SARS-CoV-2 del futuro “pericoloso” come un raffreddore ?
(da M.D.Digital) L’umanità è stata regolarmente minacciati da patogeni emergenti caratterizzati da tassi di mortalità impressionanti: solo negli ultimi decenni la cronaca è costellata da numerose emergenze sanitarie dovute a infezioni virali acute, tra cui SARS, MERS, Hendra, Nipah ed Ebola. Per fortuna, si trattava di focolai dove le misure di contenimento ne hanno impedito una diffusione ubiquitaria. Ma quando il contenimento non ha avuto successo immediato, come è stato per il nuovo virus betacorona SARS CoV-2 (CoV-2), è necessario comprendere e pianificare la transizione verso l’endemicità e la circolazione continua, con possibile cambiamenti nella gravità della malattia dovuti all’evoluzione del virus e all’accumulo di immunità e resistenza dell’ospite.
La previsione di uno studio pubblicato di recente su Science dipinge uno scenario rassicurante, in cui il virus diventerà endemico e poco aggressivo. Ma in quanto tempo non è dato saperlo.
In un futuro imprecisato (potrebbe trattarsi di anni ma anche di decenni, non è dato saperlo) il virus che ha messo in ginocchio il mondo intero potrebbe compromettere la nostra salute non più di quanto fa un comune raffreddore. L’ottimistica previsione è basata su modelli epidemiologici e, come lo sono necessariamente tutte le previsioni, anche questa è in parte azzardata. Nel senso che è fondata su una serie di ipotesi che non è detto si verifichino. Per arrivare allo scenario ideale con un virus totalmente domato, endemico e quasi innocuo bisogna raggiungere prima alcuni traguardi cruciali, vaccinazione di massa in primis.
Certo, siamo ancora nel campo delle ipotesi ma gli scienziati hanno alcune teorie da proporre. Finora il SARS-CoV-2 ha avuto la strada spianata: si trattava di una minaccia nuova contro la quale non avevamo difese immunitarie specifiche. Ma in futuro le cose cambieranno, in primis perché sempre più persone avranno sviluppato anticorpi, sia in seguito a malattia che dopo vaccinazione, e ciò renderà sempre più difficile al virus di aggredire l’organismo come ha fatto finora. Quel che ci si aspetta è che, quando la percentuale di persone immunizzate sarà elevata, il virus avrà un tasso di circolazione ben più ridotto: sarà sopraggiunta la fase cronica dell’epidemia, quella endemica.
L’ipotesi degli scienziati si basa sui dati provenienti dalle precedenti epidemie di altri coronavirus. Sei predecessori di SARS-CoV-2 hanno fornito informazioni preziose: quattro sono all’origine del comune raffreddore, gli altri due sono i responsabili di malattie ben più gravi come Sars e Mers.
I quattro virus del raffreddore sono endemici e procurano sintomi lievi, quelli all’origine di Sars (Cina, 2003) e Mers (Arabia Saudita, 2012) hanno avuto un elevato tasso di letalità ma una diffusione molto inferiore a SARS-CoV-2.
Secondo gli autori dello studio, il nuovo coronavirus che ha scatenato l’epidemia di Covid-19 è più simile ai virus endemici del raffreddore che ai suoi parenti responsabili delle precedenti gravi sindromi respiratorie.
Ebbene, i coronavirus del raffreddore si comportano così: la prima infezione si verifica in media tra i 3 e i 5 anni di età, dopo di che le persone possono essere infettate più e più volte, aumentando la loro immunità e mantenendo il virus in circolazione, senza però ammalarsi. I ricercatori prevedono un futuro simile per il nuovo coronavirus.
Ma come detto, sui tempi i ricercatori non sono in grado di pronunciarsi. La tempistica per arrivare a questo tipo di condizione endemica, hanno commentato gli autori, dipende dalla rapidità con cui la malattia si sta diffondendo, dalla rapidità con cui viene effettuata la campagna vaccinale e dalla durata della risposta immunitaria dopo l’infezione e dopo il vaccino (non ancora nota). Il che rende così importante che tutti siano esposti per la prima volta al vaccino il più rapidamente possibile.
(Lavineet JS, et al. Immunological characteristics govern the transition of COVID-19 to endemicity. Science 2021; 10.1126/science.abe6522. )