsi sempre legate al mancato aggiornamento professionale».