Il Fascicolo sanitario stenta, frattura digitale tra Regioni

(da Ansa.it)   Non decolla il Fascicolo sanitario elettronico. Anzi, quello che sarebbe dovuto essere uno degli strumenti chiave della trasformazione digitale della sanità rischia di trasformarsi nel volano di nuove forme di diseguaglianza: la sua implementazione procede infatti a velocità differenti nelle diverse aree del Paese creando una vera “frattura digitale”, con soltanto quattro tipologie di documenti sanitari disponibili in tutte le Regioni e appena il 42% dei cittadini che ha espresso il consenso alla consultazione dei propri dati. È quanto emerge da un’analisi della Fondazione Gimbe presentata in occasione del 9° Forum Mediterraneo in Sanità tenutosi a Bari. “Il Fascicolo sanitario elettronico – afferma il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – oggi, per milioni di cittadini, resta uno strumento ben lontano dalla piena operatività”. E “il divario digitale tra le Regioni rischia di trasformarsi in una nuova forma di esclusione sanitaria”. L’analisi si basa sui dati resi pubblici sul portale Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 del ministero della Salute e del dipartimento per la Trasformazione Digitale, aggiornati al 31 marzo 2025. Sono 16 le tipologie di documenti che dovrebbero confluire nel Fascicolo sanitario elettronico. Tuttavia, a oggi solo 4 di essi (lettera di dimissione ospedaliera, referti di laboratorio e di radiologia e verbale di pronto soccorso) sono presenti in tutte le Regioni. L’analisi Gimbe non tiene conto di un aggiornamento delle ultime ore del portale che ha fatto salire a 6 i documenti disponibili in tutte le Regioni. La sostanza, però, non cambia. “Un cittadino siciliano e uno veneto non hanno le stesse possibilità di accesso alla propria documentazione clinica. Questo non è accettabile in un servizio sanitario che si definisce universale”, dice Cartabellotta. Particolarmente critica la situazione della cartella clinica, resa disponibile solo dal Veneto. Lettera di invito per screening, vaccinazioni e altri percorsi di prevenzione si trovano sul Fascicolo di solo sei Regioni. Nel complesso, tuttavia, nessuna Regione rende disponibili tutti i documenti. Differenze altrettanto ampie si riscontrano sul fronte dei servizi disponibili. Dovrebbero essere 45 in tutto – dal pagamento di ticket alla scelta del medico di medicina generale – tuttavia solo la Toscana e il Lazio superano la soglia del 50% dei servizi attivati. All’estremo opposto, in Calabria la disponibilità si ferma al 7%. Ciò non sempre significa che questi servizio non siano disponibili per i cittadini. “Molti dei servizi digitali sono accessibili tramite altri canali, come portali web o app offerti dalle Regioni”, precisa Cartabellotta. “Tuttavia, se questi non vengono integrati anche nel Fse, da un lato si perde l’obiettivo di creare un’unica piattaforma digitale per il cittadino, dall’altro il monitoraggio nazionale restituisce una fotografia parziale e sottostimata dell’effettiva disponibilità dei servizi offerti”, conclude il presidente Gimbe.