Pensioni, slittano le scadenze dei contributi. Ecco le date aggiornate
(da Enpam.it) Proroga ulteriore per i contributi di quota A 2020 -che interessano tutti gli iscritti – e le ultime due rate – quarta e quinta – della quota B 2019 (redditi 2018): il consiglio di amministrazione dell’Enpam ha rinviato la scadenza rispetto alla data fissata questa primavera al 30 settembre. E ha reso disponibili due opzioni, breve e lunga, la seconda riguarda chi ha avuto cali di fatturato di oltre un terzo ed i nuovi iscritti. N.B. Entrambe le opzioni, per essere applicate, devono però attendere il nulla osta dei ministeri vigilanti.
Opzione breve Se si sceglie il rinvio breve, i pagamenti rimasti in sospeso vanno saldati entro quest’anno. La scelta è preferibile dai professionisti che hanno interesse a portare i contributi in deduzione nel 2021 per diminuire le imposte da pagare. In tal caso la Quota A va pagata in rata unica entro novembre se si è scelta la domiciliazione bancaria, mentre tutti gli altri verseranno metà importo entro novembre e l’altra metà entro dicembre. La quota B 2019 si pagherà per la quarta rata entro il 30 novembre (inizialmente si sarebbe dovuta versare entro aprile) e per la quinta entro il 31 dicembre 2020 (era per giugno). Per usufruire del rinvio breve non è necessario fare nulla. Chi paga con i bollettini Mav li troverà nella propria area riservata a novembre (oltre a riceverli a casa per posta), mentre chi ha la domiciliazione bancaria riceverà l’addebito sul proprio conto corrente alle scadenze indicate.
Opzione lunga Su questa opzione, premettiamo, pende la spada di Damocle della decisione dei ministeri di Economia e Lavoro, se uno dei due o entrambi dovessero opporsi non sarà praticabile. Chi ha cali di fatturato di oltre il 33% può fare richiesta di rinvio lungo nell’area riservata del sito enpam.it cliccando su “Rateizzazione contributi sospesi per Covid-19″. La domanda, che è riservata a chi ha avuto un calo di fatturato del 33% e ai neo iscritti, va fatta entro il 15 ottobre 2020. Chi sceglie tale opzione, pagherà a rate. Perr la quota A potrà versare il 25% entro il 30 novembre, un altro 25% entro il 31 dicembre, un’altra rata del 25% sarà rinviata al 2021 e spalmata sulle rate della quota A del prossimo anno e l’ultima si dovrà pagare nel 2022 sempre spalmata sulle rate della Quota A 2021. Anche per la quota B 2019 la somma residua di 4a e 5a rata sarà divisa in quattro rate: 25% dell’importo entro il 30 novembre 2020, 25% entro il 31 dicembre, 25% entro il 30 giugno 2021; 25% entro il 30 giugno 2022.
Restano invece confermate le scadenze per la Quota B 2020 relativa ai redditi professionali del 2019. Nei giorni scorsi l’ordine di Milano aveva scritto al presidente della Fondazione Alberto Oliveti chiedendo di differire i versamenti attinenti alla quota A 2020 e alla quota B 2019. Tuttavia, a differenza dei contributi che scadevano prima o durante il lockdown, per i nuovi contributi non ci sono appigli di legge che consentano posticipi. E per chi ha scelto la domiciliazione bancaria restano le cinque rate con le date originarie (31 ottobre 2020, 31 dicembre 2020, 28 febbraio 2021, 30 aprile 2021, 30 giugno 2021). Chi usa la carta di credito Enpam-Banca Popolare di Sondrio può dilazionare il pagamento fino a 12 rate mensili; i possessori attivi da più tempo possono arrivare fino a 60 mesi. Il pagamento con carta di credito, inoltre, consente di portare in deduzione l’intero importo dei contributi, come se fossero stati saldati entro il 31 dicembre dell’anno in corso. La Fondazione ha avviato contatti per migliorare le condizioni di pagamento e di accesso al credito.
Sottolinea il presidente della Fondazione Alberto Oliveti: «Enpam sta facendo comunque tutto ciò che le norme consentono per andare incontro alle esigenze dei tanti iscritti ancora alle prese con le difficoltà della crisi economica post Covid-19. In questo senso riteniamo che un ulteriore rinvio delle scadenze possa essere il modo migliore affinché il versamento dei contributi slitti verso un periodo in cui le difficoltà finanziarie possano essersi, almeno in parte, attenuate”.