Sicurezza vaccini. Aifa: “Su 23 milioni di vaccinazioni, solo 6.757 segnalazioni di sospette reazioni avverse (lo 0,02%), 19 i decessi ma nessuno correlato al vaccino”
Le reazioni più comuni sono state febbre, reazioni cutanee nel sito di inoculo, irritabilità e iperpiressia. Segnalati anche 19 decessi ma nessuno di questi è risultato correlato alla vaccinazione. Il maggior numero delle segnalazioni per il antimeningococco B, anti Rotavirus e antimeningococco C. Magrini: “I dati del 2019 confermano l’ottimo profilo di sicurezza dei vaccini che, nonostante l’alto numero di dosi somministrate, presentano un numero limitato di reazioni avverse, soprattutto non gravi e con risoluzione spontanea e completa” Leggi L’articolo completo al LINK
Bastano quattro rampe di scale per misurare l’efficienza cardiaca
(da DottNet) Per sapere se il cuore è in salute basta fare quattro rampe di scale in meno di un minuto. Se si eccede il minuto e mezzo nel fare questo esercizio può voler dire che la salute cardiaca è sotto al livello ottimale e rivolgersi a un medico può aiutare. Lo rileva una ricerca spagnola presentata all’ Eacvi – Best of Imaging 2020, un congresso scientifico della Società Europea di Cardiologia. “L’idea – spiega Jesús Peteiro, cardiologo dell’ospedale universitario A Coruña- era di trovare un metodo semplice ed economico per valutare la salute del cuore. Questo può aiutare i medici a selezionare i pazienti che devono svolgere esami più approfonditi “. Lo studio ha incluso 165 pazienti sottoposti a test da sforzoa causa di una malattia coronarica nota o sospetta. I partecipanti hanno camminato o corso su un tapis roulant, aumentando gradualmente l’intensità. La capacità di esercizio è stata misurata come equivalenti metabolici(Met). Dopo aver riposato per 15-20 minuti, ai pazienti è stato chiesto di salire quattro rampe di scale (60 gradini) ad un ritmo veloce senza fermarsi, ma anche senza correre .I ricercatori hanno analizzato la relazione tra gli equivalenti metabolici raggiunti durante i test da sforzo e il tempo impiegato per salire quattro rampe di scale. I pazienti che hanno salito le scale in meno di 40-45 secondi hanno ottenuto più di 9-10 Met. Studi precedenti hanno dimostrato che 10 Met durante un test da sforzo sono collegati a un basso tasso di mortalità (1% o meno all’anno o 10% in 10 anni). Sempre rispetto alla salute cardiovascolare, uno studio pubblicato su Scientific Reports ha evidenziato che le apnee ostruttive del sonno mettono a dura prova anche il cuore. Secondo la ricerca dell’Università della Finlandia orientale, eventi respiratori notturni più lunghi nei pazienti con apnee ostruttive del sonno causano una maggiore variabilitàimmediata della frequenza cardiaca e cambiamenti marcati negli intervalli tra i battiti sono associati a una ridotta vigilanza diurna.
Diabete. Camminare allunga la vita. Ecco le linee guida di diabetologi e medici sportivi
Le persone con diabete dovrebbero fare almeno 30 minuti al giorno di attività fisica, ad intensità moderata o superiore idealmente tutti i giorni della settimana. I pazienti fuori allenamento devono naturalmente iniziare con gradualità. Le linee guida sono state messe a punto dalla Società Italiana di Diabetologia e dall’Associazione Medici Diabetologi insieme alla Società Italiana di Scienze Motorie e Sportive e presentate al Congresso della Sid in corso in questi giorni Leggi L’articolo completo al LINK
Covid-19, rimborsi in vista per chi ha avuto il bonus Enpam
(da Enpam.it) Tutti gli aiuti concessi ai professionisti per Covid-19 saranno detassati. La novità, che riguarderebbe anche i Bonus Enpam e i Bonus Enpam+, è contenuta nell’articolo 10-bis del Decreto legge Ristori in via di conversione. Soddisfazione è stata espressa dall’AdEPP, l’associazione delle Casse di previdenza private, che negli scorsi mesi hanno dovuto trattenere ingenti ritenute d’acconto sulle indennità straordinarie concesse agli iscritti in ginocchio.
“Su questo aspetto il Parlamento ha fatto giustizia – ha commentato così il presidente dell’AdEPP e dell’Enpam Alberto Oliveti –. È evidente che i sussidi assistenziali di ultima istanza che abbiamo anticipato per conto dello Stato (che già in partenza erano esentasse) e i sussidi che abbiamo finanziato come Casse sono analoghi nella sostanza. Non aveva senso che i professionisti in difficoltà pagassero le tasse su quelli finanziati con risorse private”. Il nuovo articolo 10-bis che verrà inserito nel Decreto legge Ristori stabilisce che i contributi e le indennità di qualsiasi natura erogati a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 ai soggetti esercenti impresa, arte o professione, nonché ai lavoratori autonomi, non concorrono alla formazione del reddito imponibile e del valore della produzione, e non rilevano ai fini della deducibilità di interessi passivi e altre componenti negative di reddito.
“Ricordo che inizialmente i professionisti erano stati completamente esclusi dai 600 euro statali. Grazie alla battaglia dell’AdEPP, e alla disponibilità delle Casse associate ad anticipare i soldi, la discriminazione è stata rimossa ¬– aggiunge Oliveti –. Oggi viene rimossa una seconda discriminazione. In pratica sugli ulteriori aiuti che avevamo destinato ai professionisti con nostre risorse, lo Stato in sostanza rinuncia ad incamerare imposte. Appena la norma sarà definitiva potremo quindi inviare un ulteriore bonifico agli iscritti corrispondente alle ritenute d’acconto che eravamo stati costretti a fare”. La nuova disposizione è stata approvata nella notte tra martedì e mercoledì dal Senato con un voto di fiducia. Entro il 27 dicembre dovrà approvarla anche la Camera dei Deputati, ma anche in quel caso si attende un voto blindato. Se dunque non ci saranno soprese, la norma potrà entrare in vigore nel giro di alcune settimane.
Su questo tema l’Enpam aveva lanciato una battaglia, a partire da una campagna pubblicata sui principali quotidiani italiani.
Covid, 8,5 milioni di italiani venuti a contatto con il virus. Studio statistico Cattolica, più facile ottenere immunità gregge
(da ansa.it) Gli italiani che sarebbero entrati in contatto con il nuovo coronavirus SarsCov2 dall’inizio della pandemia ad oggi sarebbero tra gli 8,5 ed i 9 milioni, gran parte dei quali risultano però asintomatici e sono soprattutto giovani. Il dato emerge da uno studio statistico condotto da Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Lo studio, la cui prima versione è stata pubblicata ad ottobre su una rivista internazionale, è aggiornato periodicamente e l’ultima versione è pubblicata sul sito COVSTAT curato dal gruppo di ricerca coordinato da Arbia. Le persone entrate in contatto col virus dunque, spiega Arbia all’ANSA, «sono molte di più rispetto alla stima ufficiale di 1,6 milioni». Ma questo ha una spiegazione: «Per il nostro calcolo abbiamo utilizzato una metodologia statistica che si basa sulla riponderazione dei dati di contagio sulla base del peso effettivo per sesso e classi di età nella popolazione. Il dato ufficiale, al contrario, non è riferito ad un campione statistico, ma è calcolato sulla base di dati raccolti con un criterio emergenziale che considera gli infetti clinicamente rilevati o ospedalizzati e i possibili infetti individuati col contact tracing». In altre parole, «se in un campione di infetti rilevati clinicamente c’è ad esempio un solo giovane, ma il peso di quella fascia di età nella popolazione è più elevata, a quell’individuo viene assegnato un peso superiore». Infatti, considerando la sola rilevazione clinica – ovvero relativa ai soggetti son sintomi segnalati dai medici o ricoverati – «si rischia appunto di sottostimare la quota di asintomatici o paucisintomatici, che non si rivolgono alle strutture sanitarie». Il calcolo, rileva, «comprende dunque la quota complessiva di persone che si stima siano entrate in contatto con SarsCov2, inclusi i circa 2 milioni delle stime ufficiali». Questo dato, secondo l’esperto, ha una triplice lettura: «innanzitutto – chiarisce – ci dice che il tasso di letalità, ovvero il numero dei morti rispetto ai contagiati, è in realtà più basso di quello evidenziato dai dati ufficiali, ed è pari a circa lo 0,7% contro il 3% attualmente considerato. E questo è ovviamente un segnale positivo». Ma c’è un secondo elemento positivo: «Se gli entrati in contatto col virus sono di più di quelli stimati, ciò facilita anche l’obiettivo del raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso la prossima campagna di vaccinazione anti-Covid. Infatti, ci sarà una quota più larga di popolazione già immunizzata che contribuirà al raggiungimento più rapido del 60% necessario per l’immunità di gregge. Resta però il problema di come individuare questa quota di asintomatici, e a tal fine si potrebbe pensare a test sierologici a campione per rilevare la presenza degli anticorpi». Vi è però un «ultimo segnale, ed è negativo: questa stima ci dice anche che il virus circola ancora tantissimo. Moltissime persone, cioè, sono infette, e perciò potenzialmente contagiose, ma non lo sanno perchè asintomatiche o paucisintomatiche. E sono – conclude Arbia – molte di più rispetto ai positivi attualmente stimati».