Vaccino COVID-19: la scelta in gravidanza e allattamento
da Univadis) Le donne in gravidanza con COVID-19 hanno un rischio più elevato rispetto alle donne non gravide con caratteristiche simili di andare incontro ad esiti negativi di salute, con rischi che possono anche essere maggiori per i loro figli. Pertanto, è fondamentale che le donne in gravidanza abbiano l’opportunità di essere vaccinate, in particolare se soddisfano i criteri per la vaccinazione. Tuttavia, poiché le donne in gravidanza sono state escluse dagli studi sulla vaccinazione COVID-19, abbiamo informazioni limitate su efficacia e sicurezza in questo gruppo di persone (1).
Vaccini e gravidanza
L’uso di vaccini per proteggere la donna gravida da malattie infettive è parte integrante della pratica ostetrica di routine. E’ noto che il vaccino contro l’influenza stagionale protegge le madri da malattie gravi e protegge i neonati nei primi mesi di vita. I vaccini contro il tetano, la difterite e la pertosse vengono somministrati in gravidanza tra la 26a e la 34a settimana di gestazione per proteggere la madre e il bambino. Questi vaccini forniscono la migliore protezione contro gli effetti di queste malattie e hanno eccellenti profili di sicurezza supportati da dati di studi su animali e da studi epidemiologici in donne in gravidanza (2). Nel caso di COVID-19, il tempo rappresenta un fattore essenziale da considerare per un buon esito degli interventi di cura. Per le donne in età riproduttiva, comprese quelle in gravidanza o dopo il parto, la prevenzione di gravi malattie in corso di COVID-19 richiede una risposta tempestiva, che deve considerare le attuali conoscenze sull’efficacia e la sicurezza di questi vaccini (2).
Nonostante i criteri di eleggibilità restrittivi degli studi sui vaccini contro COVID-19, si sono verificate diverse gravidanze dopo la fase di arruolamento, anche perché alcune non sono state rilevate durante lo screening di prevaccinazione. In uno studio Pfizer-BioNTech, si sono verificate 23 gravidanze e 12 nel gruppo vaccino. Nello studio sul vaccino Moderna, sono state segnalate 13 gravidanze, di cui 6 nel gruppo vaccinato. La revisione dell’ente regolatorio degli Stati Uniti (FDA) sulla tossicità riproduttiva per lo sviluppo e perinatale/postnatale del vaccino Moderna ha concluso che il vaccino non ha avuto alcun effetto negativo sulla riproduzione femminile, sullo sviluppo fetale/embrionale o sullo sviluppo postnatale ad eccezione delle variazioni scheletriche che sono comuni e tipicamente si risolvono dopo la nascita senza intervento. Non è ancora disponibile alcun follow-up a lungo termine su queste donne incinte o sui loro figli. Nello studio sul vaccino Janssen, ci sono state 8 e 4 gravidanze rispettivamente nei gruppi vaccino e placebo. C’è stato un aborto spontaneo (gruppo vaccino), un aborto incompleto (gruppo placebo), 2 aborti elettivi (gruppo placebo) e 1 gravidanza ectopica (gruppo vaccino). Janssen ha presentato uno studio di tossicità riproduttiva sullo sviluppo e perinatale/postnatale in conigli che hanno ricevuto due volte la dose di vaccino umano prima dell’accoppiamento e durante i periodi di gestazione; la revisione della FDA su questo studio ha concluso che il vaccino “non ha avuto effetti negativi sulla riproduzione femminile, sullo sviluppo fetale/embrionale o sullo sviluppo postnatale” (3).
Sicurezza per la donna gravida e il feto
Per i vaccini mRNA, l’mRNA non entra nel nucleo cellulare e ha un’emivita stimata di 8-10 ore. Il vaccino a vettore virale Janssen è modificato affinchè non possa replicarsi. Questo permette che non ci sia viremia durante la gravidanza e non prevede che il vaccino infetti il feto. Data la breve emivita dell’mRNA del vaccino, è improbabile che venga trasmesso dalla madre al feto durante la gravidanza o al neonato durante l’allattamento. Se l’mRNA del vaccino entra nel latte materno, si prevede che venga scomposto durante il processo digestivo e non è probabile che venga assorbito in uno stato intatto e funzionale. È improbabile che il vaccino a vettore virale Janssen entri nel latte materno poiché la viremia non si verifica dopo la somministrazione. La proteina espressa dall’mRNA probabilmente rimane nel corpo per diversi giorni, in modo simile a quanto previsto con i tradizionali vaccini a base di proteine. È probabile che la proteina espressa rimanga associata alle cellule e quindi ha anche una bassa probabilità di trasmissione al feto durante la gravidanza o al lattante attraverso il latte materno. È improbabile che questi vaccini rappresentino un rischio per la donna incinta, che influiscano sul feto e ciò sembra ammissibile anche durante l’allattamento (3).
L’insieme di dati acquisiti durante la campagna vaccinale ha portato il Center for Distasse Control and Prevention (CDC) ad orientare all’uso di questi vaccini durante la gravidanza e l’allattamento, in particolare alle donne gravide nel caso in cui fanno parte di un gruppo a cui è stato raccomandato il vaccino. Il parere è stato supportato dall’analisi dei dati del programma di monitoraggio del CDC sulla sicurezza del vaccino v-safe, che a partire dal 16 febbraio 2021 ha ricevuto la segnalazione di più di 30.000 donne in gravidanza e comprende il monitoraggio di 275 gravidanze completate e 232 nati vivi. Le partecipanti sono stati controllate per aborto spontaneo e nati morti, complicazioni della gravidanza, ricovero in unità di terapia intensiva ostetrica, esiti avversi alla nascita, morte neonatale, ricoveri in nenatologia e difetti alla nascita. Ad oggi, gli esiti della gruppo gravidanza sono paragonabili ai tassi di fondo e sia nelle gravidanze che nei neonati non sono stati osservati esiti inaspettati correlati alla vaccinazione COVID-19 (4) .
Risposta immunologica al vaccino in gravidanza
I vaccini mRNA COVID-19 hanno dimostrato di essere immunogenici, in base alla valutazione delle risposte immunitarie sia umorali che cellulari, nelle donne in gravidanza, in allattamento e non gravide, che non allattavano. Dopo la seconda dose dei vaccini mRNA, il 13% delle donne in gravidanza e il 47% delle donne non gravide ha manifestato febbre. Ci sono dati coerenti a convalida che la vaccinazione provoca risposte anticorpali più elevate rispetto all’infezione (5,6). La rilevazione di anticorpi leganti e neutralizzanti nel sangue cordonale del neonato suggerisce un efficiente trasferimento transplacentare degli anticorpi materni. Come con la raccomandazione per difterite, tetano e la vaccinazione contro la pertosse in gravidanza per proteggere i neonati vulnerabili, la vaccinazione materna COVID-19 in gravidanza può conferire benefici simili ai neonati che potrebbero non essere idonei alla vaccinazione (6).
Anticorpi post vaccino nel latte materno
Un recente studio ha analizzato, in 84 donne sottoposte volontariamente a vaccino anti-COVID-19, se l’immunizzazione materna provocasse la secrezione di anticorpi SARS-CoV-2 nel latte materno e valutato eventuali potenziali eventi avversi per le donne e i loro bambini (7). I dati documentano una forte secrezione di anticorpi IgA e IgG specifici per SARS-CoV-2 nel latte materno per 6 settimane dopo la vaccinazione. La secrezione di IgA era evidente già 2 settimane dopo la vaccinazione, seguita da un picco di IgG dopo 4 settimane (una settimana dopo la seconda dose di vaccino). Gli anticorpi trovati nel latte materno di queste donne hanno mostrato forti effetti neutralizzanti, suggerendo un potenziale effetto protettivo contro l’infezione nel neonato (7).
(1 – McSpedon C Pregnancy and COVID-19 AJN 2021;121:18-20
2- Riley LE et al Inclusion of Pregnant and Lactating Persons in COVID-19 Vaccination Efforts Ann Int Med 2021;174:701-2
3- Blumberg D et al. COVID-19 Vaccine Considerations during Pregnancy and Lactation Am J Perinatal 2021; 38: 523-28
4- Shimabukuro T. COVID-19 vaccine safety update. Advisory Committee on Immunization Practices(ACIP) presentation March 1, 2021.
5- Wang Z, et al. mRNA vaccine-elicited antibodies to SARS-CoV-2 and circulating variants. Nat 2021;592:616-22.
6- Collier AY et al. Immunogenicity of COVID-19 mRNA Vaccines in Pregnant and Lactating Women. JAMA. Published online May 13, 2021. doi:10.1001/jama.2021.7563
7- Perl SH, et al. SARS-CoV-2–Specific Antibodies in Breast Milk After COVID-19 Vaccination of Breastfeeding Women. JAMA. 2021;325:2013–4)