Il prezzo della sedentarietà sulla salute. Il report OMS/OCSE per invertirne la tendenza

(da MSD Salute)Evitare oltre tre milioni di casi di malattie cardiovascolari e depressione, quasi 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e più di 400.000 casi di tumori. Obiettivi che sarebbe possibile raggiungere in Europa ed entro il 2050, aumentando la pratica di attività fisica da parte della popolazione.    È quanto risulta dal report Step up! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa, a cura di OMS e OCSE, secondo il quale per ottenere questi risultati sarebbe sufficiente aumentare i livelli di attività fisica almeno fino ai minimi raccomandati dall’OMS, pari a 150 minuti alla settimana.  Raggiungere l’obiettivo di 300 minuti a settimana, invece, eviterebbe altri 16 milioni di casi di malattie non trasmissibili, con ingenti risparmi per la spesa sanitaria.  Ma, in base ai risultati dell’ultimo sondaggio di Eurobarometro, il 45% dei soggetti intervistati dichiara di non praticare alcun tipo di esercizio fisico o sport, mentre per una persona su tre il grado di attività è ritenuto insufficiente. Donne, anziani e individui appartenenti alle classi socio-economiche più svantaggiate sono le categorie che meno rispondono alle raccomandazioni delle autorità sanitarie. Il documento si compone quindi di più parti: oltre a evidenziare i benefici generali dell’attività fisica, vengono messe in luce le stime dei risparmi associati alla diffusione dell’attività fisica, e le iniziative che a livello politico potrebbero essere intraprese per indurre la popolazione ad abbandonare la sedentarietà.

Cronicità e attività fisica

In Europa le malattie croniche non trasmissibili sono la principale cause di morte e negli Stati membri la somma dei decessi per malattia cardiovascolari e per tumore ammonta al 60% del totale. Circa il 40% degli over 65 presenta, inoltre, almeno due condizioni croniche, e circa il 30% almeno una limitazione nell’attività quotidiana che potrebbe richiedere un’assistenza sanitaria a lungo termine.   La maggioranza delle più comuni malattie croniche non trasmissibili è, tuttavia, favorevolmente influenzata dalla pratica di regolare esercizio fisico. Anche una singola sessione di attività da moderata a vigorosa, nel giorno in cui viene praticata, può ridurre la pressione sanguigna, migliorare la sensibilità all’insulina e il sonno, diminuire i sintomi ansiosi e migliorare alcuni aspetti cognitivi, come attenzione e memoria.    La maggior parte di questi miglioramenti aumenta progressivamente quando l’attività è praticata regolarmente. Altri benefici, come la riduzione del rischio di malattia e la migliore funzionalità fisica, sono invece il risultato di giorni o settimane di allenamento.

I benefici sulla salute

La pratica regolare di attività fisica è uno dei più importanti mezzi per migliorare il proprio stato di salute fisica e mentale, e il proprio benessere. I benefici dell’attività fisica riguardano, infatti, sonno, salute mentale e salute cognitiva, prevenzione delle malattie, peso corporeo, fitness, equilibrio e coordinamento, forza funzionale.   Nel dettaglio, con l’esercizio fisico si possono ottenere i seguenti vantaggi:

-miglioramento della qualità del sonno

-riduzione dei sintomi di depressione e ansia

-aumento delle capacità di giudizio, pensiero e apprendimento

-prevenzione delle malattie croniche, cardiovascolari, tumori e diabete

-controllo del peso corporeo

-miglioramento dello stato cardiorespiratorio e della forma muscolare

-riduzione del rischio di cadute

-miglioramento della salute dei tessuti ossei.

Aumentare i livelli di attività fisica della popolazione sarebbe, inoltre, di supporto alla ripresa dopo il Covid-19, creando una popolazione più sana, più resiliente e con una maggior salute mentale, e avrebbe ricadute positive sull’ambiente, riducendo le emissioni e aumentando gli spazi verdi. La messa in pratica delle indicazioni dell’OMS, con 150 minuti di attività fisica di grado moderato-intenso ogni settimana da parte di tutta la popolazione, permetterebbe:

– di prevenire più di 10.000 decessi prematuri in soggetti tra i 30 e 70 anni

– di aumentare l’aspettativa di vita delle persone che non sono sufficientemente attive di 7,5 mesi, e del totale della popolazione di circa 2 mesi

un risparmio per gli Stati membri dell’Unione Europea pari in media allo 0,6% del proprio budget di assistenza sanitaria. Questo si tradurrebbe in un totale di circa 8 miliardi di euro PPP (parità di potere d’acquisto, calcolata per uniformare il potere di acquisto delle diverse valute, al netto delle differenze di prezzo tra paesi) per anno risparmiati.

Politiche pubbliche

Nell’ambito dei paesi europei, Italia Francia e Germania sono quelli caratterizzati dal maggior carico di attività fisica insufficiente sulla spesa sanitaria. Secondo le stime contenute nel report, da oggi al 2050, la spesa per il trattamento delle patologie conseguenti alla mancanza di attività fisica sarà di 1,3 miliardi di euro PPA, 1 miliardo e 2 miliardi rispettivamente.   Varie le opzioni politiche per indurre la popolazione ad aumentare i propri livelli di attività fisica, e ridurre i costi sanitari. Alcune sono indirizzate a target specifici, e quindi prevedono, per esempio, interventi nella scuola, sui luoghi di lavoro, in contesti di assistenza sanitaria. Altre mirano ad aumentare l’accesso allo sport, o a intervenire sul contesto ambientale per incoraggiare le attività outdoor e le politiche dei trasporti.  Vista la complessità del fenomeno, viene ribadita la necessità di attuare un pacchetto di misure da indirizzare a tutti i drivers, contemporaneamente. L’investimento e l’allocazione di risorse per un fine tanto articolato porterà così ritorni maggiori, rispetto a quanto accadrebbe se venissero attuate delle misure politiche isolate.

(OECD/WHO (2023). Step Up! Tackling the Burden of Insufficient Physical Activity in Europe. OECD Publishing, Paris
https://doi.org/10.1787/500a9601-en)