La Medicina Generale, i Codici Bianchi e i falsi miti
(da Quotidiano Sanità) Un collega medico di Medicina Generale della nostra regione discute molto efficacemente di accessi in PS e del ruolo “reale” del Medico di Medicina Generale in questa lettera pubblicata il 10 Ottobre
Gentile Direttore ,
spesso il Medico di Medicina Generale viene additato come la principale causa di elevato numero di accessi cosiddetti impropri in P.S. ( i famosi Codici Bianchi ), su questo mi permetto di sollevare alcune osservazioni. L’uso e l’abuso del Pronto Soccorso è in parte un problema culturale tutto italiano, che si potrà risolvere solo con un lungo ed instancabile lavoro di informazione e formazione della popolazione.
Il problema è notevolmente sovrastimato in quanto il Codice Colore viene rivisto ed attribuito in uscita dal P.S. spesso dopo esami del sangue , accertamenti radiologici e talvolta anche consulenze specialistica: è ovvio che un dolore toracico che in P.S. ha eseguito ECG , Rx torace ed esami ematici con curva della troponina risultati tutti normali viene dimesso come codice bianco ma è altrettanto ovvio che quella tipologia di dolore necessità di una diagnosi rapida e che il P.S. è il luogo preferenziale dove poterlo gestire.
Un numero non trascurabile di cittadini non ha effettuato la scelta del Medico Curante oppure ha il medico di fiducia dove risiede ma non dove lavora o studia. Almeno per quanto concerne la mia realtà territoriale non mi pare che i dati di questi accessi “forse evitabili” siano stati valutati dal punto di vista qualitativo: nessuno si è preso la briga di capire quali siano le tipologie di codici bianchi più frequenti : senza un’analisi di questo tipo qualsiasi soluzione proposta o attuata rischia di essere pura demagogia.
Un altro grande capitolo che a mio parere dovrebbe entrare nella discussione è l’appropriatezza. Siamo sicuri che compito fondamentale e prioritario della Medicina Generale sia valutare le urgenze entro pochi minuti/ore o piuttosto il Core della Medicina Generale è la gestione della Cronicità , della Complessità e della Prevenzione?
Siamo sicuri che 100 accessi “forse evitabili” in P.S. valgano economicamente ed eticamente più di un ictus che lasci il paziente non autonomo per anni e che il Medico di Medicina Generale può e deve , avendone il tempo, tentare di prevenire? Ma se le energie della Medicina Generale sono utilizzate per gestire le urgenze come può gestire bene anche il resto? Un paziente con un dolore acuto non sopportabile e di rapida insorgenza può essere gestito anche dal P.S ma per un paziente fragile e comorbido solo il suo medico curante può intercettare i bisogni e le criticità prima che sfocino in acuzie talvolta foriere di ulteriore perdita di autonomia .
Parimenti i pazienti con alcune tipologie di malessere di lieve-media entità dovrebbero essere educati anche ad attendere qualche ora in più ed essere gestiti dal proprio medico curante senza pretendere il tutto e subito.
Forse la soluzione per il problema dei cosiddetti accessi impropri in PS è aumentare il personale di P.S,. educare la popolazione anche all’attesa (per i sintomi minori) e lasciare al Medico di Medicina Generale il compito più arduo e complesso ovvero la gestione della cronicità, della fragilità e della coborbidità.
Dr. Marco Cupardo
Medico di Medicina Generale
Coordinatore parte teorica CFSMG Bologna
Membro Consiglio Didattico Regionale per la Medicina Generale