Covid-19 ha un impatto durevole sulla funzione cognitiva. Ecco quali sono le conseguenze

(da Doctor33)     Secondo uno studio appena pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ l’infezione da Covid-19 potrebbe lasciare conseguenze durevoli e significative sulle funzioni cognitive. L’ampio studio ha valutato gli effetti del Covid-19 sulla cognizione e la memoria, focalizzandosi sulle differenze osservabili nei pazienti post-infezione.
La ricerca, diretta da Adam Hampshire del dipartimento di Salute Pubblica dell’Imperial College di Londra, ha coinvolto 800.000 adulti in Inghilterra, invitati a svolgere valutazioni cognitive online, con l’obiettivo di quantificare eventuali deficit cognitivi globali e specifici legati alla memoria e all’esecuzione. Tra i 141.583 partecipanti che hanno avviato la valutazione, 112.964 l’hanno completata. L’analisi ha evidenziato deficit cognitivi globali lievi ma misurabili in individui con sintomi di Covid-19 risolti ma durati per almeno 12 settimane, paragonabili a quelli con sintomi risolti e di breve durata (meno di 4 settimane), ma significativamente maggiori in soggetti con sintomi persistenti e non risolti.

“In questo studio osservazionale, abbiamo riscontrato deficit cognitivi misurabili oggettivamente che possono persistere per un anno o più dopo il Covid-19” sottolineano Hampshire e colleghi. “Abbiamo anche scoperto che i partecipanti con sintomi persistenti risolti avevano piccoli deficit nei punteggi cognitivi, rispetto al gruppo senza Covid-19, che erano simili a quelli nei partecipanti con malattia di breve durata” aggiungono. I periodi iniziali della pandemia, una maggiore durata della malattia e il ricovero ospedaliero mostravano le associazioni più forti con i deficit cognitivi globali. “Le implicazioni della persistenza a lungo termine dei deficit cognitivi e la loro rilevanza clinica rimangono poco chiare e richiedono un monitoraggio continuo” concludono gli autori.

(NEJM 2024. Doi: 10.1056/NEJMoa2311330  http://doi.org/10.1056/NEJMoa2311330

Regione E/R: proroga termini presentazione Comunicazione svolgimento attività sanitaria art. 23 c.1 L.R. 22/2019 e del termine di adeguamento ai requisiti autorizzativi delibera giunta regionale 1919/2023 e ulteriori comunicazioni

Link sito internet Regione Emilia-Romagna

 

 

In attesa di consentire la compilazione on line della modulistica attraverso la piattaforma Accesso Unitario rete SUAP-ER, i moduli e i rispettivi allegati dovranno essere compilati e inviati via PEC allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) del Comune in cui ha sede la struttura per cui si chiede l’autorizzazione 

 

Forlì:  suap@pec.comune.forli.fc.it

Cesena:suap@pec.unionevallesavio.it

 

decreto 15 dicembre 2023, n. 232 – Regolamento recante ladeterminazione dei requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutturesanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e per gli esercenti le professionisanitarie, i requisiti minimi di garanzia e le condizioni generali di operatività delle altre analoghe misure, anche di assunzione diretta del rischio e le regole per il trasferimento del rischio nel caso di subentro contrattuale di un’impresa di assicurazione, nonché la previsione nel bilancio delle strutture di unfondo rischi e di un fondo costituito dalla messa a riserva per competenzadei risarcimenti relativi ai sinistri denunciati.

Senza il dentista che cura le persone, lo studio non può stare aperto

(da Odontoiatria33 – di Norberto Maccagno)   Sembra una ovvietà ma non credo che questa affermazione sia un percepito di voi dentisti quando si parla di società odontoiatriche, di “Catene”.  Invece l’aveva chiaro il legislatore quanto nel 2017, con la Legge sulla Concorrenza, ha messo ulteriori “paletti” per l’imprenditore proprietario dello studio, ribadendo che la cura la può fare solo un iscritto all’Albo degli odontoiatri ed a vigilare che tutto si svolga nella tutela del paziente deve essere un altro iscritto all’Albo degli odontoiatri che decide di assumere l’incarico di direttore sanitario.  

Se una di queste due figure viene meno, lo studio non può svolgere le funzioni per cui è stato autorizzato: curare le persone.   Quindi, se il dentista o il direttore sanitario non accettano le regole che impone il “padrone” dello studio (imprenditore odontoiatria o imprenditore esterno poco cambia), se ne vanno e se nessuno accetta di lavorare a quelle regole, lo studio è costretto a chiudere. 

Da sempre quando sento i vostri rappresentanti sindacali invocare il rischio che l’imprenditore punti solo al profitto imponendo al dentista di scegliere e indicare al paziente le terapie più convenienti all’impresa-studio e non alla salute (ed al portafogli) del paziente penso: ma se il dentista non è convinto, se ne vada, senza di lui lo studio non può esistere e se rimane diventa connivente. Ed invocare il “tengo famiglia”, il “sono costretto perché se non accetto arriva un altro al mio posto”, non mi sembra una scusante valida, oltre a dimostrare di avere una bassa considerazione dell’etica e della deontologia dei propri colleghi. 

Il coltello dalla parte del manico l’avete voi dentisti. Se tutti i dentisti decidessero che le “catene” sono il male, e nessuno va più a lavorarci, queste chiudono.   “Ma dai”, direte voi con tono ironico ricordandomi che questo è reale solo sulla carta.   Certo, e forse anche perché in molte “catene” vi trovate bene ed il rapporto è onesto e deontologicamente corretto. 

Ma la prova che il mio ragionamento è realistico, arriva da Oristano dove un centro odontoiatrico, appartenente ad una società veneta proprietaria di alcuni studi, ha chiuso.    Le motivazioni che Odontoiatria33 ha raccolto sono che lo studio era in vendita, i tre dentisti che ci lavoravano non sembra abbiano più voluto comprarlo e se ne sono andati. L’altra voce dice che i dentisti se ne sono andati perché non venivano pagati, magari in realtà le indagini faranno emergere che lo studio era in sofferenza economica, non rendeva, e non rendeva neppure per i dentisti che ci lavoravano probabilmente a percentuale. Ma qualsiasi sia la motivazione che ha spinto i dentisti a lasciare, e non ha invogliato altri a collaborare, non fa differenza, lo studio ha chiuso perché non c’erano dentisti che potevano curare i pazienti. 

Come sempre ad avere i problemi sono però i pazienti, lasciati con le cure iniziate, gli acconti versati ed i finanziamenti attivati da onorare ogni mese. Il caso Dentix ha dimostrato che anche i dentisti che ci lavoravano potrebbero venire chiamati in giudizio, ma questa è un’altra storia.

Quindi, a mio parere ma l’ho già scritto più volte, la questione da normare è come tutelare il paziente da improvvise chiusure e non tanto il rispetto del Codice di deontologia medica da parte degli imprenditori, obbligo già normato dal legislatore indicando nel direttore sanitario il responsabile se le regole non sono rispettate e demandando all’Ordine il controllo e gli eventuali atti sanzionatori nei suoi confronti. 

Una questione, quella della necessità di garantire che venga portata a termine la cura che è molto odontoiatrica e difficilmente paragonabile ad altri ambiti della sanità privata.

Il paziente malato entra in una casa di cura privata e ne esce quando ha terminato di usufruire dei servizi, delle cure. La clinica, prima di chiudere, dovrà ovviamente terminare le cure e dimettere i pazienti, anche perché questi sono degenti, fisicamente all’interno della clinica. Ad essere penalizzati saranno dipendenti, collaboratori, creditori, ma difficilmente i pazienti. Così come capita quando fallisce qualsiasi società in qualsiasi ambito.   

Ma i pazienti di una società odontoiatrica, come tutti i pazienti odontoiatrici, cominciano una cura che si protrae per un arco di tempo molto ampio: almeno per mesi, spesso anche per anni.  

Il paziente non ha nessuna garanzia che quella cura iniziata verrà terminata e neppure che i soldi che man mano vengono spesi (o finanziati) gli possano essere restituiti, soprattutto se fallisce.

Una soluzione, ne ho già scritto più volte e lo riscrivo, potrebbe essere una norma che obbliga le società a versare un fondo di garanzia (o una assicurazione obbligatoria che garantisca), magari sulla base del fatturato annuo, da utilizzare per rimborsare i pazienti qualora rimanessero con le cure interrotte in caso di fallimento o chiusura improvvisa. 

Soluzione che permetterebbe anche di evitare di porci un altro quesito: ma i dentisti che stanno curando i pazienti che si sono rivolti al centro odontoiatrico di Oristano sono legittimati ad abbandonarli e non terminare le cure perché il “padrone del centro” non li paga o per qualsiasi altro motivo?  

SaluteMia aumenta la protezione in caso di malattia per i medici, gli odontoiatri e le loro famiglie

Anche a 2024 inoltrato è possibile aderire a SaluteMia, la società di mutuo soccorso fatta dai medici per i medici, che ha ampliato nuovamente le tutele per i propri iscritti. Infatti, alla miriade di garanzie offerte, SaluteMia ha aggiunto una copertura infortuni gratuita per tutti i soci.

Tutta la famiglia sotto l’ombrello di SaluteMia

Tutelarsi con SaluteMia è un gesto di cura nei propri confronti e nei confronti dei propri cari. Per garantire a se stessi e al proprio nucleo, ma anche ai familiari non conviventi, la serenità di poter accedere alle migliori opportunità di cura, in tempi ridotti.

Copertura a misura per le tue esigenze

SaluteMia offre 6 Piani sanitari che garantiscono copertura dalle spese mediche per un ampio ventaglio di prestazioni ospedaliere ed extraospedaliere: dagli esami diagnostici ai grandi interventi. Ogni socio può in questo modo costruire la propria copertura sanitaria su misura per sé e per i propri familiari.

Ad esempio, tra le moltissime tutele offerte, ci sono la possibilità di avviare programmi di prevenzione e di miglior controllo e stabilizzazione di patologie croniche; beneficiare di un programma di assistenza nel periodo della maternità e di un sostegno economico per quando si diventa genitori. Nelle garanzie mutualistiche gratuite è compresa anche la copertura “critical illness”, che garantisce almeno 4.000 euro in caso di patologie gravi.

C’è inoltre la possibilità di adesione diretta per gli universitari, con piani dedicati e scontati, oltre a borse di studio per i più meritevoli.

Con questo, SaluteMia non vuole sostituirsi al Sistema sanitario nazionale, ma offrire un’ulteriore opportunità, una “rete di protezione aggiuntiva”, con efficienza e qualità.

Da quest’anno ancora più tutele e opportunità

Per il biennio 2024-2025, SaluteMia ha deciso di offrire gratuitamente a tutti i Soci una copertura infortuni, valida per eventi sia in ambito lavorativo che extraprofessionale, in Italia o all’estero.

Inoltre sul sito www.salutemia.net è stata aperta una pagina dedicata alle Convenzioni, dove i soci trovano agevolazioni su servizi di Medicina dello sport, apparecchi acustici e lenti, occhiali, finanziamenti e prestiti.

Meglio di una semplice polizza

SaluteMia rientra nel progetto di assistenza voluto da Enpam per gli Iscritti, è un ente del terzo settore, senza scopo di lucro ed offre numerosi vantaggi rispetto alle polizze assicurative sulla malattia proposte dalle società di assicurazione.

Con SaluteMia, infatti, non esistono barriere di età o salute per aderire e la mutua non può rescindere il contratto anche in caso di gravi patologie.

Un’opportunità anche per abbassare le tasse

Uno o più piani sanitari di SaluteMia aiutano anche a pagare meno tasse. Infatti, il contributo versato è fiscalmente detraibile fino all’importo di 1.300 euro l’anno.

Come iscriversi o rinnovare

Per iscriversi (o per rinnovare l’adesione, così da non perdere la continuità nelle tutele acquisite) bisogna compilare il modulo che si può scaricare direttamente da www.salutemia.net. Sul sito di SaluteMia è anche possibile aderire ai piani sanitari, trovare il dettaglio di offerte e novità, oltre alle guide e alle regole di accesso ai sussidi.

Il personale di SaluteMia è a disposizione di medici e odontoiatri, per assisterli nel costruire il sistema aggiuntivo di garanzie più adeguato alle loro esigenze e aspettative. Per qualsiasi chiarimento, aiuto o informazione, è possibile contattare SaluteMia presso gli uffici di Roma, in via della Mercede 33, e telefonicamente al numero 06.21.011.350.

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