Le conseguenze della pandemia sui dentisti europei
(da Odontoiatria33) Fin dai primi giorni di pandemia il Consiglio europeo dei dentisti (CED) presieduto dell’italiano Marco Landi ha seguito l’evolversi della situazione attraverso sondaggi, anche settimanali, per monitorare la situazione dell’odontoiatria europea, capire le criticità che man mano emergevano, le diverse situazioni ed iniziative approntate nei singoli Paesi per poter proporre interventi a sostengo degli operatori. Ora il CED riassume i dati di questi 20 sondaggi un documento che diventa l’unico lavoro fino ad oggi pubblicato che permette di capire il reale impatto che la pandemia ha avuto sugli studi dentistici europei, le sfide affrontate dalla professione. Il corposo dossier è stato presentato venerdì scorso durante il General Meeting CED riscontrando entusiasti apprezzamenti da parte dei delegati presenti in rappresentanza delle Associazioni di 30 paesi. Delegati che hanno riconosciuto al CED ed al presidente Landi, la qualità dell’enorme lavoro svolto e la valenza del materiale prodotto, unico nel panorama europeo di tutte le professioni sanitarie. “Il documento non è solo una fotografia di questo anno e mezzo di pandemia – dice ad Odontoiatria33 Marco Landi – ma anche un documento in cui analizziamo e valutiamo la situazione indicando possibili soluzioni utili per il futuro”. Da marzo 2020 ad aprile 2021, il CED ha dedicato notevole attenzione alla crisi che ha investito la salute pubblica, al fine di comprendere l’impatto sulla salute orale e sull’odontoiatria e di garantire che il settore sia in grado di riprendersi e continuare a rispondere alle esigenze dei pazienti. In questo periodo, la fornitura di cure dentistiche è stata limitata alle emergenze e le cure di routine sono state ridotte o sospese nel 67% sino al 100% dei casi. Oltre il 58% degli intervistati ha segnalato carenze e mancanza di accesso ad attrezzature adeguate, come maschere, occhiali, camici chirurgici e visiere, da aprile a giugno 2020. Inoltre, diversi paesi hanno segnalato un aumento dei costi associati al controllo delle infezioni e hanno esortato a inserire i dentisti nei gruppi prioritari di vaccinazione. “Dopo un anno intero di convivenza con la pandemia, è possibile affermare che l’odontoiatria è una parte essenziale dell’assistenza sanitaria e questo lo abbiamo ribadito con forza in tutte le sedi istituzionali europee”, sottolinea il presidente Landi. Durante la seconda e la terza ondata molti studi in tutta Europa sono riusciti a rimanere aperti nonostante gli ulteriori blocchi perché i dati hanno mostrato che negli studi dentistici non si correvano ulteriori rischi di infezione. In oltre il 77% dei casi le Associazioni dentistiche nazionali non hanno riportato un aumento del tasso di infezione dei dentisti; inoltre, la maggior parte delle infezioni da COVID-19 non ha avuto origine da ambienti professionali, come riportato dagli intervistati. Le statistiche sulle infezioni dentali raccolte dalle indagini CED mostrano l’incidenza notevolmente bassa di COVID-19 negli studi dentistici, il che consente di concludere che non sembra esserci un grave pericolo di essere esposti a COVID-19 negli ambienti odontoiatrici, in particolare perché la pandemia sta rallentando.
I punti cardine che emergono dalla serie di indagini, e da altri lavori correlati del CED, sono:
– le prove dimostrano che l’erogazione delle prestazioni odontoiatriche in tempi di pandemia è sicura per i pazienti, il team odontoiatrico e gli stessi dentisti. Gli efficaci protocolli di sicurezza e di controllo delle infezioni nelle strutture odontoiatriche prevengono eventuali rischi di infezione;
– è della massima importanza che gli studi dentistici abbiano sempre accesso a dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati. In queste circostanze, è fondamentale che il prezzo dei DPI non costituisca un onere finanziario aggiuntivo e che siano disponibili attrezzature sufficienti per consentire ai dentisti di svolgere la loro attività in totale sicurezza;
– è essenziale che le minacce sanitarie transfrontaliere non interrompano la continuità della fornitura delle cure dentistiche. L’igiene orale, compresi i controlli di routine, la pulizia e la prevenzione delle patologie della bocca rientrano in un’assistenza sanitaria essenziale. Il rinvio dei trattamenti odontoiatrici ha un impatto negativo sulla salute orale e generale dei pazienti;
– è fondamentale che i dentisti ricevano il sostegno del governo in casi straordinari di interruzione del lavoro, come pandemie e altre gravi minacce per la salute, a causa del significativo potenziale onere economico;
– i dentisti sono operatori sanitari essenziali ed è fondamentale che abbiano la priorità, insieme ad altri, nel ricevere il vaccino COVID-19;
– il CED incoraggia i dentisti a farsi vaccinare; altresì, i dentisti hanno un ruolo chiave nel promuovere la vaccinazione contro il COVID-19 tra il grande pubblico.