Mmg a rischio di implosione
(da M.D.Digital) Potenziali infetti da testare, isolamenti da gestire, campagna vaccinale antinfluenzale e un rapporto con un sistema territoriale che continua a mostrare i propri limiti in moltissime realtà del nostro Paese stanno mettendo a dura prova la resistenza dei medici di famiglia. A testimoniarlo sono le continue denuncie che si levano da Nord a Sud del nostro Paese. Di recente la Fimmg di Pisa, in una nota stampa ha sottolineato l’insostenibile situazione determinatasi a seguito dell’aumento esponenziale dei contagi e delle procedure connesse. “I medici di famiglia, in collaborazione con la continuità assistenziale e con le Usca, stanno operando oltre ogni limite per fronteggiare sul territorio l’emergenza sanitaria. Oltre a tutte le abituali patologie – precisa la nota – i medici del territorio stanno curando casi di Covid-19 in numero dieci volte superiore a quelli ricoverati. Questo sforzo straordinario mantiene in vita la rete ospedaliera, ma non può sopportare anche il peso di richieste incongrue che causano perdite di tempo ed inutili discussioni”.
Fimmg Pisa riafferma dunque che i medici di medicina generale non hanno alcuna potestà di ‘liberare’ i cittadini in quarantena o in isolamento per disposizioni dell’Igiene pubblica o di rilasciare certificazioni di malattia ai contatti asintomatici senza i provvedimenti dell’Igiene né certificati per il rientro al lavoro ai soggetti in quarantena. Parimenti il medico di medicina generale non può sostituirsi all’Igiene pubblica, in difficoltà per i numeri soverchianti, chiedendo tamponi a contatti asintomatici. “Pur comprendendo le preoccupazioni dei cittadini – continua la nota- le richieste di conoscere anticipatamente gli esiti dei tamponi sono parimenti inutili in quanto il Mmg non ha modo di anticipare i risultati dei tamponi rispetto ai dati pubblicati sui siti regionali o sul fascicolo sanitario elettronico, consultabili direttamente dai cittadini. Tutto ciò nel pieno della più grande campagna vaccinale mai realizzata che vede strenuamente impegnati i medici di medicina generale. Questa pressione insostenibile sta minando la capacità della medicina generale di curare sul territorio i malati”.
“Se salta la medicina generale – avvertono – non ci sarà più alcun filtro e gli ospedali saranno presi d’assalto con conseguenze disastrose. Occorre senso di responsabilità e collaborazione da parte di tutti per resistere e vincere questa terribile battaglia”. Il sistema di tracciamento è in tilt in quasi tutte le Regione italiane e questo ha provocato un incremento dei contatti dei Mmg che di fatto sono l’avamposto del Ssn. I pazienti che non hanno risposte dalle Asl, dopo aver eseguito il tampone, si rivolgono ai propri medici di fiducia,per avere notizie e conforto, così come quelli entrati in contatto con persone positive vi si rivolgono per poter avere la prescrizione per eseguire il tampone. In Lombardia, “ogni giorno riceviamo 80-100 chiamate da parte di persone che hanno bisogno di un consulto medico o psicologico” ha dichiarato Anna Pozzi, segretaria della Fimmg di Milano.
Ma la situazione non cambia nel Lazio. A mostrarlo una “piccola indagine” eseguita dalla Smi-Lazio. Smi ha raccolto i dati dell’attività lavorativa nell’ultimo mese su un campione di 24 Mmg di Roma e Lazio. Ogni medico ha ricevuto in media 337 telefonate/settimanali, 28 telefonate di sabato, domenica e festivi, 194 wps -sms/settimanali, 50 wps/fine settimana, 106 mail/settimanali, 175 accessi medi/settimanali negli studi, 6-8 domiciliari /settimanali, 25 segnalazioni Sisp di sospetti Covid/settimanali, 51 tamponi prescritti/settimanali. “La medicina generale non può subire ulteriori ‘assalti’ – precisa il sindacato – da parte dei decisori politici. Chiedergli di eseguire anche i tamponi è da irresponsabili”.