Circa 8 settimane di attesa dopo il Covid per procedere a interventi chirurgici programmati

Circa 8 settimane di attesa dopo il Covid per procedere a interventi chirurgici programmati

(da Univadis)   Nel caso di pazienti non vaccinati che hanno avuto il COVID-19 da lieve a moderato, le principali procedure di chirurgia elettiva di routine (ad es. isterectomia, sostituzione dell’anca o del ginocchio, ecc.) sono associate a un aumento del rischio relativo corretto (adjusted relative risk, aRR) di complicanze postoperatorie, rispetto ai pazienti sottoposti a intervento chirurgico prima della pandemia di COVID-19.  Uno studio osservazionale condotto negli Stati Uniti ha analizzato i dati di 5.500 pazienti sottoposti a intervento chirurgico prima e durante la pandemia di COVID-19 e ha riscontrato, durante il periodo “peri-COVID” (0-4 settimane), un eccesso di rischio postoperatorio di polmonite (aRR = 6,4), insufficienza respiratoria (3,3), embolia polmonare (2,7) e sepsi (3,6). A 4-8 settimane, persisteva solo il rischio di polmonite, con tutti gli eccessi di rischio che scomparivano a ≥8 settimane.

(The Risk of Postoperative Complications After Major Elective Surgery in Active or Resolved COVID-19 in the United States. https://journals.lww.com/annalsofsurgery/Abstract/2022/02000/The_Risk_of_Postoperative_Complications_After.7.aspx)

Sì all’IA e alle sue applicazioni in Medicina, ma sul come c’è da discutere

(da M.D. Digital)  “L’Intelligenza artificiale è uno strumento fondamentale per il medico, ma non sia suo surrogato”. A ribadirlo il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli. Lo ha fatto di fronte al “Board” di esperti – medici, giuristi, giornalisti, filosofi della medicina, esponenti della società civile – cui è affidata l’organizzazione del Convegno che, il 24 e 25 novembre a Roma, darà ufficialmente il via alla revisione del Codice deontologico. Il testo oggi in vigore risale infatti al 2014: tra gli argomenti che per la prima volta saranno trattati, ci sarà proprio l’intelligenza artificiale. Dalla diagnostica predittiva alla medicina di precisione, dallo sviluppo di farmaci e vaccini alla riabilitazione, le tecnologie di intelligenza artificiale trovano sempre maggior impiego. Sino a pretendere di sostituire il medico: avviene nel Regno unito, dove l’azienda Babylon Health, che fornisce servizi di cure primarie in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale inglese, offre ai suoi assistiti la possibilità di utilizzare un “Symptom Checker Chatbot”, vale a dire una chat automatizzata capace di fornire, sulla base dei sintomi descritti, una valutazione del proprio stato di salute.   “Non vogliamo che questo strumento diventi un’alternativa al medico- ha spiegato Anelli – come è successo in Inghilterra, dove ai cittadini è stato chiesto di scegliere tra un medico e un computer. Noi pensiamo che gli algoritmi, la capacità che il computer avrà di elaborare una serie di dati, possano essere uno strumento fondamentale per il medico. Il computer, l’intelligenza artificiale diventerà un ausilio fondamentale per essere sempre più precisi nella diagnosi e per essere più efficaci nella terapia. Ecco, credo che questo sia quello che dobbiamo fare. Il PNRR oggi stima circa 50 milioni di euro per realizzare questo processo di applicazione dell’intelligenza artificiale alla Medicina Generale. Noi non vogliamo una sostituzione del medico, crediamo che il sistema debba aiutare invece il medico a fare ancora meglio la sua attività”.    Tra gli altri argomenti al centro della discussione, la formazione del medico. “Buona parte del board ritiene essenziale che il Codice intervenga ancora di più – ha dichiarato Anelli – in modo tale che siano dati ai futuri medici gli strumenti per gestire al meglio il rapporto con i cittadini, la comunicazione, che, come dice la legge, è parte della cura, è essa stessa cura. I medici di domani devono imparare a dedicare tempo al paziente, ad ascoltarlo, a rivalutare la singolarità dell’individuo utilizzando la complessità degli strumenti a disposizione per giungere a una diagnosi e per definire una terapia. Tra questi, ci sarà sicuramente l’intelligenza artificiale”.

Antibiotico resistenza. Pronto il nuovo Piano nazionale: “Prescrizioni più appropriate e confezioni adattate alle indicazioni d’uso”

Trasmesso alle Regioni il nuovo Piano redatto dal Ministero della Salute con tutte le indicazioni per ridurre il fenomeno che in Europa costa oltre 30 mila morti l’anno e che vede l’Italia sia in ambito umano che veterinario in cima per i consumi. Fondamentale per questo una “maggiore integrazione fra il settore umano, veterinario ed ambientale per attuare più completamente l’approccio One Health”  Leggi L’articolo completo al LINK

Covid, Ema: “Europa si prepari a nuova ondata”

complici altre varianti che potrebbero emergere dopo Omicron 5. Riflettori puntati, in particolare, sulla variante Centaurus e sulla variante BA.4.6. “I dati raccolti dall’Ecdc”, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “mostrano che nelle ultime settimane c’è stata una diminuzione nel numero complessivo di casi e morti Covid in Europa”, è il quadro tracciato da Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema, durante il briefing periodico con la stampa. “Tuttavia, abbiamo bisogno di prepararci a una nuova ondata di infezioni, in linea con il trend seguito dal virus nei 2 anni passati. Omicron 5 (BA.5) è ancora la variante dominante che sta circolando in Europa, ma dobbiamo sempre stare all’erta su altre varianti. Per esempio, c’è la variante BA.4.6 che si sta diffondendo velocemente negli Stati Uniti ed è già stata rilevata in Europa e c’è anche la BA.2.75”, battezzata Centaurus sui social, “che l’Ecdc sta monitorando come variante di preoccupazione”.   Negli Stati Uniti, secondo il presidente Joe Biden, la fine della pandemia è vicina. “Non posso ovviamente rispondere sul perché il presidente Usa Joe Biden sia arrivato a questa conclusione”, dice Steffen Thirstrup, Chief Medical Officer dell’Agenzia europea del farmaco Ema. “Quello che è chiaro è che qui in Europa noi consideriamo la pandemia ancora in corso ed è importante che gli Stati membri si preparino per lanciare i vaccini e specialmente i vaccini adattati per prevenire la diffusione di questa malattia” nell’area. Nei giorni scorsi anche l’Organizzazione mondiale della sanità aveva sottolineato, sebbene in forma più prudente e invitando a non abbassare la guardia, come oggi si veda la fine della pandemia Covid più vicina che mai.

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