Confermato anche nel 2018 il Concorso Letterario OMCeO Forlì-Cesena

Nella seduta del 6 marzo il Consiglio Direttivo del nostro Ordine ha deliberato di bandire per il 2018 la terza edizione del Concorso Letterario tra tutti gli iscritti. Anche quest’anno si potrà concorrere per due categorie, prosa (racconti brevi) e poesia (una sola poesia a tema libero). Ogni nostro iscritto potrà presentare lavori sia per la prosa che per la poesia. Gli elaborati dei concorrenti devono essere consegnati alla nostra segreteria entro il 15 Giugno 2018. Regolamento Modulo di partecipazione

Studio Italiano: i tumori aumentano insieme al Pil

(da AdnKronos Salute)   Il cancro cresce insieme al Pil. "Più le società sono ricche e maggiore è l'incidenza dei tumori", secondo le conclusioni di uno studio dell'Università di Pisa, che ha indagato sull'"epidemia di cancro" analizzando in particolare il legame fra prodotto interno lordo e andamento di 8 neoplasie in 122 Paesi del mondo, Italia compresa. Il lavoro, pubblicato su 'Ecological Economics', è firmato da Tommaso Luzzati, Angela Parenti e Tommaso Rughi del Dipartimento di Economia e Management dell'ateneo pisano.  I 3 economisti sono partiti dalle informazioni raccolte nel database Globocan, un progetto dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità. L'analisi ha coinvolto appunto 122 nazioni, pari a circa il 90% della popolazione mondiale, e gli 8 tumori più diffusi: quelli a polmone, seno, colon-retto, prostata, stomaco, fegato, cervice uterina, esofago.   "Secondo un'idea abbastanza diffusa - spiega Luzzati - l'aumento dei casi di tumore nei Paesi più ricchi sarebbe una 'buona notizia' perché si legherebbe sia a una migliore capacità di diagnosi, e quindi all'efficienza dei sistemi sanitari, sia all'allungamento della vita che 'consentirebbe' alle persone di ammalarsi di cancro anziché morire prima per altre cause". Gli scienziati hanno cercato di capire fino a che punto questa idea fosse fondata e "gli esiti - riferisce l'autore - mostrano che l'incremento dei nuovi casi di cancro non può essere spiegato solo dalla maggiore aspettativa di vita, da statistiche migliori e da peculiarità regionali. Piuttosto, un ruolo significativo deve essere attribuito al degrado ambientale e agli stili di vita, anche se purtroppo - precisa Luzzati - la nostra analisi empirica non è in grado di distinguere fra i due".   "Stili di vita e qualità ambientale associati alla crescita economica hanno un ruolo fondamentale che si manifesta anche a livello molto aggregato, cioè quando si va a studiare la relazione tra incidenza tumorale e Pil pro capite, anche se non è facile stabilire il peso relativo di ciascuno dei due fattori", ribadiscono gli esperti. Ma che l'inquinamento ambientale giochi "un ruolo non secondario", secondo i ricercatori "è visibile ad esempio nel caso dei tumori al polmone, in crescita anche se nei Paesi più ricchi il numero dei fumatori è in diminuzione".  "Il messaggio politico che possiamo trarre dal nostro lavoro - commenta Luzzati - è che solo prendendo coscienza degli effetti negativi dello sviluppo economico saremo anche in grado di attuare politiche per affrontarli".   Lo studio, per la sua originalità e le sue implicazioni - evidenziano dall'università di Pisa - ha suscitato interesse nella comunità scientifica, tra cui anche quello della rivista 'Nature - Sustainability' che lo riassume nel numero del 9 febbraio.

Emilia Romagna, Lombardia e Veneto firmano col Governo i pre accordi per l’autonomia. Sulla sanità avranno mano libera su molte questioni

Sul filo di lana della legislatura Governo e Regioni siglano tre pre intese che sanciscono il quadro delle maggiori autonomie regionali dopo i referendum in Lombardia e Veneto e la trattativa avviata a latere anche dall’Emilia Romagna. Per la sanità, una volta che i pre accordi si trasformeranno in intese a tutti gli effetti cambieranno molte cose: dagli accessi alle scuole di specializzazione, all’ingresso nel Ssn, ma molte novità anche per i farmaci equivalenti e i ticket. Il Veneto avrà anche spazio di manovra sulla libera professione e l'Emilia Romagna sulla distribuzione diretta dei farmaci  Leggi l'articolo completo al LINK

Le visite fiscali diventano digitali: l’Inps cambia le modalità

(da DottNet)  La sentenza della Cassazione  (http://www.dottnet.it/file/93686/sentenza-privacy/) che lo scorso 31 gennaio 2018 ha rigettato la richiesta di un dipendente per il risarcimento per danni morali contro il medico fiscale che l'ha visitato e che avrebbe annotato nel verbale di visita, consegnato al datore di lavoro, la prenotazione per un accertamento clinico dallo psichiatra, ha avuto un seguito. Dal prossimo aprile le visite fiscali saranno digitali, proprio per garantire la riservatezza del paziente.   La decisione della Corte ha di fatto assolto il medico che aveva visitato l'uomo, ritenendo tuttavia responsabile il datore di lavoro che ha diffuso la notizia nonostante fosse un dato sensibile e quindi soggetto alla legge sulla privacy. Il medico, però, non è uscito del tutto indenne dalla vicenda poiché la Corte di Cassazione ha comunque considerato deplorevole il comportamento del medico Asle ha richiesto all'Inps di modificare la procedura affinché si evitino tali episodi che vanno a discapito della riservatezza dei dipendenti soggetti a visita fiscale. Dunque l'Ente di previdenza ha modificato le procedure introducendo, come detto, la digitalizzazione del controllo.  L'Inps ha deciso di fornire ai medici legali un tablet con firma digitale che andrà a sostituire il vecchio netbook o la cartellina medica. Già dai prossimi mesi, quindi, il verbale della visita non sarà più cartaceo ma esclusivamente telematico e potrà essere visionato dal dipendente sul sito dell’Inps.  Al paziente sarà comunque data una ricevuta per la visita effettuata, nella quale si potranno leggere solo i dati anagrafici, la prognosi e l’indicazione dell’esito, positivo o negativo e i giorni effettivi che ha concesso il medico. Stessa ricevuta verrà data al datore di lavoro e non ci sarà scritta né la diagnosi, né che tipo di terapia è stata consigliata, né se ci sono o meno ulteriori accertamenti clinici da fare.

Il vaccino anti influenzale in gravidanza protegge anche il neonato

(da Quotidiano Sanità e Reuters Health) La probabilità di contrarre l'influenza o la pertosse sarebbe ridotta tra i bambini nati da madri che si sono vaccinate in gravidanza e non ci sarebbero rischi di sicurezza nel neonato a seguito dell'immunizzazione. A rimarcarlo è stato uno studio coordinato da Lakshami Sukumaran, dei Cdc americani di Atlanta, e pubblicato su 'Pediatrics'. La premessa - Sia l'influenza che la pertosse sono altamente contagiose e i neonati, troppo piccoli per essere vaccinati, quando si ammalano spesso devono essere ricoverati in ospedale per gravi complicanze come la polmonite. Lo studio - I ricercatori hanno esaminato i dati realativi a 413.034 bambini nati tra il 2004 e il 2014, di cui 25.222 ricoverati e 157 morti entro i primi sei mesi di vita. Tra i bambini ricoverati, 4.644, pari al 18%, avevano problemi respiratori, il 2% aveva l'influenza e il 3% aveva la pertosse. Dall'analisi delle informazioni a loro disposizione, i ricercatori hanno così evidenziato che i neonati ricoverati con problemi respiratori avrebbero avuto il 21% in meno di probabilità di avere una madre che si era sottoposta a vaccinazione contro la pertosse in gravidanza, rispetto ai neonati che non erano stati ricoverati.  Inoltre, 14 morti, pari al 9%, sarebbero state riconducibili a problemi respiratori, ma nessuna sarebbe stata provocata da influenza o pertosse. La più comune causa di morte sarebbe stata sconosciuta, come la sindrome da morte improvvisa, o per problemi che si sono sviluppati durante la gravidanza o entro una settimana dalla nascita. “Abbiamo condotto questo studio perché le donne in gravidanza sono particolarmente preoccupate di come qualsiasi esposizione a molecole in un periodo così delicato potrebbe avere un impatto negativo sui loro bambini - spiega Sukumaran - Volevamo fornire rassicurazioni sul fatto che questi vaccini, raccomandati per tutte le donne in gravidanza, non creano rischi per il neonato”