Stipendi medici, Anaao: in Europa quartultimi. Il punto sulle retribuzioni
(da Doctor33) I medici italiani, sul piano della retribuzione, sono “messi maluccio. Valutando uno stipendio in base al costo della vita siamo quartultimi in Europa”, a fronte di un lavoro usurante. “Gli stipendi vanno aumentati in maniera coraggiosa, anche perché aumentare lo stipendio non vuol dire rendere ricco il medico, ma riconoscere al professionista una dignità non solo professionale, ma anche sociale”. Così il segretario nazionale di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, a margine delll’Assemblea generale dei medici europei dipendenti (Fems) – federazione di cui fa parte il sindacato – a Roma. “Un appuntamento di grande rilevanza, con 13 nazioni europee e 18 federazioni e sigle sindacali riunite in una 2 giorni in cui sono stati messi a confronto i vari problemi che affliggono non solo il nostro Paese in ambito sanitario, ma tutta l’Europa”, ha spiegato Di Silverio.
La questione, per i professionisti italiani, non è legata solo alla remunerazione, ma anche alla lenta progressione delle carriere e al costo della vita. “In Europa – continua Di Silverio – entri in ospedale almeno con 1.200 euro in più in busta paga. In seguito, poi, per 10-15 anni l’aumento è del 10% annuo. C’è una carriera molto più veloce: per raggiungere il massimo dello stipendio ci metti 5-6 anni”. In Italia, invece, “lo stipendio del giovane medico all’anno è di 50.000 euro lordi, ovvero 2.500-2.600 al mese. E per far carriera ce ne metti 20, quindi chi guadagna ai livelli di un collega europeo è una persona che andrà in pensione da qui a 4-5 anni, ma gli altri guadagnano quasi la metà”.
In generale, però, in Europa “abbiamo notato una omogeneità di difficoltà legate alle condizioni di lavoro che sono pessime ovunque. Questo dimostra che non è solo una questione di soldi, ma di saper organizzare il lavoro. Occorre, unanimemente stabilito e condiviso – sottolinea il leader Anaao – un nuovo paradigma sia per le cure del paziente, sia per il ruolo che il professionista deve avere nel sistema sanitario nazionale. Non basta solo aumentare gli stipendi, ma occorre dedicare più tempo alla vita e meno tempo al lavoro. Occorre riorganizzare in maniera più flessibile il lavoro e occorre reinvestire sul professionista, come il centro di un nuovo progetto”.
La situazione dei giovani medici
I giovani, in particolare, precisa Di Silverio, “hanno bisogno di una diversa una visione, di un lavoro flessibile. Remunerativo, naturalmente, ma vogliono anche condizioni di lavoro migliori. Il giovane non vuole più vivere per lavorare, nel contesto di quella che resta una missione, ma non può essere svolta a titolo gratuito”.
Il modello economico “mette in evidenza che lo stipendio corretto per il costo della vita ci mette al quartultimo posto in Europa”, ribadisce il segretario Anaao che ricorda anche altre differenze che ci allontanano dai colleghi europei: “In Europa, se io sono a disposizione del mio datore di lavoro, sto lavorando. In Italia, questo non esiste. Abbiamo un istituto che si chiama reperibilità per il quale devo essere a disposizione del datore di lavoro, ma non vengono retribuito se non con 10 euro lordi per 12 ore. In Europa, se si è a disposizione del datore di lavoro, vieni pagato come se stessi al lavoro”.
Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci sottolineando come i giovani medici chiedono più qualità del lavoro ”non vogliono solo più soldi”. Quindi “bisogna agire per una medicina più moderna, al passo con i tempi”. ”Non è solo un problema italiano, direi che è mondiale”, aggiunge il ministro della Salute. I giovani ”hanno grandi aspettative, hanno anche esigenze diverse rispetto al passato. Bisogna intercettare quelli che sono i desideri delle nuove generazioni di medici. Bisogna avere un sistema con meno burocrazia e con più facilità e possibilità di fare carriera”, sostiene il ministro.
”La valorizzazione e la tutela dei medici- ha detto Schillaci nel suo intervento alla Fems- è un imperativo per questo governo perché rappresentano la spina dorsale del servizio sanitario pubblico e garantiscono i livelli di eccellenza nella cura e nell’assistenza. Certamente c’è ancora molto da fare e ritengo che anche da momenti di confronto come quello odierno possano arrivare indicazioni utili con il comune obiettivo di dare risposte concrete alle legittime esigenze di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute”.
Report Aifa sui vaccini: vincenti per rischio-beneficio, -39% eventi avversi sospetti
(da ADNKronos Salute) Le segnalazioni di sospette reazioni avverse a vaccini sono in calo del 39%. Nessun nesso di causalità accertato per i decessi. In generale, le comunicazioni di possibili effetti collaterali confermano che il rapporto beneficio-rischio è a tutto vantaggio dei prodotti autorizzati, con tassi di incidenza dello 0,048% per tutte le somministrazioni, che scende allo 0,003% nei casi con almeno un evento grave. Non si è verificata, inoltre, nessuna allerta di sicurezza con potenziale impatto negativo sul rapporto beneficio-rischio dei vaccini autorizzati. Sono alcune indicazioni del Rapporto Vaccini 2022 pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in collaborazione con Istituto superiore di sanità e con il Gruppo di lavoro per la vaccinovigilanza composto dai Centri regionali della farmacovigilanza, dai rappresentanti degli Uffici di Prevenzione delle Regioni e ministero della Salute.
Esclusi i vaccini anti-Covid, oggetto di altre pubblicazioni, nel 2022 sono state circa 19 milioni le dosi somministrate in Italia, si legge nel report. Rispetto a queste sono state inserite nelle Rete nazionale di farmacovigilanza 10.967 segnalazioni, di cui 9.077 riferite a sospette reazioni avverse verificatesi effettivamente nel 2022, con un tasso pari a 47,8 segnalazioni ogni 100mila dosi somministrate, pari a uno 0,048% di casi. Dato in calo del 39% rispetto alle segnalazioni dell’anno precedente. Il 93,5% delle segnalazioni ha riguardato esclusivamente eventi avversi non gravi che hanno interessato 5 sistemi o apparati anatomici: le alterazioni generali e condizioni relative alla sede di somministrazione, soprattutto febbre, reazioni locali in sede di iniezione e pianto; irritabilità, nervosismo e irrequietezza; le alterazioni dell’apparato gastrointestinale, soprattutto con diarrea, vomito e mal di pancia e dolore addominale; le alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo, in particolare reazioni cutanee generalizzate, esantema morbilliforme e orticaria; sonnolenza, cefalea e convulsioni febbrili. Al momento della segnalazione il 78% dei sospetti aventi avversi si era risolto senza alcuna conseguenza per la persona, nel 10% dei casi non era stato riportato l’esito, nell’8% il vaccinato era in miglioramento, il 3% non era ancora guarito e lo 0,7% era in fase di guarigione con postumi.
Considerando le segnalazioni con almeno un evento grave, il tasso di segnalazione si riduce a 2,8 ogni 100mila dosi somministrate, pari a uno 0,003% delle somministrazioni. I casi con eventi che hanno richiesto l’ospedalizzazione sono l’1,6%, mentre i decessi su 19 milioni di vaccinazioni sono stati 7, lo 0,1% dei casi sospetti segnalati, ma per nessuno è stato accertato un nesso di causalità che possa attribuire al vaccino la responsabilità della morte.
Aborto, Anelli (FNOMCeO): “I medici vicini alle persone, rendono possibile l’applicazione della Legge nel rispetto della libertà di ognuno”.
“I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Nel caso specifico, svolgono questo delicato compito rendendo possibile l’applicazione di una Legge dello Stato, la 194/78. Una legge che prevede il rispetto della salute e della dignità della donna e della libertà sia della donna che del medico. Il professionista ha infatti la facoltà di avvalersi dell’obiezione di coscienza, libera scelta personale che non deve diventare elemento di giudizio o discriminazione”.
Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, il giorno dopo l’intervista del Pontefice sull’aereo che lo riportava a Roma dal suo viaggio apostolico in Belgio, durante la quale ha definito l’aborto ‘un omicidio’ e i medici che lo praticano ‘dei sicari’.
Medici specialisti esterni. Il contributo Enpam del 4% slitta al 20 dicembre
(da Enpam.it) L’Enpam ha rinviato al 20 dicembre il termine ultimo per versare il nuovo contributo del 4 per cento a carico degli specialisti che esercitano in strutture private accreditate con il Servizio sanitario nazionale. Lo slittamento della scadenza servirà a dare più tempo ai professionisti e alle società per far valere il tetto al contributo introdotto dalla Fondazione.
Come deliberato dal Consiglio di amministrazione della Fondazione, infatti – si legge in una nota – i medici e gli odontoiatri potranno chiedere di limitare il pagamento del contributo aggiuntivo in modo che l’importo non superi un decimo del compenso ricevuto dalla struttura (oppure un ventesimo del compenso nel caso di pensionati). Sul nuovo contributo previdenziale introdotto dall’Enpam si è già espresso il Tribunale del lavoro di Roma, che ne ha riconosciuto la legittimità. Le modalità operative per versare il contributo del 4% verranno rese note dall’Enpam in tempo utile per la scadenza dei termini di pagamento.
Istituto della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria artt. 10 e 11, LR 22/2019 – Ulteriore proroga termini per la presentazione della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria, nonché del termine di adeguamento ai requisiti di cui alla DGR 1919/2023
Si dispone al 31/12/2024 il rinvio dei termini per la presentazione della Comunicazione di svolgimento di attività sanitaria per tutti gli studi professionali/studi associati/polistudi, siano essi:
– esistenti al 20/12/2023;
– equiparati a quelli esistenti (ai sensi della nota interpretativa P.G.30/09/2024.1090990.U);
– avviati dopo il 20/12/2023 e in esercizio dopo tale data che non abbiano ancora presentato la prescritta Comunicazione in attesa dei chiarimenti forniti con la nota interpretativa P.G.30/09/2024.1090990.U;
– in corso di avvio negli ultimi mesi del 2024.
Si dispone al 31/12/2025 il rinvio dei termini per l’adeguamento ai requisiti (non derogabili) previsti dalla DGR 1919/2023 e nota interpretativa P.G.30/09/2024.1090990.U, degli studi professionali/studi associati/polistudi di cui al capoverso precedente, esclusi i casi in cui, a seguito di controlli, sia accertata la presenza di condizioni che possano pregiudicare la tutela della salute dei cittadini (art. 11, comma 3, LR 22/2019).
Influenza. Via libera negli Usa al primo vaccino spray ‘fai da te’
(da Quotidiano Sanità) Via libera negli Usa al primo vaccino ‘fai da te’ contro l’influenza stagionale. Si chiama FluMist, è in formato spray nasale e si può fare senza bisogno di rivolgersi a un operatore sanitario. È possibile auto-somministrarselo, oppure farselo ‘spruzzare’ da un’altra persona, purché over 18. FluMist, di MedImmune, è un vaccino a virus attenuato approvato per la prevenzione dell’influenza da virus influenzali A e B nelle persone di età compresa fra 2 e 49 anni, spiega la Food and Drug Administration statunitense. Viene utilizzato in modo sicuro ed efficace da diversi anni. L’ente regolatorio Usa lo ha infatti autorizzato nel 2003 per l’uso dai 5 ai 49 anni, e nel 2007 ha incluso anche i bambini dai 2 ai 5 anni. Finora, però, doveva essere somministrato da un operatore sanitario. Da oggi, invece, le opzioni diventano due: il vaccino può essere somministrato da un operatore sanitario in contesti sanitari (farmacie comprese), oppure può essere auto-somministrato o somministrato da un assistente non sanitario di età pari o superiore ai 18 anni. Per ottenerlo è comunque necessaria una prescrizione medica.