Intelligenza artificiale: un’arma a doppio taglio
(da M.D.Digital) Un recente editoriale pubblicato su ‘JMIR Medical Informatics’ ha esaminato la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale (Ia), dove le tecnologie progettate per automatizzare la documentazione clinica sono in grado di alleggerire il carico amministrativo degli operatori sanitari. Sebbene questi strumenti siano molto promettenti nel ridurre il burnout e nel liberare tempo per la cura dei pazienti, in quanto consentono una riduzione del tempo dedicato alla documentazione dopo l’orario di lavoro e a una migliore interazione medico-paziente, l’editoriale evidenzia preoccupazioni significative che giustificano ulteriori indagini.
Tuttavia, gli autori avvertono che questi benefici sono bilanciati da una serie di sfide. L’editoriale evidenzia preoccupazioni persistenti sull’accuratezza e l’affidabilità delle note generate dall’intelligenza artificiale, inclusi errori, omissioni e abbagli. Solleva anche questioni etiche e legali, come i pregiudizi algoritmici, i rischi per la privacy e il potenziale di “debito cognitivo” o l’eccessiva dipendenza dall’intelligenza artificiale, che potrebbero diminuire le capacità di pensiero critico. Sebbene l’entusiasmo per l’IA sia comprensibile, la comunità medica deve procedere con cautela e impegnarsi per una valutazione rigorosa e basata sull’evidenza. L’analisi mostra che, sebbene questi strumenti siano una soluzione promettente a un problema di lunga data, molte domande rimangono senza risposta sul loro impatto sulla sicurezza dei pazienti, sulla formazione dei medici e sui risultati a livello di sistema.
(Leung TI, et al. AI Scribes in Health Care: Balancing Transformative Potential With Responsible Integration. JMIR Med Inform 2025. doi: 10.2196/80898. PMID: 40749188; PMCID: PMC12316405.)
Inchiesta tra i colleghi cha hanno completato o stanno frequentando il Corso di Formazione Regionale per la Medicina Generale
vi saremmo molto grati se poteste far girare il seguente link fra i medici iscritti a codesto Ordine:
Come specificato nel cappello introduttivo, l’ indagine è rivolta ai medici che
· hanno già completato il corso di formazione specifica in medicina generale; o
· stanno ancora frequentando il corso di formazione specifica in medicina generale;
Indipendentemente dal fatto che ora lavorino o meno come medici di assistenza primaria (medico di medicina generale, medio di continuità assistenziale, altro)
Si tratta di un’ indagine conoscitiva anonima, promossa dall’ ateneo di Trieste ed approvata dal rispettivo comitato etico universitario nella seduta del 17 Dicembre 2024 (Verbale N.11).
Confidando in un positivo riscontro porgo cordiali saluti
Prof. Luca Cegolon, MD, MSc, PhD
Alcuni disturbi mentali sono legati a un rischio di mortalità superiore per malattie cardiache
Alcuni disturbi mentali sono legati a un rischio di mortalità superiore per malattie cardiache
(da Sanitainformazione.it) La salute mentale è strettamente correlata a quella cardiaca. Infatti, alcune patologie come depressione, ansia, schizofrenia, disturbo bipolare e disturbo da stress post-traumatico, aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari dal 50% fino quasi al 100%, e peggiorano gli esiti di patologie cardiache preesistenti, con un aumento della mortalità tra il 60% e il 170%. Lo rivela uno studio dell’Università Emory, pubblicato su ‘The Lancet Regional Health Europe’. Lo studio sottolinea inoltre una relazione bidirezionale: oltre il 40% delle persone affette da malattie cardiovascolari presenta anche problemi di salute mentale, suggellando un legame complesso e interdipendente tra queste condizioni.