Il primo grande studio sul coronavirus ne conferma la bassa letalità
(da AGI) “Il primo grande studio clinico relativo alla morbilità, quindi relativo all’intensità dei sintomi e della letalità del virus, conferma il quadro che si era già venuto a definire in queste ultime settimane: siamo di fronte a un’infezione che nell’80 per cento dei casi causa sintomi lievi e all’incirca il 95 per cento delle persone guarisce senza gravi complicazioni”. Lo ha detto all’AGI Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, commentando il più grande studio condotto in Cina sul nuovo coronavirus. “I dati ci dicono che soltanto un numero limitato di persone può avere conseguenze anche letali, soprattutto se si tratta di persone anziane e/o con problemi di salute come malattie cardiovascolari pregresse” spiega Maga. “La mortalità più apparentemente elevata nella provincia di Hubei, e in particolare nella città di Wuhan, dipende probabilmente – continua – dalle difficoltà riscontrate soprattutto nelle prime fasi dell’epidemia a fornire un’assistenza puntuale ed adeguata a tutti i casi che si presentavano”. “Si vede invece come nelle altre province, la gestione dei casi gravi ha consentito di abbassare il tasso di mortalità fino a livelli dello 0,1-0,3 per cento, confermando di nuovo che si tratta di una malattia infettiva in grado di dare conseguenze anche gravi ma in una fascia di persone ben definita e a cui invece l’assoluta maggioranza delle persone risponde senza andare incontro a gravi patologie e quindi risponde con la guarigione”, conclude il virologo.