Carenza medici e spesa privata in aumento, le criticità per la sanità italiana nel Rapporto Censis

(da Doctor33)   Ben il 70,7% delle posizioni aperte per infermieri e ostetrici, il 66,8% per farmacisti e il 64% per medici restano vacanti per mancanza di candidati qualificati. È questo uno delle principali criticità che riguardano la sanità italiana, emerse dal 58° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Questa criticità, sottolinea il Rapporto, mette a rischio la qualità e l’efficienza dei servizi offerti, specialmente in un contesto di aumento della domanda sanitaria.  Dai costi in crescita delle cure private alla carenza di personale sanitario, il documento dipinge un quadro complesso che richiede interventi strutturali e urgenti.

Spesa sanitaria privata in aumento      Tra il 2013 e il 2023, la spesa sanitaria privata pro-capite è cresciuta del 23% in termini reali, superando complessivamente i 44 miliardi di euro nell’ultimo anno. Questa crescita evidenzia una tendenza che penalizza le fasce più vulnerabili della popolazione, con il 62,1% degli italiani che ha rinviato cure mediche per i lunghi tempi di attesa nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o per i costi elevati delle strutture private. Inoltre, il 53,8% ha dovuto attingere ai propri risparmi per pagare cure necessarie, segnalando un problema di accesso equo alle prestazioni sanitarie.

Disparità di accesso ai servizi sanitari      Il rapporto evidenzia una profonda disuguaglianza geografica e infrastrutturale. Le difficoltà di accesso ai servizi sono particolarmente marcate nei comuni più piccoli, con il 19,8% delle famiglie che riscontrano problemi a raggiungere una farmacia e il 68,6% che trova difficoltoso accedere a un pronto soccorso. Questa disparità territoriale mette in evidenza l’urgenza di potenziare i servizi di prossimità per garantire un’assistenza sanitaria capillare.

Il peso della salute mentale      Un altro dato allarmante riguarda la salute mentale dei giovani: il 51,8% dichiara di soffrire di ansia o depressione e il 32,7% ha sperimentato attacchi di panico. Questi numeri evidenziano l’importanza di integrare nei programmi sanitari nazionali servizi di supporto psicologico e psichiatrico più accessibili, soprattutto per le fasce giovanili.

Le sfide future       Le sfide per il sistema sanitario italiano sono molteplici, sottolinea il rapporto: garantire equità nell’accesso alle cure, affrontare la carenza di personale e sostenere finanziariamente un SSN che risenta meno delle pressioni del settore privato. Il rapporto sottolinea come sia necessaria una visione strategica per rinnovare il sistema, puntando su una maggiore efficienza e su politiche che riducano le disuguaglianze territoriali e sociali.

Giornata contro fake news, dopo Covid ‘ondata di antiscienza’ sui social

(da AdnKronos)  L’emergenza Covid, sconfitta anche con l’arrivo dei vaccini, non ha scalfito le certezze del popolo no-vax che continua sui social a divulgare le proprie teorie contro le immunizzazioni, dall’influenza all’anti-bronchiolite, fino – appunto – al Covid. La Giornata mondiale della consapevolezza sulla disinformazione e per la lotta alle fake news che si è celebrata ieri ripropone il tema della corretta comunicazione e informazione rispetto alla medicina e alla scienza. Gli analisti di NewsGuard a inizio 2024 hanno evidenziato che sono oltre 300 le notizie che circolano online sui vaccini ‘bollinate’ come fake news. Purtroppo dall’analisi emergeva che le affermazioni false sono state condivise da 4.387 siti di notizie e account sui social. Anche prima dell’emergenza Covid circolavano storie e bufale sui danni dei vaccini, ma il popolo no-vax ha trovato anche sponde fuori dai social.

Quota B in ritardo: entro fine gennaio la possibilità di versare con una minima sanzione

(da enpam.it)    Chi non ha ancora versato il proprio contributo previdenziale alla quota B di ENPAM, la scadenza era il 31 ottobre 2024, ha ancora qualche giorno per farlo usufruendo di una sanzione minime.   Per coloro che versano il proprio contributo previdenziale alla quota B in ritardo di 90 giorni dalla scadenza (ovvero entro il 29 gennaio 2025), la sanzione è pari all’1% del contributo. Se invece si paga oltre il termine dei 90 giorni (dal 31 ottobre), la sanzione è proporzionale al ritardo.

La percentuale, in base alla quale gli uffici ENPAM determinano l’importo –si legge sul sito dell’Ente previdenziale di medici e dentisti- è calcolata sul numero di giorni o mesi di ritardo ed è pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorata di 3 punti. In ogni caso la sanzione, che viene calcolata dall’ENPAM, si ferma alla data del pagamento”.

Inps conferma: i medici privati possono certificare la malattia

(da Enpam.it – riproduzione parziale)  Per l’Inps i certificati di malattia emessi dai medici e dentisti liberi professionisti ai pazienti dipendenti del settore privato hanno lo stesso valore di quelli emessi dai camici bianchi che lavorano per il Ssn.  La conferma arriva direttamente dall’istituto pubblico, che lo scorso settembre ha diffuso alle sedi territoriali il messaggio Inps Hermes 0003044 del 16/09/2024 che alleghiamo alla notizia  Si tratta di un parere rilevante, perché conferma le prerogative dei medici privati e mette fine all’incertezza sull’ammissibilità dei loro certificati per l’ottenimento dell’indennità di malattia Inps.

NESSUNA LIMITAZIONE PER IL PAZIENTE “PRIVATO”

Nella comunicazione interna inviata alle sedi periferiche, l’Inps rimarca che “la possibilità di rilasciare certificati di malattia è riconosciuta ad ogni medico iscritto all’Albo, nell’ambito delle proprie competenze professionali”. L’indicazione emerge dal Dpcm del 26 marzo 2008 e tale linea era stata sostenuta anche dalla Fnomceo.  Anche ai medici che lavorano come liberi professionisti viene quindi sempre riconosciuta la possibilità di certificare nei confronti dei lavoratori del settore privato. “Rimane sempre riconosciuta al lavoratore privato – si legge infatti nel messaggio dell’Inps – la possibilità di richiedere al proprio medico curante, anche qualora questi non sia un medico del Ssn o con esso convenzionato, la certificazione attestante lo stato di incapacità lavorativa”. In buona sostanza, il certificato emesso dal medico e dal dentista libero-professionisti ai lavoratori del settore privato, è sempre valido per il riconoscimento della prestazione economica di malattia erogata dall’Inps.

LIMITAZIONI SE IL PAZIENTE È “PUBBLICO”

Nonostante la parificazione che c’è stata tra medici “privati” e “pubblici” sull’obbligo di invio di tutte le certificazioni per via telematica, per i camici bianchi liberi professionisti permangono alcune limitazioni quando il paziente è un dipendente pubblico.  Quando il paziente ha un rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione, infatti, il medico o dentista libero professionista può certificarne la malattia solo per la prima e seconda assenza nell’anno solare e per assenze inferiori a 10 giorni.  Assenze ulteriori o di maggiore durata, dovranno invece essere certificate da una struttura del Ssn o da un medico convenzionato, come un medico di famiglia o uno specialista ambulatoriale

Adesione screening tumore del colon retto

Su specifica richiesta del Direttore UO Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Forlì-Cesena Dott. Carlo Fabbri diffondiamo il testo che segue:

Sono a chiederVi un supporto per incrementare nella nostra provincia l’adesione allo screening del tumore del colon retto. Attualmente la Provincia di Forli-Cesena è quella con il tasso di adesione più basso di tutta la nostra regione con Cesena al 50% e Forlì al 38%.  La prescrizione presso laboratori esterni del test sangue occulto fecale nella fascia di età tra i 50 e 74 anni fatto fuori dallo screening determina a caduta “gravi” criticità:

  1. il paziente paga un test che è gratuito se aderisce alla lettera e inoltre risulta NON ADERIRE allo screening
  2. Se il test è Positivo alimenta la lunghissima lista d’attesa e riceverà un appuntamento a distanza di mesi con i noti potenziali rischi di diagnosi tardiva, anziché entro 30 giorni se ADERISCE all’invito mediante la lettera.

Pertanto chiedo gentilmente a tutte le figure coinvolte di non prescrivere Sangue occulto fecale quando il paziente NON ha aderito allo screening. Fare lo screening aderendo alla lettera è gratis e se indicato fa ottenere appuntamento per colonscopia entro 30 giorni

Grazie

Carlo Fabbri

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