Medici di medicina generale ‘vittime’ predilette della burocrazia
(da M.D. Digital) Il carico burocratico e la condizione economica da un lato, lo stress e il bilanciamento con la vita privata dall’altro: su questi fattori sembra giocarsi oggi, a due anni e mezzo dall’inizio della pandemia, la situazione professionale dei medici italiani. A indagare il loro vissuto, lo studio svolto da ‘MioDottore’ – piattaforma leader nella prenotazione online di visite mediche e parte della Unicorn Docplanner. Alla survey, svolta nel periodo di luglio-agosto 2022 in collaborazione con PKE, azienda leader nella gestione dei database della Sanità e nelle strategie di marketing per le aziende farmaceutiche, hanno partecipato complessivamente 694 medici, tra specialisti e medici di famiglia, e i risultati offrono una istantanea delle criticità vissute, dei desideri e delle prospettive sul futuro della professione.
I medici di medicina generale non sono appagati dalla professione. Medici specialisti e medici di medicina generale sembrano vivere in modo quasi opposto la propria condizione professionale. Se il 72% degli specialisti si dichiara soddisfatto dal proprio lavoro, lo stesso non vale per i medici di famiglia: solo 3 su 7 si dicono appagati dalla professione (29%). Tra le cause di questo malcontento, in primis, il carico burocratico, ritenuto il fattore meno soddisfacente da più della metà dei rispondenti (56%), seguito da un trattamento economico non adeguato (18%). Più nel dettaglio, la burocrazia impatta negativamente sul vissuto dei medici di medicina generale: per il 77% di loro è proprio questo il fattore più frustrante, contro il 41% degli specialisti. Questi ultimi lamentano, invece, in maniera maggiore l’aspetto economico: per il 23% dei medici specialisti lo stipendio non è adeguato (aspetto riportato da solo 1 medico di medicina generale su 10). Meglio invece la comunicazione con i pazienti, ritenuta buona dal 58% degli intervistati. Particolarmente appagati dalla relazione con i propri assistiti sono gli specialisti (69%), mentre circa la metà (55%) dei medici di famiglia intravedono un margine di miglioramento anche nell’aspetto comunicativo.