Via libera dalla Conferenza Stato Regioni al Bonus psicologo

Via libera dalla Conferenza Stato Regioni al Bonus psicologo

Nel documento approvato ieri, stabilite le modalità di presentazione della domanda per accedere al contributo, la sua entità e i requisiti, anche reddituali, per la sua assegnazione nel limite complessivo di 10 milioni di euro per il 2022. Possono usufruire del Bonus le persone che, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, si trovano in una condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica.  Leggi L’articolo completo e il documento al LINK

Telemedicina e assistenza domiciliare. Dalle visite on line col medico al controllo dei pazienti da remoto. Ecco le nuove linee guida

Come funzionerà la visita on line col medico, tutto sul monitoraggio da remoto delle terapie e il controllo dei parametri vitali e clinici dei pazienti attraverso dei sensori ma anche la valutazione a distanza del corretto utilizzo di ausili, ortesi e protesi durante le normali attività di vita condotte all’interno dell’ambiente domestico o lavorativo. Ecco cosa prevede il decreto     Leggi L’articolo completo al LINK

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=104258&fr=n

“Management delle infezioni addominali complesse”, Mercoledì 18 maggio, Forlì. “Le infezioni del sito chirurgico hanno incidenza tra l’8 e il 16% e sono causa di un significativo prolungamento della degenza post-operatoria”

Si terrà mercoledì 18 maggio, presso il Campus Universitario di Forlì, viale Filippo Corridoni 20, Aula 3, Teaching hub, l’evento formativo dal titolo “Management delle infezioni addominali complesse”. Direttori del Corso: prof. Giorgio Ercolani, direttore del Dipartimento Chirurgico di Forlì e docente ordinario dell’Università di Bologna e il dottor Francesco Cristini, direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive di Forlì.

“Le infezioni del sito chirurgico – spiega il professor Ercolani – rappresentano un ventaglio di situazioni cliniche classificate in base al livello di coinvolgimento dei tessuti, dalle più superficiali, di gestione più semplice, sino a quelle più profonde che coinvolgono organi e spazi, che per livello di complessità gestionale richiedono spesso un approccio multi-specialistico. Queste infezioni, denominate “infezioni addominali complesse” sono l’argomento trattato nell’ambito di questo convegno.

In generale le infezioni del sito chirurgico hanno incidenza tra l’8 e il 16% a seconda del tipo di intervento, più bassa per interventi puliti come le resezioni epatiche, maggiore negli interventi di chirurgia colo-rettale. Esse sono causa di un significativo prolungamento della degenza post-operatoria, che spesso raddoppia rispetto alle degenze dei pazienti che non si complicano con infezione e che si correla anche ad un aumento dei costi. Negli USA, dove sono molto attenti all’aspetto economico delle cure, è stato calcolato un incremento dei costi di circa 20.000 dollari per ogni paziente con infezione post-chirurgica, ed un aumento delle complicanze e della mortalità operatoria, che si stima passi dal 1-3% nei pazienti non complicati ad una mortalità superiore al 10% per i pazienti con infezioni post-operatoria.”

“Le infezioni addominali “complesse” – chiarisce il dottor Cristini – rappresentano l’ambito infettivologico multidisciplinare per antonomasia. Poche altre condizioni di infezione sono altrettanto rappresentative della necessità di approccio combinato ad opera di diversi professionisti. Se la maggior parte delle patologie da infezione vedono nella corretta terapia antibiotica il momento gestionale fondamentale e spesso esclusivo, nelle infezioni addominali complesse si associa il tassello fondamentale del cosiddetto controllo della fonte di infezione, operativamente a carico di chirurghi o altri professionisti che possono intervenire con metodiche non chirurgiche. La bonifica del focolaio di infezione intra-addominale è infatti elemento imprescindibile per la prognosi del paziente.”

Il convegno vuole affrontare la tematica in due sessioni, partendo dagli aspetti generali della patologia nella prima sessione, ossia la diagnosi clinica e microbiologica e la complessità dell’approccio terapeutico antibiotico, fino ad approfondire le tematiche più specifiche del controllo chirurgico ed interventistico della fonte di infezione addominale nella seconda sessione. Una faculty di grande spessore (vedi programma in allegato) ha accettato l’invito dei responsabili dell’evento a partecipare in qualità di relatori, per approfondire un tema clinico sempre attuale, difficile ed in evoluzione, caratterizzato da complessità gestionali sfidanti, in cui i patogeni multiresistenti, l’utilizzo ragionato e moderno degli antibiotici e l’evoluzione delle tecniche operative rappresentano gli elementi fondamentali passati in rassegna. Segreteria scientifica: Davide Cavaliere, Carlo Alberto Pacilio, Raffaella Signani.

Tiziana Rambelli

Per essere più felici bisogna spegnere lo smartphone

(da AGI)   Spegnere il cellulare per vivere meglio e più felici. A confermarlo, è una ricerca condotta dal team di psicologi ed altri esperti della Ruhr-Universitat Bochum (RUB) in Germania, appena pubblicata su ‘Journal of Experimental Psychology’. L’uso (e l’abuso) di cellulari è un tema sempre più discusso tra gli scienziati, considerato l’aumento vertiginoso negli ultimi decenni. Navighiamo su Google, cerchiamo indicazioni stradali, controlliamo la posta elettronica o il meteo, acquistiamo, leggiamo le notizie, guardiamo film in media ogni persona trascorre almeno tre ore al giorno sui social media.   Ma quanto influisce questo sul nostro benessere? A questa domanda ha cercato di rispondere il gruppo tedesco di ricerca. Il team guidato dalla dott.ssa Julia Brailovskaia del Centro di ricerca e trattamento sulla salute mentale della Ruhr-Universitat Bochum (RUB) ha reclutato 619 persone per il loro studio e le ha divise casualmente in tre gruppi: 200 persone hanno messo completamente da parte il proprio smartphone per una settimana, 226 hanno ridotto di un’ora al giorno la quantità di tempo in cui hanno utilizzato il dispositivo, 193 persone non hanno cambiato nulla nel loro comportamento.   “Abbiamo scoperto che sia rinunciare completamente allo smartphone sia ridurne l’uso quotidiano di un’ora hanno avuto effetti positivi sullo stile di vita e sul benessere dei partecipanti”, riassume Julia Brailovskaia. “Nel gruppo che ha ridotto l’uso, questi effetti sono durati anche più a lungo ed erano quindi più stabili rispetto al gruppo dell’astinenza”.    L’intervento già solo di una settimana ha cambiato le abitudini di utilizzo dei partecipanti a lungo termine: anche quattro mesi dopo la fine dell’esperimento, i membri del gruppo di astinenza hanno utilizzato il proprio smartphone in media 38 minuti in meno al giorno rispetto a prima. Il gruppo che aveva trascorso un’ora in meno al giorno con lo smartphone durante l’esperimento lo ha utilizzato fino a 45 minuti in meno al giorno dopo quattro mesi rispetto a prima. Allo stesso tempo, aumentavano la soddisfazione per la vita e il tempo dedicato all’attività fisica. I sintomi di depressione e ansia e il consumo di nicotina sono diminuiti. “Non è necessario rinunciare completamente allo smartphone per sentirsi meglio. Potrebbe esserci un tempo di utilizzo giornaliero ottimale”, conclude Brailovskaia.

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