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Intelligenza artificiale applicata alla telemedicina: le prospettive nel medio e lungo termine
(da MSN Salute) Per funzionare al meglio, telemedicina, fascicolo sanitario ed ecosistema dei dati sanitari richiederanno l’implementazione di sistemi basati sull’intelligenza artificiale. Lo sottolinea Sergio Pillon, vicepresidente e responsabile relazioni istituzionali di Aisdet (Associazione Italiana della Sanità Digitale e Telemedicina), che in un’intervista descrive in che modo l’intelligenza artificiale potrà dare supporto alla pratica clinica, nel medio e nel lungo periodo.
In che modo l’intelligenza artificiale trasformerà la pratica clinica?
Oggi, quando si pensa all’Intelligenza artificiale, si pensa a sistemi come chatGPT che, interrogati dalle persone in merito a determinati disturbi, danno una serie di risposte. Per quanto il sistema stesso sottolinei che non è un medico, alla fine elenca i vari rimedi, ma la cosa grave è che non chiede quanti anni ha il paziente, se è maschio o femmina, quanto pesa, che medicine assume o che allergie ha. Ovviamente, non è questa l’intelligenza artificiale che sarà applicata alla pratica clinica nel prossimo futuro. Quella che sta arrivando è prima di tutto un’intelligenza artificiale di supporto al medico nella diagnosi, con sistemi in grado, per esempio, di analizzare tre anni di esami fatti da un paziente e dire se la persona è a rischio di sviluppare nel medio e lungo periodo determinate patologie. Tutto questo prendendo in considerazione parametri come età, sesso e fattori di rischio, per guidare le persone verso un determinato percorso diagnostico. Quindi l’intelligenza artificiale, che per funzionare ha bisogno dei dati, sarà uno strumento di grande supporto alla diagnosi.
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