Più tempo per regolarizzare gli ECM

Nei giorni scorsi, il Senato ha approvato nuove modifiche al testo del decreto “Milleproroghe 2025”, nelle quali si concede un margine ulteriore a tutti i medici per conseguire tutti gli Ecm necessari a completare la formazione dei trienni precedenti.  Il decreto dà, infatti, tempo fino al 31 dicembre 2025 per conseguire tutti i crediti Ecm per il 2020-2022.

Per i trienni 2014-2016, 2017-2019 e 2020-2022 sarà possibile conseguire la certificazione dell’assolvimento dell’obbligo formativo attraverso crediti compensativi, che devono essere definiti da un provvedimento della Commissione nazionale per la formazione continua.

Nuovo rinvio per la Fattura Elettronica alle persone fisiche

Nei giorni scorsi, il Senato aveva approvato alcune modifiche al testo del decreto “Milleproroghe 2025”, che era stato varato lo scorso dicembre dal Governo. Il testo base approvato dal Consiglio dei ministri aveva inizialmente esteso fino al 31 marzo 2025 il divieto per medici e dentisti dall’emissione delle fatture elettroniche direttamente ai pazienti “fisici”. Il testo modificato, approvato dal Senato e poi dalla Camera, ha quindi prolungato tale periodo fino al 31 dicembre 2025.  Perciò, per tutto l’anno in corso, medici e dentisti dovranno continuare a emettere la fattura cartacea ai pazienti in carne ed ossa. E solo a loro, mentre le fatture emesse per altre prestazioni libero-professionali (ad esempio nei confronti di pubbliche amministrazioni, società e altri soggetti con partita Iva) devono essere in formato digitale e passare per il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate.

L’uso regolare filo interdentale riduce il rischio di ictus

(da AGI) L”utilizzo regolare di filo interdentale, una o più volte alla settimana, potrebbe ridurre il rischio di ictus ischemici, causati da un coagulo di sangue, e di ictus associato a un battito cardiaco irregolare come la fibrillazione atriale (FA), secondo uno studio del Prisma Health Richland Hospital e della University of South Carolina School of Medicine a Columbia, Stati Uniti, che sarà presentato all”International Stroke Conference 2025 dell”American Stroke Association a Los Angeles (5-7 febbraio 2025). I benefici dell”uso regolare del filo interdentale, un”abitudine sana, conveniente, facile da adottare e accessibile ovunque e preventiva per molte patologie della bocca e altre problematiche, possono essere indipendenti dallo spazzolamento dei denti e da altre abitudini di igiene orale, come le visite regolari dal dentista. In particolare questo studio ha voluto indagare se il filo interdentale avesse maggiori benefici nella prevenzione dell”ictus. Lo studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), una delle prime indagini su larga scala condotte negli Stati Uniti, ha valutato l”uso del filo interdentale, tramite un questionario, in oltre 6.000 persone, di cui l”82% adulti bianchi e il 18% adulti neri, 55% donne, con età media di 62 anni in cui erano stati esclusi persone senza denti, impianti dentali, malattie cardiache, trapianto di organi, articolazioni artificiali, valvola cardiaca impiantata o stent o intervento chirurgico importante. I risultati evidenziano che fra gli abituali utilizzatori di filo interdentale, 4.092 non avevano avuto un ictus e 4.050 non avevano ricevuto una diagnosi di FA. Ai partecipanti è stato chiesto anche se avessero ipertensione, diabete, colesterolo alto, abitudini al fumo, indice di massa corporea, istruzione, spazzolatura regolare e visite regolari dal dentista. Durante i 25 anni di follow-up, 434 partecipanti hanno manifestato un ictus, di cui 147 erano coaguli cerebrali nelle arterie più grandi, 97 coaguli dovuti a causa cardiaca e 95 riferiti a indurimento delle arterie più piccole. Mentre 1.291 avevano sviluppato o sofferto di FA. I dati mostrano che l”uso del filo interdentale si associa a un rischio inferiore del 22% di ictus ischemico, del 44% di ictus cardioembolico (coaguli di sangue dal cuore) e del 12% di FA.

INPS pubblica due nuovi tutorial per il nuovo certificato introduttivo

Facendo seguito alle pressanti richieste degli Ordini dei Medici delle nove provincie italiane che stanno sperimentando il nuovo percorso della Domanda di Disabilità ai sensi della Legge 62/2024, nella giornata di ieri, 13 Febbraio, INPS ha pubblicato due nuovi tutorial relativi al Nuovo Certificato Introduttivo.  Questi tutorial sono relativi al meccanismo di Allegazione documenti e al funzionamento della Firma Digitale, e possono essere consultati qui sotto:

Tutorial_firma_digitale

Tutorial_allegazione_documentazione_sanitaria

 

Assunzioni e incompatibilità dei medici specializzandi. Da Anaao Giovani e Als un vademecum per saperne di più

(da Quotidiano Sanità)   Questo vademecum, destinato non solo ai medici specializzandi, ma anche alle aziende sanitarie pubbliche e private, si è reso necessario a seguito delle modifiche introdotte dalla manovra economica 2025. Per semplificare la lettura il vademecum offre un excursus delle norme e una FAQ per risolvere possibili dubbi, oltre a un modello di richiesta che le aziende dovranno inviare ai ministeri competenti per procedere all’accreditamento delle strutture. Scarica il Vademecum a questo LINK.

La solitudine aumento il rischio di demenza

(da Univadis)   La solitudine è un sentimento angosciante che ha un impatto sulla salute e sul benessere degli anziani. Una metanalisi (21 studi; > 600.000 partecipanti) ha mostrato che la solitudine è associata a un rischio aumentato del 31% di sviluppare demenza per tutte le cause (hazard ratio [HR] 1,31 [1,20-1,43]; p<0,001; I2=87,04%).     Questa associazione era più forte nei pazienti con malattia di Alzheimer (HR 1,39 [1,29-0,50]; p<0,001; I2=0,01%) o demenza vascolare (HR 1,73 [1,48-2,03]; p<0,001; I2=8,07%). Inoltre, questa associazione persisteva anche dopo il controllo della depressione, dell’isolamento sociale e di altri fattori di rischio modificabili.

(Luchetti M, Aschwanden D, Sesker AA, et al. A meta-analysis of loneliness and risk of dementia using longitudinal data from >600,000 individuals. Nat Mental Health. 2024. doi:10.1038/s44220-024-00328-9)

Odontoiatria, 400 euro mensili agli specializzandi

(da enpam.it)   Gli specializzandi in odontoiatria hanno per la prima volta una borsa dedicata. È stata introdotta dal comma 339 della legge di bilancio approvata a fine anno, che ha istituito una borsa di studio da 4.773 euro lordi annui (e cioè poco meno di 400 euro al mese) a decorrere dall’anno accademico 2024-2025.  La misura interessa diverse categorie che svolgono la formazione nell’area sanitaria non medica, tra cui gli odontoiatri, che riceveranno la borsa di studio mensilmente, per l’intera durata legale del corso, direttamente dalle università presso cui operano le scuole di specializzazione.

Lo stanziamento per le borse di studio è stabilito invece dal comma successivo, che stabilisce un incremento del finanziamento sanitario corrente di 30 milioni di euro per il 2025 e di una cifra analoga per il 2026.  Per stabilire in via definitiva l’entità della borsa e a quale cassa andranno i relativi contributi bisognerà attendere l’emanazione del decreto attuativo che definirà i termini della misura.

Agenas, l’intelligenza artificiale entra negli studi dei medici di famiglia: ecco come

(da DottNet – riproduzione parziale)   L’Intelligenza Artificiale grazie a un progetto finanziato dal Pnrr con oltre 37 milioni a cui se ne potranno aggiungere altri 20 milioni, entra negli studi dei medici di famiglia. Sarà prima sperimentata attraverso una nuovissima piattaforma tra 1500 dottori per poi essere distribuita a tutti i restanti medici di famiglia da fine 2026. L’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che è anche l’Agenzia per la Sanità digitale, ha chiuso nei giorni scorsi un bando di gara per realizzare questa piattaforma che sarà impiegata innanzitutto dai medici, ma anche dagli assistiti attraverso una app.  Il software si baserà su degli algoritmi che studiano l’intelligenza artificiale capace di pescare tra i nostri dati sanitari – da quelli contenuti nel fascicolo sanitario elettronico a tutte le prestazioni come visite ed esami conservati digitalmente fino agli acquisiti di medicinali – in modo poi da interpretarli e aiutare i dottori nella loro attività quotidiana.

“Un medico di famiglia ha in media 1500 assistiti e anche di più. Grazie agli algoritmi, questo software andrà a pescare i dati dei suoi assistiti nell’ecosisistema di dati sanitari che viene alimentato ogni giorno con il fascicolo sanitario e con le prestazioni erogate e registrate digitalmente. In questo modo potrà avvertire attraverso degli alert il medico di particolari anomalie che riguardano il suo paziente e suggerirgli se c0è bisogno analisi o visite da fare”, avverte il direttore generale dell’Agenas Domenico Mantoan.

A mettere in fila alcune delle possibili funzioni della piattaforma è il descrittivo del progetto che innanzitutto punta a creare “un ambiente integrato di monitoraggio degli assistiti di ciascun professionista, attraverso un cruscotto di indicatori che fornirà al professionista sanitario una visione chiara e sintetica sia sull’evoluzione clinica che sull’andamento dei percorsi di cura”. Grazie agli algoritmi di Ai sarà poi possibile “segmentare e stratificare” i pazienti “sulla base delle loro caratteristiche (quali ad esempio le patologie e le fasce d’età) e sulla base dei percorsi di cura, anche nell’ottica di veicolare specifici messaggi e segnalazioni” come la “generazione di alert” a esempio per rivalutare le condizioni dell’assistito quando ce n’è bisogno. La piattaforma aiuterà il medico anche nella gestione della prenotazione di visite e controlli oltre che nella prescrizione di teapie farmacologiche ricorrenti. La piattaforma attraverso una app sarà utilizzabile anche dai pazienti che potranno fruire meglio dei servizi (in particolare di quelli delle Case di comunotà appena saranno tutte attivate) e verificare attraverso un cruscotto di facile lettura il proprio stato di salute.  L’intelligenza artificiale (IA) sta, dunque, trasformando il mondo della sanità, aprendo nuove prospettive per i medici di medicina generale, in particolare nella gestione delle malattie croniche e nella semplificazione delle attività burocratiche. La sua applicazione non si limita alla diagnosi o al trattamento, ma si estende anche alla riorganizzazione del lavoro, con vantaggi significativi per i professionisti e per i pazienti.

Grazie all’IA, i medici di famiglia possono disporre di strumenti avanzati per:

–  Monitoraggio remoto: dispositivi indossabili e sensori connessi possono trasmettere dati in tempo reale, come pressione arteriosa, glicemia o ritmo cardiaco, permettendo interventi tempestivi.

–  Prevenzione predittiva: algoritmi basati su big data possono identificare schemi di rischio, suggerendo interventi mirati prima che si verifichino eventi acuti.

–  Supporto decisionale: sistemi di IA possono proporre opzioni terapeutiche basate su linee guida aggiornate e sulla specificità del paziente.

Un altro aspetto cruciale è il potenziale dell’IA nel ridurre la burocrazia. Attività ripetitive come la compilazione di certificati, la gestione di piani terapeutici o l’elaborazione di ricette potrebbero essere automatizzate, restituendo ore di lavoro ai medici. Ciò non solo allevierebbe il carico di stress, ma migliorerebbe anche l’efficienza complessiva del sistema sanitario.   “L’intelligenza artificiale non deve essere vissuta come una minaccia, ma come un’opportunità per ridisegnare il futuro della medicina generale, liberando i medici dalle incombenze burocratiche e potenziando il loro ruolo centrale nella gestione della salute dei pazienti,” ha concluso Angelo Testa, Presidente SNAMI “Guardando al futuro, l’obiettivo non è sostituire il medico, ma arricchire la sua pratica con strumenti che amplifichino le sue competenze, offrendo al paziente un’assistenza ancora più efficace, tempestiva e umana”.

Consulta: ridurre le altre spese prima di tagliare quelle sanitarie

(da IlSole 24ore)   Il taglio della spesa per la sanità può intervenire solo come ultima, inevitabile scelta, quando sono già state ridotte «prioritariamente» tutte le altre voci; perché l’impegno finanziario pubblico per la sanità «si connota come funzionale a garantire il fondamentale diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione, che chiama in causa imprescindibili esigenze di tutela anche delle fasce più deboli della popolazione, non in grado di accedere alla spesa sostenuta direttamente dal cittadino, cosiddetta out of pocket».

Lo spiega la Corte costituzionale nella sentenza 195/2024 depositata nei giorni scorsi (redattore Luca Antonini); fissando con parole chiare una clausola di garanzia su uno dei capitoli più delicati del bilancio pubblico, come dimostrano anche i dibattiti delle ultime settimane intorno alla manovra. Il principio indicato dalla sentenza è insomma cruciale in linea generale, e supera di molto i confini della norma di dettaglio da cui è stata originata l’analisi dei giudici delle leggi. Sul loro tavolo, per impulso della Regione Campania, è finito infatti il comma 527 della manovra dello scorso anno (legge 213 del 2023), che disciplina il contributo alla finanza pubblica chiesto alle Regioni, per 350 milioni all’anno dal 2024 al 2028 (per il primo anno il conto è stato successivamente ridotto a 305 milioni). La distribuzione del conto, prosegue la regola, deve avvenire con un’intesa in Conferenza Stato-Regioni, evitando però di includere nella base di calcolo le missioni 12 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia) e 13 (Tutela della salute). Ma in assenza di accordo il Governo procede autonomamente azionando le forbici con un’intensità proporzionale alla spesa corrente indicata in ogni rendiconto regionale. Un meccanismo di questo tipo assume però un «carattere intrinsecamente contraddittorio», avverte la Corte.

Scudo penale per i professionisti sanitari, la FNOMCeO chiede la proroga.

(da Fimmg.org)   Una proroga urgente dello “scudo penale” per i medici e gli altri professionisti sanitari. A chiederla, in vista della scadenza del 31 dicembre – e nelle more di una revisione organica della disciplina sulle responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie – il Consiglio nazionale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, composto dai 106 presidenti degli Ordini e riunito oggi per via telematica.

Il Consiglio nazionale della Fnomceo, in una mozione, esprime infatti preoccupazione per la prossima scadenza della norma che estendeva lo “scudo penale” – vale a dire la limitazione della punibilità ai soli casi di colpa grave – già previsto nel 2021 per il Covid, anche ai fatti commessi in situazioni di grave carenza di personale. E ciò tenendo conto  delle condizioni di lavoro dell”esercente la professione sanitaria, dell”entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato.

Condizioni queste che, rileva sempre il Consiglio nazionale, si sono nel frattempo ulteriormente aggravate. Determinando “una crescente difficoltà nella pratica professionale, in termini di carichi lavorativi difficilmente sostenibili e di pesante cumulo di responsabilità, di cui i medici devono farsi carico per garantire ai cittadini un Servizio Sanitario Nazionale al quale vengono rivolte crescenti aspettative e che, grazie all”impegno della categoria, continua a produrre in carenza di risorse, rilevanti risultati di salute”.

A questo si aggiunge il contenzioso penale che, “spesso irragionevole e ai limiti della temerarietà“, oltre a determinare un sovraccarico all”apparato giudiziario, demotiva i sanitari, sottoposti a lunghi percorsi di giudizio, che nel 97% dei casi finiscono con un”assoluzione ma che in ogni caso comportano spese e irrimediabili danni reputazionali.

“Un ritorno al testo originale della legge 8 marzo 2017 n. 24 – sottolineano ancora i Presidenti del Consiglio nazionale – aggraverebbe una situazione già difficilmente sostenibile, ingenerando una fuga dei sanitari dalle attività più esposte ai contenziosi e, al tempo stesso, più rilevanti per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale“.

Né ci possono essere i tempi tecnici perché il riassetto definitivo della materia, cui sta lavorando la Commissione D”Ippolito che ha espresso le prime indicazioni, possa trovare compimento entro fine anno.

Da qui la richiesta “con forza e in modo unanime” di una proroga del termine del 31 dicembre per lo “scudo penale”. E questo “nel primario interesse della sostenibilità del SSN, che si fonda sull”impegno dei medici, ai quali lo Stato ha il dovere di garantire sicurezza e certezze, creando le condizioni per evitare scenari di medicina difensiva, dannosi per la salute dei cittadini, prima ancora che gravosi sotto il profilo dell’impegno delle risorse“.

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