Violenza contro le donne. Dentisti sentinelle per intercettarla
(da Quotidiano Sanità) Sensibilizzare e formare i professionisti dentisti e odontoiatri affinché possano riconoscere i segnali di violenza contro le donne e intervenire nel modo più appropriato. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella e il Presidente nazionale ANDI – Associazione nazionale dentisti italiani, Carlo Ghirlanda.
Dentisti e odontoiatri, infatti, possono svolgere un ruolo cruciale nel rilevare casi di violenza sulle donne grazie alla loro posizione particolarmente indicata per notare segni fisici che potrebbero indicare abusi, traumi ripetuti, fratture e lesioni alla mascella, alle ossa del viso, ai denti o ai tessuti molli della bocca e, adeguatamente formati, potrebbero intercettare e agire tempestivamente per impedire tragici epiloghi. Inoltre, al fine di dare supporto alle donne vittime di violenza, il Dipartimento per le pari opportunità metterà in rete dentisti ed odontoiatri con i servizi di supporto alle vittime, come il numero di pubblica utilità 1522 e i Centri Anti Violenza (Cav).
“Nei casi di violenza cogliere i segnali, intercettarli tempestivamente, può essere essenziale per salvare una vita. In questa battaglia quindi è molto importante il coinvolgimento delle professionalità che più facilmente possono entrare in contatto con le vittime, sia per svolgere un’opera di sensibilizzazione, sia per accorgersi di situazioni che sono la spia di qualcosa che non va – dichiara la ministra Roccella -. Per questo stiamo investendo molto sulla formazione degli operatori, e il protocollo con l’associazione dei dentisti va esattamente in questa direzione. Sapere come approcciarsi alle donne vittime di violenza può essere determinante per spezzare il ciclo prima dell’irreparabile”.
“Questo Protocollo rappresenta la sintesi del percorso che l’Associazione nazionale dentisti italiani ha intrapreso da tempo, nella ferma convinzione dell’impegno degli odontoiatri associati ANDI a tutela della persona e a conferma della sensibilità dell’Associazione verso un tema così importante e delicato – dichiara Carlo Ghirlanda, Presidente nazionale ANDI – Siamo onorati del lavoro di squadra svolto con la Ministra Roccella e che vedrà gli oltre 28.000 odontoiatri ANDI impegnati nel promuovere, sostenere e sensibilizzare i termini sanciti dal documento sottoscritto, per sviluppare una rete di supporto che favorisca il contatto tra le vittime, i servizi sociali e il numero di pubblica utilità 1522”.
AULSS N. 4 VENETO ORIENTALE – Pubblicazione n. 2 bandi di avviso pubblico
Gentili,
Vi informiamo che nel sito https://www.aulss4.veneto.it/amministrazionetrasparente/_05_bandi_di_concorso sono pubblicati i seguenti bandi, di cui si allega copia:
- Avviso pubblico, per titoli ed eventuale colloquio, per il conferimento di incarichi di LAVORO AUTONOMO ai sensi dell’art. 7, comma 6, decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e s.m.i., di medico specializzato in “GINECOLOGIA E OSTETRICIA”;
- Avviso pubblico, per titoli ed eventuale colloquio, per il conferimento di incarichi di LAVORO AUTONOMO ai sensi dell’art. 7, comma 6, decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e s.m.i., di medico specializzato in “CARDIOLOGIA” da assegnare all’uoc SISP.
I bandi hanno scadenza mercoledì 31 dicembre 2025.
Gli interessati possono presentare domanda collegandosi al sito internet https://aulss4veneto.iscrizioneconcorsi.it/ .
Al fine di poter acquisire il maggior numero di candidature possibile, si chiede cortesemente di dare la massima diffusione ai bandi, anche trasmettendoli a tutti gli iscritti tramite newsletter, laddove attiva.
Si ringrazia per la collaborazione e si porgono i più cordiali saluti.
Elisa Costantini
Ufficio Concorsi
AULSS 4- “Veneto Orientale”
Piazza De Gasperi, 5
30027 San Donà di Piave (VE)
tel. 0421 228281 – 228284 – 228286
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Qualche minuto al giorno di sforzo fisico intenso è ‘salvacuore’
(da DottNet) Qualche minuto al giorno di attività fisica intensa mette al riparo il cuore. Uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine mostra che le donne che includono nella loro routine giornaliera brevi periodi di attività fisica intensa vedono il loro rischio di problemi cardiovascolari ridursi del 45% rispetto alle donne che non ne fanno. E questi momenti di attività possono essere davvero brevi, spiega Emmanuel Stamatakis, epidemiologo presso l’Università di Sydney: solo 20-30 secondi di intenso sforzo fisico eseguiti più volte nel corso della giornata.
In passato lo stesso gruppo di ricerca ha dimostrato che brevi sessioni di attività fisica riducono il rischio di morte per qualsiasi causa di quasi il 40%. Nel nuovo studio, il team ha voluto esaminare problemi cardiovascolari specifici come l’infarto, l’insufficienza cardiaca e l’ictus, nonché le differenze tra uomini e donne. Il team ha analizzato i dati di oltre 22.000 persone di 40-69 anni che hanno dichiarato di non fare attività fisica nel tempo libero.
I partecipanti hanno indossato un dispositivo di tracciamento del movimento per una settimana e i ricercatori hanno annotato i loro problemi di salute negli otto anni successivi, in media. Di 969 donne che non hanno svolto alcuna attività fisica intensa, 52 hanno poi avuto un problema cardiovascolare importante. Ma le donne che hanno svolto circa 3,4 minuti al giorno in totale di questa attività hanno visto il loro rischio quasi dimezzarsi. Stamatakis e i suoi colleghi hanno scoperto che anche solo uno o due minuti di attività fisica giornaliera riducevano il rischio di infarto del 33%. I ricercatori hanno riscontrato benefici cardiaci minori negli uomini. In generale, però, è utile fare un po’ di sforzo cardiaco e di respiro nel quotidiano, ad esempio anche solo parcheggiando un po’ più lontano dalla propria meta, fare le scale o persino portare a spasso il cane. Il segreto è “incorporare il maggior numero possibile di scatti qua e là”, conclude Stamatakis.
Immunità di…. genere
(da Internazionale e New Scientist) Il sistema immunitario invecchia in modo diverso nelle donne e negli uomini. Lo rivela una ricerca che ha analizzato 1,3 milioni di cellule da 900 campioni di sangue di cittadini australiani di età compresa tra 19 e 97 anni, suddivisi per sesso biologico. I risultati, pubblicati su bioRxiv e in fase di revisione, mostrano che con l’avanzare dell’età le donne presentano una maggiore quantità di cellule T killer di un particolare sottotipo. I linfociti T sono cellule immunitarie programmate per riconoscere ed eliminare elementi estranei all’organismo, come batteri, virus o tessuti.
Inoltre, la diversa senescenza del sistema immunitario tra i due sessi sembra essere collegata a specifiche varianti genetiche. Questo potrebbe spiegare perché le donne siano più protette dalle infezioni, ma allo stesso tempo più predisposte ad alcune malattie autoimmuni. I ricercatori concludono che questo studio può aiutare lo sviluppo di interventi specifici e personalizzati sulla base del genere e dell’età.