Enpam garantisce già la pensione a Quota 100

Per i medici e i gli odontoiatri la ‘Quota 100’ è un traguardo già raggiunto e perfino superato. Di fatto l’Enpam consente ai liberi professionisti e ai convenzionati di chiedere la pensione anticipata già con Quota 97, intesa come somma tra età anagrafica e anni di contributi.  I vantaggi, rispetto alla riforma che il nuovo governo vuole attuare, non si fermano qui. Infatti se per i dipendenti iscritti all’Inps si parla di consentire l’uscita dal lavoro all’età minima di 64 anni, l’Enpam garantisce la possibilità di pensionarsi già a 62 anni di età, con 35 anni di contributi.  Nel computo dell’anzianità contributiva rientrano anche gli anni riscattati o ricongiunti. L’unico vincolo esistente è che al momento del pensionamento siano trascorsi 30 anni dalla laurea.   Esiste infine la possibilità di andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica, se si hanno 42 anni di contributi.

Tar: illegittime le visite mediche a cronometro, violano il giudizio

(da DottNet)   Le visite mediche ‘a cronometro’, ovvero che devono durare non oltre un certo tempo massimo, sono ‘illegittime’. Il Tar del Lazio ha bocciato i ‘tempari’, il provvedimento introdotto dalla Regione Lazio per ridurre le liste d’attesa e che stabiliva una durata massima di tempo esami e visite specialistiche. “Un simile obiettivo – si legge nella sentenza – potrebbe essere piuttosto concretizzato, ad esempio, attraverso un aumento delle risorse umane e strumentali”.  Il Tar del Lazio accoglie il ricorso del Sindacato Unico Medicina ambulatoriale Italiana (Sumai), nel quale anche la Federazione nazionale degli ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) era intervenuta ad adiuvandum. Tre le principali considerazioni accolte dai giudici: il fatto che “eventuali modifiche al sistema riguardante numero e durata delle prestazioni dovrebbero essere unicamente riservate alla contrattazione collettiva”. La seconda è che il provvedimento viola la “autonomia di giudizio del singolo professionista, circa la congruità del tempo da riservare alle singole visite”.   Questa è una vittoria anche dei pazienti – commenta Antonio Magi, segretario generale del Sumai -poiché a loro il professionista, lo specialista ambulatoriale, potrà dedicare tutto il tempo necessario”. Soddisfazione viene espressa anche dalla Fnomceo. “I giudici ribadiscono quello che non ci stancheremo mai di affermare: i principi di autonomia, indipendenza, libertà e responsabilità che devono informare ogni atto della nostra professione”, commenta il presidente Filippo Anelli. “Il tempo della comunicazione e dell’ascolto – osserva Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale dei Diritti del Malato-Cittadinanzattiva – sono fondamentali per la crescita della relazione di cura. Sono i momenti nei quali la relazione tra medico e paziente trova la sua massima espressione”.

Frutta e verdura: attenzione a quella sporca dozzina!

(da M.D.Digital)  La maggior parte dei consumatori non sa che i residui dei pesticidi sono una presenza comune nella frutta e nella verdura che viene acquistata e consumata. E purtroppo non serve che i vegetali vengano lavati o pelati: un’analisi condotta da un’associazione ambientalista americana, l’Environmental Working Group (EWG), ha messo in evidenza che circa il 70% dei campioni di prodotti coltivati convenzionalmente risulta contaminato con residui di pesticidi.  I test condotti dal dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America (United States Department of Agriculture, USDA) hanno riscontrato un totale di 230 diversi pesticidi e prodotti della loro degradazione in migliaia di campioni di prodotti analizzati. L’analisi dei test condotti dall’EWG ha rilevato che esistono nette differenze tra i vari tipi di sostanze tossiche presenti e sulla base di questi risultati ha compilato una Guida per gli acquirenti che include frutta e verdura in due categorie: quella definita “la sporca dozzina” (Dirty Dozen) che include prodotti con il maggior numero di residui di antiparassitari, e un secondo elenco di 15 prodotti “puliti” (Clean Fifteen), nei quali i residui erano presenti in basse quantità se non addirittura assenti.

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Forza di presa della mano, indicatore stato salute a tutte le età

(da Quotidiano Sanità e Reuters Health)   La forza di presa della mano è da sempre usata come un buon indicatore della fragilità o della salute degli anziani. Per approfondire questo argomento, Stuart Gray e colleghi, dell’Università di Glasgow, hanno studiato più di mezzo milione di persone, di età compresa tra 40 e 69 anni, che hanno preso parte al progetto Biobank.
Lo studio  Periodicamente, nel corso degli anni del progetto, i partecipanti si sono sottoposti a esami medici, hanno fornito campioni biologici e hanno risposto a diversi questionari su salute e stile di vita. Gray e colleghi hanno anche monitorato i partecipanti attraverso le loro cartelle cliniche per sette anni. In questo periodo, più di 13mila, quasi il 3%, son morti, mentre quasi il 6% ha sviluppato malattie cardiache, circa il 2% ha sviluppato malattie respiratorie e a quasi il 6% è stato diagnosticato un cancro.

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La carenza di vitamina D in post-menopausa favorisce la sindrome metabolica

(da Nutrizione33)   Le donne in post-menopausa con carenza di vitamina D potrebbero avere un rischio maggiore di sviluppare la sindrome metabolica rispetto a quelle con valori sufficienti, come suggerisce uno studio osservazionale pubblicato su Maturitas. «I nostri risultati ci portano a pensare che il mantenimento di adeguati livelli sierici di vitamina D nelle donne in post-menopausa possa ridurre il rischio di sviluppare la sindrome metabolica, una patologia notoriamente correlata a eventi cardiovascolari e mortalità in questo gruppo di pazienti» afferma Eneida Boteon Schmitt, della São Paulo State University’s Botucatu Medical School in Brasile, primo nome dello studio.

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Responsabilità medica, Intesa Ordini medici-Csm su periti e consulenti

(da Doctor33)   Elevare le garanzie di qualità della competenza professionale e dell’indipendenza di giudizio richieste ai periti e ai consulenti tecnici in materia di responsabilità sanitaria, iscritti negli albi dei tribunali. È l’obiettivo di un Protocollo d’intesa sulla revisione di questi albi sottoscritto, a seguito dell’entrata in vigore della legge Gelli-Bianco, dal Vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, dal presidente della Federazione nazionale dei medici e odontoiatri Filippo Anelli e dal presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin.  Si tratta di «un’autentica svolta», sottolinea una nota, in una materia che interessa da sempre l’opinione pubblica.

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Privacy, decreto attuativo slitta ad agosto ma obblighi e sanzioni restano. Ecco i chiarimenti

(da Doctor33)   «Una proroga che ci voleva, dà tempo alle imprese di adeguarsi». E’ il commento raccolto tra i data protection officer, i futuri “esperti di privacy” di ritorno in treno dall’incontro a Bologna con il Garante; è appena arrivata la notizia che il decreto attuativo per chiarire e adeguare al quotidiano italiano il regolamento europeo slitta al 21 agosto. Alla Camera e al Senato le due Commissioni speciali per gli atti urgenti del Governo hanno preferito rimandare la norma, troppo scivoloso agire a fronte di uno schema di testo “arrivato troppo tardi” dal Garante. A questo punto liberi tutti per tre mesi? In realtà, a parte il fatto che nelle parole del Garante Antonello Soro il decreto doveva e dovrebbe semplificare la vita a piccole imprese e professionisti, il regolamento 679/2016 una volta entrato in vigore -cioè da ieri – è legge e sono legge tutti gli obblighi che comporta: valutazione d’impatto dei trattamenti che include le misure di messa in sicurezza e per la prevenzione del “data breach”, revisione delle informative, registro dei trattamenti con revisione e completamento dei dati di titolare e incaricati, e naturalmente le sanzioni.

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Privacy, dubbi su obbligo Data protection officer. Per medici in rete o in gruppo non sembra necessario

(da Doctor33)  Per i medici in rete o in gruppo non pare necessaria la nomina entro il 25 maggio di un Data protection officer, nemmeno se condividono i software. Lo afferma un parere dell’avvocato Gennaro Messuti fatto proprio dall’Ordine dei Medici di Milano alla vigilia dell’entrata in vigore, il 25 maggio, del regolamento Ue sulla privacy. Il parere, un po’ controcorrente, parla anche di informativa, consenso, trattamenti di persone decedute ed offre una analisi del nuovo apparato sanzionatorio. E conferma l’obbligo per tutti i medici di tenere ed aggiornare il registro dei trattamenti riguardanti dati sensibili (salute). C’è poi la questione del Data Protection Officer DPO): esperto di privacy con compiti consultivi, assiste il titolare e vigila sul rispetto del regolamento. Dipendente o con contratto di servizi, va designato sempre nella Pa; nel privato lo è dove si trattino su larga scala categorie particolari di dati personali come quelli sensibili, e per trattamenti richiedenti monitoraggi regolari e sistematici.

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