Certificati sportivi, attenzione: non tutti i medici possono rilasciare quelli non agonistici

(da Doctor33)     Storia di fantasia, ma potrebbe accadere. La scuola di ballo da sala chiede un certificato per lo sport non agonistico al signor Tizio. Che è giovane, non ha fattori di rischio e obietta che la scuola non è gestita da associazione affiliata Coni, quel certificato dal suo medico di famiglia non dovrebbe farlo. L’istruttore gli suggerisce di andare dal medico “qui sotto” che gli rilascerà il certificato a prezzo molto conveniente. La visita si fa, il certificato costa pochi euro, non è richiesto elettrocardiogramma. Ma un giorno il signor Tizio durante una seduta faticosa accusa un problema cardiaco, sta male e non c’è nulla da fare. La scuola tira fuori il certificato medico, ma i carabinieri intervenuti sul posto dicono che non è regolare perché chi lo ha redatto non è né medico di famiglia né pediatra né medico specialista in Medicina dello Sport né iscritto alla Federazione medici sportivi. E tanto meglio per lui se ha rilasciato un certificato “banale” su carta bianca, se avesse redatto il vero certificato per lo sport non agonistico su modello ministeriale sarebbe incorso in rischi anche penali. Così può nascere una grana da una situazione in origine non complessa – la palestra non affiliata CONI non è tenuta a chiedere certificato sportivo salvo che l’assicurazione per tutelarla non gliela chieda.  «Il “decreto del fare” del 2013 esentava dal certificato medico i soggetti praticanti attività ludico motoria non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline e agli Enti riconosciuti dal Coni. Ma ciò non vuol dire che le scuole e le palestre non possano continuare a chiedere il certificato non agonistico», dice Guido Marinoni medico di famiglia e segretario Fimmg Bergamo nonché esperto della tematica. «Il medico convenzionato, di fronte alla richiesta del suo assistito, certificherà in modo obiettivo, ovviamente in libera professione». E’ possibile che la palestra dirotti l’utente da un medico più “a portata di mano”. «Si possono porre due possibilità», dice Marinoni. «La prima, più “coerente”, è che la palestra chieda il certificato sportivo non agonistico redatto su modello ministeriale, che possono compilare solo medici di famiglia, pediatri, medici Fmsi e medici sportivi, e che riguarda tutti gli sport praticati in società affiliate CONI tranne quelli inseriti in un elenco (chiarimenti CONI 10 giugno 2016) e non necessitanti sforzi particolari. Qui è consigliabile che il paziente vada dal suo medico o dal medico sportivo. Può invece accadere che la palestra si contenti di un certificato redatto su carta bianca, meramente lecito, ma senza lo stesso valore del certificato non agonistico ove lo si volesse utilizzare con le finalità di quel certificato, e questo può essere redatto da qualsiasi medico in libera professione».

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Pensioni, approvato schema su cumulo gratuito. Start a domande imminente

(da Doctor33)   Settemila nel 2017, poi una crescita fino ad arrivare a svariate decine di migliaia dal 2019; tante saranno le richieste di cumulo gratuito alle quali il Ministero del Lavoro da questo mese apre definitivamente la porta. C’era già la possibilità di cumulare spezzoni lavorativi gratuitamente solo in ambito Inps, ma ora arriva la chance prevista dalla Finanziaria 2017 di cumulare i periodi lavorati da iscritti presso tutte le casse previdenziali, incluse le privatizzate come l’Enpam.

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DDL Lorenzin, Fnomceo fuori da tutti i tavoli istituzionali !!

La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), vista la stesura dell’articolo 3bis del DDL Lorenzin sulla riforma degli Ordini, prende atto del fatto che l’attuale testo superi la reale esigenza di un adeguamento istituzionale, da tutti condiviso, per rappresentare di fatto l’introduzione di un primato della politica dei partiti sulle rappresentanze istituzionali della professione.
La Federazione stigmatizza l’atteggiamento della politica rispetto ad un reale e necessario riordino del sistema di rappresentanze istituzionali e ritiene pertanto di ritirarsi da tutti i tavoli di collaborazione istituzionale in essere sino a quando le proprie istanze non abbiano avuto il necessario e concreto ascolto.
Preannuncia la convocazione di un Consiglio Nazionale straordinario urgente per dare atto ai Presidenti degli Ordini provinciali di aver svolto il mandato di merito affidatogli e condividere la proposta di sospendere ogni collaborazione istituzionale, anche a livello periferico.
Esprime l’auspicio che il Parlamento riveda la propria posizione e tenga conto del fatto che l’autonomia della professione dalla politica è elemento di tutela e garanzia per la salute dei cittadini e per la sostenibilità del
Servizio Sanitario Nazionale”.

Catania: parla la dottoressa aggredita in guardia medica: “Sono stata violentata anche da istituzioni”

(da Repubblica.it)   “La solidarietà espressa dai colleghi è la più sincera che ci possa essere, perché siete consapevoli che tutti sareste potuti essere al mio posto. Nessuno sconto, invece, per le Istituzioni, a cui solo una cosa posso dire: io sono stata violentata anche da voi”. Sono parole forti quelle della dottoressa aggredita in Guardia Medica a Trecastagni, pronunciate questa mattina di fronte ai 106 presidenti degli Ordini dei Medici, riuniti nel Consiglio della Fnomceo, e ai 106 presidenti delle Commissioni Albo odontoiatri, in assemblea plenaria a Giardini Naxos (Messina).  “Quella della sicurezza è solo la punta dell’iceberg – sottolinea – Noi medici abbiamo perso la dignità. La nostra professione si è snaturata, è diventata una cosa che non è più essere medico, è soffocata dall’affanno di evitare le denunce, di seguire pedissequamente i protocolli. Sfugge un concetto fondamentale: noi dobbiamo curare le persone”.
“Ho intrapreso questa strada per passione”, aggiunge. E racconta: “Anche la scelta di fare la guardia medica non è stata un ripiego, ma una decisione consapevole proprio perché volevo essere in prima linea, vicina alle persone che soffrono”. Per la dottoressa, “le istituzioni non hanno semplicemente lasciato sola me, mettendomi in pericolo e poi umiliandomi quando la mia aggressione è stata derubricata a infortunio sul lavoro. Il sistema rischia di travolgere la nostra intera professione. Siamo tutti vittime: a questo gli Ordini devono opporsi. Gli Ordini devono essere la casa, ma anche la famiglia di noi medici – ha concluso la dottoressa – E come in una famiglia i genitori non devono essere troppo permissivi con i figli, così è un errore assumere un atteggiamento paternalistico verso quei colleghi che sbagliano”.
“Va recuperata l’autorevolezza del nostro ruolo – ha risposto la presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani – Grazie per le tue parole, è un onore averti conosciuto”. Dopo l’appello della dottoressa sono emerse dal Consiglio nazionale diverse proposte, che verranno raccolte e riassunte in una mozione.

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