NON SI TROVA, Carenze e indisponibilità di farmaci. Il libretto prodotto dall’AIFA su questo tema

(da Fimmg.org – riproduzione parziale)  Quando un farmaco non si trova in farmacia, potrebbe essere “carente”. Vuol dire che l”azienda che lo commercializza potrebbe aver dichiarato ad AIFA le difficoltà a rifornire il mercato e AIFA, quindi, lo avrà inserito nell”elenco dei farmaci carenti che è pubblicata sul portale dell”Agenzia. In questo elenco, il paziente e i professionisti sanitari possono trovare una possibile indicazione su cosa fare per sopperire alla mancanza del farmaco, come ad esempio:    a)  ricorrere ad un medicinale equivalente presente sul mercato;   b)  rivolgersi al MMG/specialista per valutare la prescrizione di un farmaco alternativo disponibile per la propria patologia;  c)  rivolgersi alle strutture sanitarie competenti per il territorio (aziende sanitarie/ospedaliere) per richiedere l”importazione del farmaco mancante, reperendolo sul mercato estero.    Tutte queste azioni sono spiegate nel libretto “Non si Trova” recentemente prodotto da AIFA, scaricabile qui Libretto NON SI TROVA

Farmaci. Aifa attiva nuovo servizio di consultazione della banca dati

(da Quotidiano Sanità)  L’Agenzia Italiana del Farmaco ha attivato il nuovo servizio di consultazione della banca dati dei farmaci “AIFA Medicinali” (https://medicinali.aifa.gov.it/it/#/it/). Il servizio consente una ricerca più veloce e accurata dei documenti e delle informazioni sui farmaci autorizzati in Italia. Oltre a visualizzare e scaricare il Foglio Illustrativo e il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei medicinali, i cittadini, gli operatori sanitari e le aziende possono trovare informazioni sulla rimborsabilità del medicinale da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sul regime di fornitura e su eventuali carenze.

Quota B, 300 borse di studio per i figli

da Enpam.it)   Anche quest’anno l’Enpam accompagna negli studi universitari i figli dei medici e dei dentisti che fanno libera professione. Il bando 2024 mette a disposizione 300 borse di studio ai figli degli iscritti attivi – inclusi i pensionati – che versano la Quota B.

FINO A 4.650 L’ANNO    Il bando, che si apre il 10 luglio, è rivolto agli studenti universitari che nell’anno accademico 2023/2024 hanno frequentato un corso di laurea e stanzia per loro 300 assegni di 3.100 euro, a cui si accede secondo criteri di reddito e di merito.  Un importo che viene maggiorato del 50 per cento (per diventare di 4.650 euro) per i più meritevoli, che nell’anno accademico 2022/2023 si sono laureati con 110 e lode.

REQUISITI E DOMANDE    Il bando è rivolto agli universitari fino a 26 anni, in regola con gli studi. E cioè devono avere conseguito tutti i crediti degli esami previsti per gli anni precedenti e almeno la metà di quelli dell’anno accademico 2023/2024.   Le domande sono aperte fino al 21 ottobre e possono essere presentate esclusivamente tramite l’area roservata del sito dell’Enpam. Il bando, come accennato, prevede requisiti di reddito che sono più favorevoli all’aumentare del numero di componenti del nucleo familiare del richiedente e nel caso siano presenti familiari con invalidità.   Nel caso il genitore iscritto all’Enpam versi i contributi di Quota B con aliquota ridotta, l’importo del sussidio assegnato allo studente viene rideterminato proporzionalmente.

1,4 MILIONI DI EURO     I fondi stanziati per le borse di studio ai figli universitari dei contribuenti di Quota B è di circa 1,4 milioni di euro e si aggiunge allo stanziamento previsto per gli universitari, figli della generalità degli iscritti Enpam, che hanno ottenuto l’ammissione ai collegi di merito.   Per questi esiste infatti un’altra borsa specifica, più alta, fino a 5mila euro, che può essere richiesta fino al 18 settembre.    Per maggiori informazioni è possibile consultare il bando 20204 (https://www.enpam.it/assistenza/bando-sussidi-di-studio/).

“Me lo ha ordinato il dottore”: ha ancora senso dirlo?

(da IlCorriereDellaSera.it – Sandro Spinsanti)   Credetemi, sono un medico: era il titolo di un programma televisivo inglese. È arrivato all’attenzione perché Michael Mosley, il medico che lo conduceva è morto incidentalmente in un’isola greca in cui si trovava in vacanza. Pagato il tributo di pietas per la sua scomparsa, vale la pena riflettere sul titolo del programma che lo ha reso celebre. Ci troviamo a esplorare un territorio problematico: quello della fiducia che sostanzia il rapporto tra chi eroga le cure e chi le riceve. Per lunghissimo tempo la figura del medico è stata sinonimo di autorevolezza indiscussa. «Mica me lo ha prescritto il medico» era un modo di dire che traduceva la fiducia su cui poggiava la relazione. Al medico si chiedeva di prendere le decisioni «in scienza e coscienza», al malato di seguirle con fiducia. Un modello che oggi non è più proponibile tale e quale.  È in crisi l’appello alla coscienza.

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Negli Usa la solitudine entra nei controlli medici

(da DottNet)  Negli Stati Uniti soffrire di solitudine entra a far parte dei disturbi da controllare nei check up medici annuali: saranno i medici di base ad aggiungere agli esami del sangue e alle altre analisi tradizionali una serie di domande ai proprio pazienti per capire il loro livello di isolamento sociale. Le nuove raccomandazioni sono pubblicate sulla rivista ‘Annals of Family Medicine’, in un rapporto che sottolinea come la solitudine vada trattata allo stesso modo di altre malattie croniche, sulle quali è importante intervenire con nuove iniziative sociali e nei contesti medici.

Il peso che vivere in solitudine ha sulla salute e sul sistema sanitario è confrontabile a fumare 15 sigarette al giorno, aveva osservato recentemente il responsabile della Sanità degli Stati Uniti, Vivek Murthy. Tenere sotto controllo la solitudine sarà quindi come misurare la pressione, il colesterolo. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno calcolato che vivere isolati aumenta negli anziani i rischi di demenza del 50%, di malattie cardiache del 29% e di ictus del 32%. Negli Stati Uniti la solitudine è un serio problema, considerando che la metà degli adulti dichiara di soffrirne: una percentuale più alta rispetto a quella di coloro che soffrono di malattie croniche, come diabete e obesità

Ipotesi di accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con gli specialisti ambulatoriali interni ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. n. 502 del 1992 e s.m.i.- triennio 2019-2021.

Si segnala per opportuna conoscenza che sulla Gazzetta Ufficiale n.147 del 25-06-2024 – Suppl. Ordinario n. 28, è stata pubblicata l’ipotesi di accordo indicata in oggetto di cui si indica il link di riferimento
https://www.gazzettaufficiale.it/gazzetta/serie_generale/caricaDettaglio?dataPubblicazioneGazzetta=2024-06-25&numeroGazzetta=147&elenco30giorni=true

Ipotesi di accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. n. 502 del 1992 e s.m.i.-triennio 2019-2021.

Si segnala per opportuna conoscenza che sulla Gazzetta Ufficiale n.147 del 25-06-2024 – Suppl. Ordinario n. 28, è stata pubblicata l’ipotesi di accordo indicata in oggetto di cui si indica il link di riferimento

https://www.gazzettaufficiale.it/gazzetta/serie_generale/caricaDettaglio?dataPubblicazioneGazzetta=2024-06-25&numeroGazzetta=147&elenco30giorni=true

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