Aumenta la secchezza oculare nei bambini: uso eccessivo di pc e smartphone
(da DottNet) Da Napoli parte l’allarme sulla moderna emergenza in campo oculistico, quella della secchezza oculare (Dry Eye), che riguarda già oltre dieci milioni di pazienti in Italia e che, a causa dell’uso eccessivo di pc, tablet e smartphone, vede un preoccupante aumento dei pazienti anche in età pediatrica. Se ne è discusso al Congresso “Napoli 2024: Cataratta, Refrattiva e Superficie oculare – Come migliorare la qualità della vita delle persone”, in programma presso il centro congressi dell’Hotel Royal Continental. Per due giorni Napoli è la capitale dell’oculistica, grazie al congresso organizzato dal professore Vincenzo Orfeo, direttore Unità operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli, che ha portato in città oltre 600 esperti e 155 relatori, tra lezioni, letture magistrali e Wet Lab per sperimentare operazioni innovative. Sempre da Napoli, in particolare dal Tigem di Pozzuoli, arrivano inoltre importanti novità grazie alla ricerca, che presto permetterà la cura delle distrofie retiniche ereditarie e di altre patologie rare.
Il congresso ha ospitato la chiusura del progetto della Fondazione OneSight gruppo Essilor-Luxottica, che per due mesi ha previsto l’impegno di oculisti a Scampia: visitati gratuitamente oltre mille pazienti e donati centinaia di occhiali insieme ad Airo onlus, che da anni è anche in Africa, impegnata accanto alle popolazioni più svantaggiate di Madagascar, Ghana e Tanzania. “Due giorni di grande importanza con i maggiori esperti di settore”, sottolinea Vincenzo Orfeo. “L’appello ai cittadini è quello di fare prevenzione, con le visite mediche preventive si possono evitare grandi problemi. La secchezza oculare è un’alterazione della superficie oculare per la carenza di lacrimazione dovuta all’eccessiva esposizione a computer, tablet e smartphone, che riguarda sempre più pazienti adulti videoterminalisti ma anche presente ed in incremento in età pediatrica. Bisogna modificare più possibile le abitudini dei bambini, perché stiamo creando una generazione di potenziali futuri malati”.