Quota B, 300 borse di studio per i figli

da Enpam.it)   Anche quest’anno l’Enpam accompagna negli studi universitari i figli dei medici e dei dentisti che fanno libera professione. Il bando 2024 mette a disposizione 300 borse di studio ai figli degli iscritti attivi – inclusi i pensionati – che versano la Quota B.

FINO A 4.650 L’ANNO    Il bando, che si apre il 10 luglio, è rivolto agli studenti universitari che nell’anno accademico 2023/2024 hanno frequentato un corso di laurea e stanzia per loro 300 assegni di 3.100 euro, a cui si accede secondo criteri di reddito e di merito.  Un importo che viene maggiorato del 50 per cento (per diventare di 4.650 euro) per i più meritevoli, che nell’anno accademico 2022/2023 si sono laureati con 110 e lode.

REQUISITI E DOMANDE    Il bando è rivolto agli universitari fino a 26 anni, in regola con gli studi. E cioè devono avere conseguito tutti i crediti degli esami previsti per gli anni precedenti e almeno la metà di quelli dell’anno accademico 2023/2024.   Le domande sono aperte fino al 21 ottobre e possono essere presentate esclusivamente tramite l’area roservata del sito dell’Enpam. Il bando, come accennato, prevede requisiti di reddito che sono più favorevoli all’aumentare del numero di componenti del nucleo familiare del richiedente e nel caso siano presenti familiari con invalidità.   Nel caso il genitore iscritto all’Enpam versi i contributi di Quota B con aliquota ridotta, l’importo del sussidio assegnato allo studente viene rideterminato proporzionalmente.

1,4 MILIONI DI EURO     I fondi stanziati per le borse di studio ai figli universitari dei contribuenti di Quota B è di circa 1,4 milioni di euro e si aggiunge allo stanziamento previsto per gli universitari, figli della generalità degli iscritti Enpam, che hanno ottenuto l’ammissione ai collegi di merito.   Per questi esiste infatti un’altra borsa specifica, più alta, fino a 5mila euro, che può essere richiesta fino al 18 settembre.    Per maggiori informazioni è possibile consultare il bando 20204 (https://www.enpam.it/assistenza/bando-sussidi-di-studio/).

“Me lo ha ordinato il dottore”: ha ancora senso dirlo?

(da IlCorriereDellaSera.it – Sandro Spinsanti)   Credetemi, sono un medico: era il titolo di un programma televisivo inglese. È arrivato all’attenzione perché Michael Mosley, il medico che lo conduceva è morto incidentalmente in un’isola greca in cui si trovava in vacanza. Pagato il tributo di pietas per la sua scomparsa, vale la pena riflettere sul titolo del programma che lo ha reso celebre. Ci troviamo a esplorare un territorio problematico: quello della fiducia che sostanzia il rapporto tra chi eroga le cure e chi le riceve. Per lunghissimo tempo la figura del medico è stata sinonimo di autorevolezza indiscussa. «Mica me lo ha prescritto il medico» era un modo di dire che traduceva la fiducia su cui poggiava la relazione. Al medico si chiedeva di prendere le decisioni «in scienza e coscienza», al malato di seguirle con fiducia. Un modello che oggi non è più proponibile tale e quale.  È in crisi l’appello alla coscienza.

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Con le sigarette elettroniche aumenta il rischio di asma

(da M.D.Digital)  Secondo uno studio pubblicato su JAMA Network Open, l’uso di sistemi elettronici di somministrazione di nicotina (Ends) negli ultimi 30 giorni tra gli adulti è associato a un’età precoce di insorgenza dell’asma.  Adriana Pérez, dell’Health Science Center dell’Università del Texas a Houston, e colleghi esplorano l’associazione tra l’uso di sigarette elettroniche negli ultimi 30 giorni e l’età di insorgenza dell’asma negli adulti e nei giovani che non avevano asma o ostruzione polmonare cronica malattia e non ha mai usato sigarette. L’analisi ha incluso 24.789 partecipanti al Population of Tobacco and Health Study (dal 2013 al 2021).

I ricercatori hanno scoperto che all’età di 27 anni, 6.2 adulti su 1.000 riportavano un’incidenza di asma. Per gli adulti che hanno utilizzato Ends negli ultimi 30 giorni si è verificato un aumento del rischio di insorgenza di asma in età precoce rispetto agli adulti che non hanno utilizzato Ends (HR aggiustato, 3.52). Non è stata osservata alcuna associazione tra l’uso di Ends negli ultimi 30 giorni e l’età di insorgenza dell’asma tra i giovani (HR aggiustato, 1.79); tuttavia, ciò potrebbe essere dovuto a una mancanza di potere statistico.

“Questi risultati suggeriscono che i programmi di prevenzione e cessazione rivolti agli adulti che usano l’Ends sono necessari per educare il pubblico, proteggere la salute pubblica, prevenire esiti avversi per la salute e motivare gli utenti a smettere”, scrivono gli autori.

(Pérez A, et al. Use of Electronic Nicotine Delivery Systems and Age of Asthma Onset Among US Adults and Youths. JAMA Netw Open 2024; 7(5): e2410740. doi:10.1001/jamanetworkopen.2024.10740.)

Negli Usa la solitudine entra nei controlli medici

(da DottNet)  Negli Stati Uniti soffrire di solitudine entra a far parte dei disturbi da controllare nei check up medici annuali: saranno i medici di base ad aggiungere agli esami del sangue e alle altre analisi tradizionali una serie di domande ai proprio pazienti per capire il loro livello di isolamento sociale. Le nuove raccomandazioni sono pubblicate sulla rivista ‘Annals of Family Medicine’, in un rapporto che sottolinea come la solitudine vada trattata allo stesso modo di altre malattie croniche, sulle quali è importante intervenire con nuove iniziative sociali e nei contesti medici.

Il peso che vivere in solitudine ha sulla salute e sul sistema sanitario è confrontabile a fumare 15 sigarette al giorno, aveva osservato recentemente il responsabile della Sanità degli Stati Uniti, Vivek Murthy. Tenere sotto controllo la solitudine sarà quindi come misurare la pressione, il colesterolo. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno calcolato che vivere isolati aumenta negli anziani i rischi di demenza del 50%, di malattie cardiache del 29% e di ictus del 32%. Negli Stati Uniti la solitudine è un serio problema, considerando che la metà degli adulti dichiara di soffrirne: una percentuale più alta rispetto a quella di coloro che soffrono di malattie croniche, come diabete e obesità

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