Giornata sicurezza paziente, priorità di salute globale. Come ridurre gli errori diagnostici

(da Doctor33)   Il 16% dei danni prevenibili nei sistemi sanitari è dovuto a errori diagnostici. Ridurli è necessario perché una diagnosi ritardata, errata o mancata può prolungare la malattia, causare disabilità, il decesso e maggiori costi sanitari. Migliorare la diagnosi per la sicurezza del paziente, “Improving diagnosis for patient safety”, con il claim “Get it right, make it safe (fai la cosa giusta e rendila sicura), è il tema scelto per la VI Giornata della sicurezza dei pazienti World Patient Safety Day 2024 che si celebra in tutto il mondo e che è stata istituita dalla 72a Assemblea mondiale della sanità e promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità per riconoscere la sicurezza dei pazienti come una priorità di salute globale e richiamare l’attenzione di tutti: pazienti e famiglie, operatori sanitari, decisori politici e società civile, sul ruolo essenziale della sicurezza delle persone assistite. “La sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona. In un mondo in rapida evoluzione, con sistemi sanitari sempre più complessi, è nostro dovere garantire che la sicurezza rimanga al centro di ogni nostra azione e decisione. Oggi, più che mai, riconosciamo l’importanza di un approccio olistico alla sicurezza delle cure”, dichiara Rocco Bellantone, Direttore dell’ISS, in occasione della giornata mondiale.

“La sicurezza dei pazienti è la bussola che guida il lavoro delle aziende sanitarie e degli ospedali italiani per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, in tutti gli angoli del Paese e per ogni fase della prevenzione, diagnosi e cura. La totalità (95%) delle aziende sanitarie ha infatti definito procedure specifiche per la riduzione degli errori clinici e la gestione delle anomalie, come emerso da una recente indagine Fiaso, realizzata con l’Università Cattolica di Roma. Un impegno straordinario che vogliamo valorizzare oggi, in occasione della sesta Giornata mondiale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, ‘World Patient Safety Day’, promossa dall’Oms”. Così in una nota Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. “Bisogna infatti raccontare – puntualizza – lo sforzo quotidiano delle strutture per migliorare i processi diagnostici garantendo la sicurezza dei pazienti, a partire dalla prevenzione degli errori, favorendo l’indispensabile alleanza tra cittadini, istituzioni e operatori della sanità. Asl e ospedali sono in prima linea per assicurare il ‘clinical risk management’, cioè la gestione del rischio clinico in ambito sanitario, attraverso strategie fondamentali per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza dei pazienti. Una sfida che deve coinvolgere tutti, ma che deve includere anche un efficace governo della domanda di prestazioni. Senza appropriatezza – avverte Migliore – non può esserci vera sicurezza della cura e dell’assistenza. Un tema ancora più attuale in questo momento, perché tutto ciò che facciamo per migliorare la qualità delle cure contribuisce certamente anche a ridurre i possibili episodi di aggressioni a medici e operatori sanitari”.”Assicurare la sicurezza del paziente e prevenire gli errori diagnostici e terapeutici – conclude – oltre a essere un fondamentale obiettivo per la tutela della salute dei cittadini, consente di minimizzare il rischio di contenzioso e anche le pesanti ricadute economiche a carico delle aziende sanitarie, che si trovano spesso in regime di autoassicurazione”.

L’Italia è uno dei Paesi con la più alta aspettativa di vita al mondo e si trova di fronte a sfide significative per il futuro del suo sistema sanitario. Si stima che entro il 2050 gli ultrasessantacinquenni rappresenteranno il 35,9% della popolazione, con un’aspettativa di vita media di 82,5 anni. Sebbene questa longevità rappresenti un traguardo importante, la bassa natalità e l’invecchiamento della popolazione pongono questioni urgenti di sostenibilità economica e di gestione della salute pubblica. Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, in occasione dell’evento celebrativo della VI Giornata nazionale della sicurezza della persona assistita e delle cure, ha sottolineato che “la sicurezza della persona assistita e delle cure è una priorità per la salute globale, è un tema centrale per tutti i professionisti sanitari e coinvolge tutte le aree: prevenzione, diagnosi, terapia, riabilitazione e cura. “Non nuocere” è il principio più importante per qualsiasi servizio sanitario. Tuttavia, i dati statistici e la letteratura mostrano che il peso dei danni prevenibili alle persone assistite è enorme. Dobbiamo lavorare affinché la maggior parte degli errori che provocano danni che non derivano dalle pratiche di un singolo professionista sanitario o di un gruppo di questi, ma piuttosto da fallimenti nel sistema o nei processi che portano tali professionisti a commettere errori, possano essere prevenuti per la salute globale”.

 

Tutto quel che medici e odontoiatri neogenitori devono sapere

(da Enpam.it)  Quali sono le ultime novità che i camici bianchi che diventano genitori devono conoscere per potere beneficiare delle tutele a loro riservate? Lo spiega Marco Perelli Ercolini nel suo “Lavoratrice madre medico”, la cui 18esima edizione, aggiornata al 30 maggio di quest’anno, è disponibile sul sito Enpam.it. (https://www.enpam.it/wp-content/repository/universaliamultimediale/LMM/indice.htm)  In particolare, nei paragrafi 4.2.1 e 4.2.2, il volume analizza le più recenti norme che regolano congedo di maternità, congedo di paternità e congedo parentale.

 

Libri ricevuti – Perle (?) e Pirlate (?) di Franco Casadei

Da oggi iniziamo a pubblicare delle recensioni dei libri scritti dai colleghi medici ed odontoiatri che cortesemente inviano i frutti del la loro attività letteraria al nostro Ordine,  come richiediamo da anni.

Il primo che scegliamo è stato scritto da Franco Casadei, otorino e poeta (e non sappiamo quale delle due attività sia ora prevalente) che ha messo a frutto la sua vecchia passione per aforismi e paradossi, dedicandosi stavolta a raccogliere tutte le stranezze udite dai pazienti durante ben cinquanta anni di professione.   L’autore le ha catalogate attentamente e pubblicate in una sessantina di pagine, per i tipi del Ponte Vecchio di Cesena.

Il libro si intitola “Perle (?) e Pirlate – Aforismi, paradossi e patacate” ed è perfetto per passare qualche ora divertente, per ridere e sorridere, anche con un pochino di nostalgia per i vecchi tempi. Quando, senza i ‘social’ e wikipedia, era ancora possibile conversare con i pazienti (allora molto più genuini e meno presuntuosi) e sentire così storpiature immaginifiche di proverbi e dei termini scientifici.  E’ capitato a tutti udire degli enormi strafalcioni durante la nostra attività. A volte era anche molto difficile stare seri, mantenendo l’aplomb del professionista. Franco Casadei ci ha ricordato quei tempi, e gliene siamo molto grati

Consumo di carne, un maxi studio conferma il link con il diabete

(da DottNet)   Il consumo di carne, in particolare di quella lavorata e di quella rossa non lavorata, è un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 in tutte le popolazioni. Lo conferma una maxi meta-analisi condotta su quasi due milioni di adulti in 20 Paesi e pubblicata sulla rivista scientifica ‘Lancet Diabetes and Endocrinology’. Studi precedenti avevano segnalato un aumento del rischio di diabete associato al consumo di carne lavorata e carne rossa non lavorata. Tuttavia, le differenze negli approcci di valutazione delle prove e nell’interpretazione dei dati, oltre a una distribuzione delle coorti di studio incentrata su Europa e Stati Uniti, impedivano di trarre conclusioni definitive su questa associazione.

I ricercatori dell’University of Cambridge School of Clinical Medicine hanno quindi eseguito una meta-analisi di dati dei singoli partecipanti ottenuti da 31 coorti distribuite in tutti i continenti all’interno del progetto globale Inter Connect. I dati – clinici e relativi alle abitudini alimentari – sono stati ottenuti da un totale di 1.966.444 individui, donne e uomini. Tra loro sono stati identificati 107.271 casi di diabete di tipo 2 durante un periodo di follow-up di 10 anni.  I risultati dello studio indicano che il consumo di carne lavorata, carne rossa non lavorata e pollame ha aumentato il rischio di diabete di tipo 2 in varie regioni del mondo (del Nord America, Europa e Pacifico occidentale). Mentre l’associazione tra consumo di pollame e diabete di tipo 2, pur se presente era più debole. Questi risultati “evidenziano l’importanza di ridurre il consumo di carne per la salute pubblica e dovrebbero informare le linee guida dietetiche”, concludono i ricercatori. .

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