La pandemia ha impresso un’accelerazione fortissima ai cambiamenti del nostro Ssn
(da M.D. Digital) Il Rapporto “OASI 2021- Bocconi 2021”, offre una lettura ampia delle rapide dinamiche di trasformazione che hanno interessato il Ssn italiano nell’ultimo biennio, caratterizzato dall’epidemia causata dal virus Sars-CoV-2. Secondo i ricercatori il Covid ha determinato il susseguirsi di almeno quattro “epoche” di policy, di mission e di cultura istituzionale in soli due anni e all’orizzonte se ne intravede una quinta che, probabilmente, sarà contraddistinta da una nuova austerità, con una spesa sanitaria corrente che non crescerà significativamente. Storicamente infatti, precisano i ricercatori della Sda Bocconi, la governance e la mission prevalente del Ssn sono state caratterizzate da profondi processi di trasformazione che hanno generato “fasi di circa 7-10 anni, durante le quali le configurazioni e gli obiettivi di fondo venivano concettualizzati e rappresentati come stabili”. Ma l’arrivo del virus SARS-CoV-2 ha stravolto questa ciclicità.
Le quattro epoche – La prima (2020), che coincide con la virulenza dell’infezione da Covid, ha mostrato tutte le debolezze del nostro Ssn caratterizzato in quel momento da una delle spese sanitarie pro capite più basse dell’Europa occidentale, con un tasso di crescita della spesa sanitaria pubblica prossimo allo zero se depurato dell’inflazione e con i disavanzi regionali azzerati o molto ridotti. “Un sistema – si legge nel Rapporto – senz’altro sobrio, con un livello di efficienza e appropriatezza evidentemente superiore al decennio precedente e, almeno nel breve, sostenibile per la fiscalità generale del nostro Paese. Tutto questo a prezzo, però, di un significativo invecchiamento medio sia degli organici, sia delle infrastrutture e delle attrezzature” che è stato travolto dalla pandemia e ha trasformato il Ssn in un sistema mission e data driven seppur con un unico obiettivo: la cura, il monitoraggio e la prevenzione del contagio. Nella seconda epoca, che va da marzo 2020 ai primi mesi del 2021 i vincoli finanziari sono stati azzerati. Il Covid ha consentito di acquistare beni e assumere personale per moltissime aree delle aziende sanitarie. Secondo il Rapporto “per la prima volta nella storia del Ssn, ha permesso di superare i silos disciplinari e di organizzare i professionisti per target. Anche per questo, la flessibilità delle linee produttive ospedaliere è aumentata drasticamente”. “La progressiva trasformazione del Covid da emergenza in situazione endemica ma sufficientemente controllata ha condotto alla terza epoca”. L’endemizzazione del virus si è però concretizzata solo dopo l’esaurimento della seconda e della terza ondata epidemica, a fine primavera 2021, in parallelo con il consolidarsi della campagna vaccinale.”La terza epoca, con l’uscita dalla fase acuta dell’emergenza, ha fatto riemergere le forze della path dependecy. I professionisti, esaurito lo stato di necessità e spesso stremati da mesi di lavoro straordinario, hanno presto invocato il rapido ritorno alle strutture e alle culture organizzative tradizionali, caratterizzate da una chiara suddivisione per materie, setting e discipline”. “La quarta epoca, in pieno svolgimento, è quella della costruzione del portafoglio di progetti finanziabili con il Pnrr” che riguardano l’ospedale, il territorio, la ricerca, e allo stesso tempo i fattori produttivi aziendali: edifici, apparecchiature, sistemi informativi, tecnologie. Secondo i ricercatori della Sda – Bocconi sullo sfondo si intravederebbe, “una probabile stagione, (…) in cui si tornerà a baricentrare obiettivi e priorità aziendali sulla sostenibilità economica”. È difficile pensare, “che la spesa sanitaria corrente possa crescere ancora. Il Paese ha raggiunto il 156% di debito pubblico sul Pil, i valori in assoluto più alti della nostra storia repubblicana, da cui bisognerà presto riprendere a rientrare”. Motivo per cui la questione dirimente per i ricercatori è se, “dopo le grandi epoche accelerate di trasformazione del Ssn (emergenza, recupero attività, Pnrr) sia ancora possibile immaginare una stagione di controllo della spesa basata prevalentemente su razionamenti”. “Riusciremo – si chiedeono – a fare il salto paradigmatico verso la razionalizzazione delle risorse? A livello di policy, ma anche di management, la sfida sarà quella di sostituire tagli con processi profondi di riallocazione, riorganizzazione del lavoro, ridisegno delle forme dei servizi, riqualificazione dei target”.