Anaao, 10mila medici in più con laurea abilitante? ‘Non esiste’
(da Adnkronos Salute) Diecimila medici in più grazie all’abolizione dell’esame di abilitazione per i laureati in medicina? L’Anaao Assomed si dichiara “stupefatta” per le recenti dichiarazioni rese dal ministro dell’Università Gaetano Manfredi sulla stampa. Il ministro “annuncia con toni trionfalistici l’abolizione, che Ordini dei medici ed organizzazioni sindacali mediche chiedevano da anni”. E aggiunge che “a ore i neolaureati potranno essere impiegati subito nei servizi territoriali, nelle sostituzioni della Medicina generale, nelle case di riposo. Libereranno diecimila medici che saranno trasferiti nei reparti”. “Ma il ministro – denuncia l’Anaao – immagina automatismi occupazionali che non esistono, tantomeno un gioco di vasi comunicanti che vede migliaia di medici di medicina generale liberati per dirigersi, al ritmo della fanfara dei bersaglieri, verso il Pronto soccorso o l’attività ospedaliera in genere”. Soprattutto in un momento come questo, “in cui occorrono conoscenze, competenze ed esperienza specialistica. Peraltro, in una immagine semplicistica dei servizi sanitari territoriali come terreno ideale per stagisti alla prima esperienza. Spiace, inoltre, rivelare al ministro che con questo decreto non è stato accorciato di otto, nove mesi l’ingresso nel mondo del lavoro dei laureati in Medicina. È stato, invece, allargato quell’imbuto formativo che già oggi tiene imprigionate speranze e aspettative di 8000 giovani medici, cui di fatto è impedita la possibilità di completare il percorso formativo – evidenzia il sindacato – Il ministro capirà facilmente, infatti, la differenza tra l’essere, dopo un percorso di sei anni, immediatamente medico ed essere specialista, cioè in possesso dell’unico requisito previsto dalla normativa vigente per accedere al lavoro nel Ssn”. Insomma, “se non convince il Mef ad aumentare in maniera consistente, come gli ha già chiesto il presidente Fnomceo Filippo Anelli, il numero dei contratti di formazione specialistica e delle borse di studio in medicina generale, la soppressione dell’esame di abilitazione si rivelerà un buco nell’acqua e la sua proposta di incrementare a 13.500 gli accessi al corso di laurea un disastro, formativo ed occupazionale. Perché è questo provvedimento che chiedevano, e chiedono, gli studenti, i camici bianchi, i sindacati e gli ordini professionali per rispondere al bisogno di medici specialisti, diventato in Italia negli ultimi anni un’urgenza che la emergenza epidemiologica ha messo a nudo”. “Se veramente ci si vuole adeguare agli standard europei, questa è la cruna dell’ago attraverso la quale si deve passare, con o senza il mondo universitario”, conclude il sindacato.