Influenza: vaccinare i bambini per proteggere anziani

(da AGI)  Una vaccinazione più completa si conferma un’arma troppo preziosa per essere sottovalutata, soprattutto dopo le nuove evidenze sull’efficacia del vaccino quadrivalente, in particolare nella popolazione pediatrica tra 6 e 35 mesi. Un’analisi di InfluNet evidenzia che i bambini da 0 a 5 anni, infatti, si ammalano d’influenza circa 10 volte di più rispetto all’anziano e circa 5 volte di più rispetto all’adulto. Una copertura vaccinale più ampia, con l’utilizzo di un vaccino quadrivalente, potrebbe proteggere in maniera efficace e sicura questa categoria così delicata, ma anche indurre un risparmio economico per il Ssn come emerge da una recente valutazione di Health Technology Assessment (HTA) dell’università degli Studi di Firenze dell’università degli Studi di Genova e dell’università Tor Vergata di Roma. “Il report di HTA sull’influenza nella fascia di eta’ dai 6 mesi ai 6 anni, dichiara Paolo Bonanni, professore di Igiene presso l’università degli Studi di Firenze, nasce dall’evidenza che l’influenza è una malattia molto importante sia dal punto di vista diretto della salute del bambino, (infatti è una malattia grave che può generare ospedalizzazioni), sia perchè il bambino è il principale responsabile della trasmissione dell’infezione alla popolazione adulta e anziana. Quindi, prevenire l’influenza nel bambino significa ridurre anche l’incidenza negli adulti e negli anziani, fascia di età nella quale le coperture non sono ottimali. “La valutazione HTA, ha aggiunto Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Sanitaria università Tor Vergata di Roma, della vaccinazione universale in età pediatrica 0-6 anni ha dimostrato i rilevanti benefici (sia sanitari che economici) legati all’uso del vaccino quadrivalente rispetto alla non vaccinazione e al vaccino trivalente. Nello studio si e’ osservato che vaccinando il 40% di tutti i bambini italiani tra 0 e 6 anni con il quadrivalente, rispetto al trivalente, si preverrebbero 16mila casi di influenza addizionali all’anno.” Nel report si conclude pertanto che l’immunizzazione universale dei bambini, con il vaccino quadrivalente, risulta la scelta migliore di sanita’ pubblica per garantire la protezione diretta nei bambini e indiretta di tutta la popolazione

Mantenere i capelli del paziente è una cura

(da Oncologia33) I dispositivi per raffreddare il cuoio capelluto durante la somministrazione della chemioterapia hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire l’alopecia in una quota di pazienti e con alcuni farmaci chemioterapici. Il loro uso dovrebbe quindi diffondersi. E’ questo il messaggio contenuto in una revisione  accompagnata da un editoriale di commento pubblicata sul ‘Journal of Oncology Practice’, nella quale si fa il punto sugli studi controllati condotti negli ultimi anni e, in particolare, su tre di essi, che hanno coinvolto un totale di circa 400, tra pazienti trattate e controlli. In tutti e tre lo schema è stato simile: il casco è stato applicato a donne con carcinoma mammario metastatico 90 minuti prima della terapia, tenuto durante la somministrazione del farmaco e poi successivamente per 90 – 120 minuti e alla fine l’effetto protettivo si è visto soprattutto nelle donne sottoposte a taxani.

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Nuovo cibo da alimenti di scarto. In Olanda supermercato avvia vendita

(da Quotidiano Sanità e Thomson Reuters Foundation)  Aprile 2018  Birra da pane raffermo, zuppe da verdure che nessuno comprerebbe, sidro di mele imperfette e saponi da bucce d’arancia pronte a essere buttate nella spazzatura. Sono alcuni dei prodotti realizzati nell’ambito del progetto ‘Lo spreco è delizioso’, che riutilizza gli scarti alimentari, realizzato in un supermercato olandese in collaborazione con l’Università di Wageningen.
E le vendite registrate nella prima settimana sono state più alte del previsto. “Abbiamo venduto circa 700 articoli in una settimana, il doppio di quello che vendiamo con i prodotti biologici”, ha dichiarato George Verberne, che gestisce la filiale di Wageningen del supermercato Jumbo, una delle più grandi catene di supermarket olandesi. “Sono orgoglioso e molto felice di essere uno tra i primi a realizzare questo progetto”, afferma.  Dopo la corsia del supermercato senza plastica, l’Olanda trova così un’altra soluzione innovativa nella lotta contro sprechi e inquinamento. Con questo metodo di riutilizzo degli scarti alimentari, il governo olandese punta a dimezzare la quantità di cibo sprecato e diventare il primo paese europeo a raggiungere questo obiettivo entro il 2030. Secondo la FAO, l’organizzazione che si occupa di cibi e agricoltura per conto delle Nazioni Unite, infatti, nel mondo, un terzo di tutto il cibo prodotto, del valore di quasi un trilione di dollari, viene buttato ogni anno.  E secondo Chantal Engelen, co-fondatrice di Kromkommer, una delle 18 aziende che partecipano al progetto, circa il 30% delle carote viene rifiutato perché ha due gambe, è troppo grande o troppo storta. “Compriamo i prodotti di scarto direttamente dal coltivatore a un prezzo equo e li trasformiamo in cibo sano”, ha dichiarato l’esperta, aggiungendo che il loro scopo è cambiare il comportamento dei consumatori in modo che anche le carote di scarto vengano vendute nei negozi. Il progetto vorrebbe ora espandersi in altri tre supermercati nei prossimi mesi, mentre i ricercatori dell’università olandese controlleranno le vendite per sei mesi per capire come espandere meglio questo mercato.

Nuove linee guida per le emorroidi, un problema molto frequente e di non facile gestione

(da Doctor33)   L’American Society of Colon and Rectal Surgeons (ASCRS) ha pubblicato su Diseases of the Colon & Rectum le linee guida aggiornate sulla gestione delle emorroidi. Ogni anno, si indica nel documento, oltre 2,2 milioni di pazienti negli Stati Uniti si sottopongono a valutazioni per i sintomi di questo problema. «Di conseguenza, è importante identificare le emorroidi sintomatiche come la fonte alla base del sintomo anorettale e avere una chiara comprensione della valutazione e della gestione di questo processo patologico» dice Bradley Davis, del Carolinas Medical Center di Charlotte, USA, a capo del comitato che ha curato il documento. Le linee guida raccomandano la valutazione delle emorroidi sulla base di una storia specifica della malattia, che enfatizza il grado e la durata dei sintomi e identifica i fattori di rischio. Gli autori indicano i segni da ricercare per definire le emorroidi interne, ovvero sanguinamento indolore con i movimenti intestinali e protrusione intermittente, sottolineando anche che i pazienti devono essere valutati per incontinenza fecale. Inoltre, viene indicata la necessità di una completa valutazione endoscopica del colon per i pazienti che presentano emorroidi sintomatiche e sanguinamento rettale.   Il documento analizza nel dettaglio la gestione delle emorroidi, che può comprendere procedure mediche o interventi chirurgici. Secondo quanto indicato, la maggior parte dei pazienti con emorroidi di I e II grado e pazienti selezionati con malattia di III grado che non traggono beneficio dal trattamento medico può essere efficacemente trattata con procedure ambulatoriali, come bendaggio, scleroterapia e coagulazione a infrarossi, anche se questo trattamento è talvolta più lento e meno definitivo di quello chirurgico. Le opzioni chirurgiche descritte nelle raccomandazioni includono l’emorroidectomia, l’emorroidopessi e l’emorroidectomia guidata con Doppler. L’emorroidectomia è risultata il trattamento più efficace per i pazienti con emorroidi di III grado, anche se associata a maggiori livelli di dolore e complicanze. Questa terapia viene particolarmente raccomandata anche per il trattamento di pazienti con prolasso con emorroidi esterne o una combinazione di emorroidi interne ed esterne.
(Dis Colon Rectum. 2018. doi: 10.1097/DCR.0000000000001030 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29420423)

L’esercizio fisico protegge cuore anche con rischio genetico

(da AGI)  L’esercizio fisico può essere il modo migliore per mantenere il cuore sano e funziona anche per le persone con una predisposizione genetica per le malattie cardiache. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista ‘Circulation’. I ricercatori hanno analizzato i dati riguardanti circa mezzo milione di persone e hanno rilevato che una maggiore forza di presa, più attività fisica e una migliore idoneità cardiorespiratoria sono tutti associati a un ridotto rischio di infarti e ictus, anche tra le persone con una predisposizione genetica alle malattie cardiache. Per le persone con un rischio genetico intermedio per le malattie cardiovascolari, quelle con una forza di presa più forte sono risultate per il 36 per cento meno a rischio di sviluppare malattia coronarica e avevano una riduzione del 46 per cento del rischio di fibrillazione atriale rispetto a coloro con lo stesso rischio genetico ma con presa più debole. Tra gli individui ritenuti ad alto rischio genetico per le malattie cardiovascolari, alti livelli di fitness cardiorespiratorio sono stati associati a un rischio inferiore del 49 per cento di sviluppare una malattia coronarica e un rischio inferiore del 60 per cento per la fibrillazione atriale. “Il principale messaggio di questo studio è che essere fisicamente attivi e’ associato a un minor rischio di malattie cardiache, anche se si ha un alto rischio genetico”, ha detto Erik Ingelsson, autore principale dello studio e professore di medicina alla Stanford University School of Medicine in California.

Enpam: Bilancio 2017 approvato, + 1,16 miliardi di utile

(da enpam.it)   L’Enpam ha chiuso l’esercizio 2017 con un utile superiore a 1,16 miliardi di euro, che ha portato il patrimonio netto a 19,7 miliardi di euro con una crescita del 7,1 per cento rispetto all’anno precedente.  Il Bilancio consuntivo 2017 è stato approvato dall’Assemblea nazionale dell’Enpam con 162 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti, nella seduta di sabato 28 aprile.

LA GESTIONE PREVIDENZIALE

Nel 2017 la Fondazione ha registrato entrate contributive pari a 2,648 miliardi di euro, erogando nello stesso periodo prestazioni previdenziali e assistenziali per oltre 1,622 miliardi. A incidere sul fronte delle uscite è stato l’aumento dei pensionati che, come previsto dalla cosiddetta ‘gobba previdenziale’ presente e già scontata nei bilanci attuariali dell’Ente, saranno in crescita ancora per diversi anni.

Il bilancio consuntivo evidenzia nel 2017 un importante incremento del numero dei nuovi titolari di pensioni ordinarie rispetto al 2016. La gestione che registra la variazione minore è la Quota B del Fondo Generale (+ 1,36%), mentre la specialistica ambulatoriale presenta l’aumento maggiore (+35,96%). Di rilievo è anche l’incremento dei nuovi pensionati della medicina generale (+ 21,13%), mentre specialistica esterna e la Quota A del Fondo Generale presentano incrementi meno rilevanti pari rispettivamente a 7,22% e 2,46%.

I dati sui pensionamenti della medicina generale mostrano un costante aumento dell’età media al momento del pensionamento. Il dato, che aveva raggiunto nel 2012 un minimo di 65 anni, ha registrato una crescita continua fino ai 67,6 anni del 2017.  Il dato complessivo evidenzia che i medici di famiglia andati in pensione lo scorso anno sono stati 1.720, con un +21 per cento rispetto all’anno precedente (quando erano stati 1.420) e +92 per cento rispetto alle 898 unità del 2014.

PATRIMONIO DIVERSIFICATO

Nel 2017 il patrimonio della Fondazione ha visto salire a poco più di 5 miliardi di euro la quota investita in attività immobiliari. La percentuale del mattone sul totale tuttavia mostra un calo dal 27 al 26 per cento, a causa del netto aumento degli investimenti finanziari che si attestano poco oltre i 14 miliardi di euro, con un balzo di circa 1 miliardo.  In totale gli investimenti nell’ultimo anno hanno portato 420 milioni di euro lordi nel bilancio civilistico dell’Ente. Da questa cifra vanno sottratti 16 milioni di euro di commissioni e soprattutto 110 milioni di euro in tasse.  Calcolato a valori di mercato il patrimonio dell’Enpam ha superato i 20, 9 miliardi di euro e nel 2017 ha avuto una redditività complessiva del 4,1% al netto di costi di gestione e di tasse.

Una lettera indimenticabile

Un mese fa è mancato un collega, molto conosciuto e stimato. E quando i nostri uffici hanno chiesto sue notizie per motivi amministrativi, il figlio ha risposto mandandoci questa lettera. Un testo pieno di affetto e riconoscenza, che pubblichiamo integralmente, per il suo altissimo valore umano e sentimentale. La nostra comunità, la nostra famiglia di medici, si deve sentire onorata leggendo queste righe 

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Fnomceo annuncia campagna anti bufale. Anelli: ricostruire rapporto di fiducia medico-paziente (e anche il nostro Ordine parteciperà)

(da Doctor33)   Trentuno città tappezzate con 4 diversi manifesti 6 metri per 3, con immagini che, dai creativi che le hanno proposte, vengono preannunciate come «shock, ma temperate da una buona dose di ironia». Si presenta così la prima campagna di comunicazione ”di massa” proposta dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) che replica, su scala nazionale, l”esperienza messa in atto su diverse tematiche da alcuni Ordini quali quelli di Bari, Napoli, Taranto e Roma, e che consiste nell”applicare alla comunicazione della salute le tecniche e gli strumenti della comunicazione pubblicitaria. La campagna sarà presentata alla stampa giovedì 10 maggio, a Roma.  Al centro dell”iniziativa ci saranno questa volta le fake news, le «bufale» che, «quando riguardano la medicina, possono mettere a serio rischio la salute dei cittadini», si legge in una nota della Fnomceo. «Abbiamo scelto una campagna shock» spiega il presidente Filippo Anelli «perché vogliamo far comprendere i pericoli spesso sottovalutati cui il cittadino va incontro nel momento in cui si affida a fonti non autorevoli per decidere della propria salute. Gli Ordini dei medici sono garanti della salute pubblica come bene per tutta la società e hanno quindi il dovere di intervenire per informare e sensibilizzare i cittadini rispetto ad atteggiamenti che ne minano il benessere». «Il medico deve tornare al centro della relazione che il paziente ha con la propria salute – sottolinea Anelli – Occorre ricostruire quel rapporto di fiducia medico-paziente che è stato fortemente indebolito dall”aziendalizzazione della sanità».

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