Regione Emilia Romagna: ulteriore proroga dei termini per la presentazione della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria per le strutture già operanti al 20 dicembre 2023
Solo alle strutture già operanti al 20 dicembre 2023 è concessa la proroga dei termini al 31 ottobre 2024 per la presentazione della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria (art. 10 e 11, LR 22/2019) da inviare ai Comuni ove ha sede lo studio (Modulo 8-bis (54.17 KB)) e la proroga dei termini al 28 febbraio 2025 per l’adeguamento degli studi ai requisiti autorizzativi (Allegato 1- DGR n. 1919/2023), come indicato nella Nota regionale del 29 maggio 2024. (
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L’attività fisica si misura in step
(da Univadis) Le linee guida raccomandano di dedicare ogni settimana almeno 150 minuti all’attività fisica moderata o 75 minuti all’attività vigorosa. Chi non ama calcolare quanto tempo manca all’agognata meta potrebbe avere un’alternativa: fissare come obiettivo un numero di passi e farsi aiutare dallo smartphone. Uno studio dell’Università di Harvard suggerisce infatti che tempo dedicato all’attività fisica da moderata a vigorosa (moderate to vigorous physical activity, MVPA) e conteggio dei passi (step count, SP) sono misure di attività fisica che si associano in modo paragonabile alla mortalità per ogni causa.
Associazioni simili – I ricercatori americani hanno analizzato i dati relativi a 14.399 donne di 62 anni o più che avevano partecipato al follow-up del Women’s Health Study. Durante lo studio ancillare del 2011-2015 alle partecipanti è stato chiesto di compilare questionari con domande sull’attività fisica svolta e di indossare un accelerometro per 7 giorni consecutivi. Il follow-up è terminato nel 2022.
Dall’analisi, corretta per potenziali fattori confondenti, è emerso che sia i valori di MPVA che quelli di SP erano inversamente proporzionali alla mortalità. Le partecipanti che superavano il limite minimo di 150 minuti di MPVA a settimana avevano un rischio di mortalità del 32% più basso rispetto a quelle che ne facevano meno di tutte. Similmente, le donne che facevano in media 7.000 passi al giorno avevano un rischio del 42% più basso rispetto alle partecipanti con un numero di passi quotidiano che rientrava nel quartile più basso.
Quel che resta da capire – Quanti passi bisogna fare per avere benefici in termini di mortalità? Secondo una recente metanalisi almeno 6.000-8.000 per gli adulti con più di 60 anni e 8.000-10.000 per gli individui più giovani. Le conclusioni dello studio, pubblicato su JAMA Internal Medicine, si applicano alle donne anziane e serviranno altri studi per verificare se siano applicabili anche a persone di età o sesso diverso o se ci siano delle differenze quando si considerano altri esiti di salute. In un editoriale si sottolinea che l’accelerometro usato dalle partecipanti allo studio è più accurato del contapassi dello smartphone. Tuttavia, dato che gli smartphone sono ubiquitari potrebbero essere lo strumento su cui fare affidamento per assegnare degli obiettivi facilmente comprensibili e misurabili, vale la pena testarne l’affidabilità negli studi futuri.
Richiesta di indennizzi ENPAM per gli iscritti alluvionati Maggio 2023 scadenza presentazione domanda il 29 MAGGIO 2024
Si informano gli iscritti alluvionati a maggio 2023 della nostra provincia, CHE ANCORA NON AVESSERO PRESENTATO LA DOMANDA DI INDENNIZZO ENPAM IN ALLEGATO, che la scadenza dell’invio è il 29 MAGGIO 2024.
Coloro che avessero GIA’ INVIATO LA RICHIESTA NON COMPLETA DI TUTTI GLI ALLEGATI NON DEVONO TENERE PRESENTE QUESTA SCADENZA MA DEVONO CERCARE DI COMPLETARLA NEL PIU’ BREVE TEMPO POSSIBILE.
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L’empatia del medico riduce il dolore nel paziente
(da M.D.Digital) Nell’indagine un team di ricercatori dell’Health Science Center dell’Università del North Texas a Fort Worth ha misurato l’associazione tra empatia del medico e dolore, funzionalità e HRQOL tra i pazienti con lombalgia cronica. Sono stati inclusi i dati di 1.470 pazienti (età media 53.1, 74.4% donne) che hanno completato 5.943 incontri.
I ricercatori hanno scoperto che una maggiore empatia con il medico era inversamente associata all’intensità del dolore, alla disabilità correlata alla problematica clinica e ai deficit di HRQOL per ciascuna misura. Di conseguenza, il gruppo di medici molto empatici ha riportato un’intensità media del dolore inferiore, una minore disabilità media correlata alla schiena e un minor numero di deficit HRQOL su ciascuna misura rispetto al gruppo di medici leggermente empatici. Risultati più favorevoli sono stati osservati in associazione all’empatia del medico rispetto ai trattamenti non farmacologici, alla terapia con oppioidi e alla chirurgia della colonna lombare.
Una maggiore empatia con il medico era inversamente associata all’intensità del dolore (β = -0.014; p<0.001), disabilità correlata alla schiena (β = -0.062; p<0.001) e deficit HRQOL su ciascuna misura (interferenza del dolore: β = -0.080; p<0.001). Di conseguenza, rispetto al gruppo di medici poco empatici, il gruppo di medici molto empatici ha riportato un’intensità media del dolore inferiore (6.3 vs 6.7; p<0.001), minore disabilità correlata (14.9 vs 16.8; p<0.001) e meno deficit HRQOL su ciascuna misura (affaticamento: 57.3 contro 60.4). Tutte le differenze tra i gruppi di empatia medica erano clinicamente rilevanti, con valori che variavano da 0.21 a 0.30 per l’intensità del dolore e per disabilità correlata alla schiena, affaticamento e interferenza del dolore. L’empatia del medico è stata associata a esiti più favorevoli rispetto ai trattamenti non farmacologici, alla terapia con oppioidi e alla chirurgia della colonna lombare
“L’empatia del medico è un aspetto importante della relazione medico-paziente tra coloro che soffrono di dolore cronico”, scrivono gli autori. “Maggiori sforzi per coltivare e migliorare l’empatia con i medici sembrano giustificati in questa popolazione.”
(Licciardone JC, et al, Physician Empathy and Chronic Pain Outcomes. JAMA Network Open 2024. DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2024.6026)