Morbillo, Iss: casi in aumento in Italia. Quasi il 90% non vaccinato

(da Doctor33)   Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese, con 334 casi registrati dall'inizio dell'anno. Nel mese di maggio 2025, nello specifico, si registra un nuovo aumento del numero di casi, con 65 segnalazioni, quasi il doppio rispetto ad aprile (37 casi). Questo incremento, che potrebbe essere legato agli spostamenti durante le festività recenti, rappresenta un dato preoccupante con l'avvicinarsi della stagione estiva e delle vacanze: il 20% dei casi segnalati tra gennaio e maggio 2025 è stato infatti associato a viaggi internazionali, un dato in aumento rispetto al 18% del periodo precedente". È quanto emerge dal numero di giugno 2025 del bollettino periodico 'Morbillo & Rosolia News', curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale del morbillo e della rosolia dell'Istituto superiore di sanità (Iss). "Lo stato vaccinale - si legge - è noto per 313 dei 334 casi segnalati nel 2025 e in 275 casi (quasi il 90%) le persone colpite risultavano non vaccinate. In circa un terzo dei casi, 108, è stata riportata almeno una complicanza: tra le più frequenti epatite o aumento delle transaminasi e polmonite, ma si sono verificate anche cheratocongiuntivite, diarrea, insufficienza respiratoria, stomatite, trombocitopenia, laringotracheobronchite, otite, e convulsioni. Sono stati segnalati 3 casi di encefalite, rispettivamente in 2 adulti e in 1 preadolescente, tutti non vaccinati", avvertono gli esperti.

Con supporto psicologico meno visite e meno farmaci

(da AGI)  Le persone che hanno intrapreso un percorso di supporto psicologico (di almeno sei mesi) hanno dichiarato una riduzione nell''utilizzo di prestazioni sanitarie, tra cui accessi al pronto soccorso, visite specialistiche ed esami di laboratorio. Questi sono i risultati di una ricerca condotta da Unobravo, società benefit e leader nel settore della psicologia online in Italia, con il Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dI Sapienza Università di Roma. Si tratta di dati preliminari dai quali emerge una significativa relazione tra l''avvio di un percorso di supporto psicologico e l''utilizzo dei servizi sanitari con ricadute nell''ambito della salute psicofisica. Il progetto ha coinvolto 3.460 persone che avevano intrapreso con Unobravo un percorso psicologico della durata minima di sei mesi. A ciascun partecipante è stato richiesto, tramite un questionario, di indicare con quale frequenza avesse fatto ricorso, nei tre mesi precedenti all''inizio dell''intervento e negli ultimi tre mesi, a diverse prestazioni sanitarie: accessi al pronto soccorso, visite specialistiche, esami diagnostici e assunzione di farmaci. L''analisi del campione considerato mostra una variazione statisticamente significativa in vari ambiti di utilizzo di alcuni dei più comuni servizi sanitari.  

Disabilità, il Decreto Tariffe lascia le persone senza carrozzina. FISH: “Così lo Stato abbandona i più fragili”

Dal 1° gennaio 2025 non è più garantita la sostituzione delle parti essenziali delle carrozzine elettriche e manuali. La denuncia di un cittadino in Veneto accende i riflettori su un problema che coinvolge milioni di persone. Leggi L'articolo completo al LINK https://www.sanitainformazione.it/advocacy-e-associazioni/disabilita-il-decreto-tariffe-lascia-le-persone-senza-carrozzina-fish-cosi-lo-stato-abbandona-i-piu-fragili/  

FNOMCeO e Società Scientifiche: “5 milioni di visite specialistiche subito a disposizione dei cittadini togliendo i piani terapeutici”. La proposta al Parlamento

In un documento la Federazione e le Società scientifiche propongono di limitare la necessità del piano terapeutico ai primi 12 mesi di terapia, per aprire poi la prescrizione a tutti i medici, ferme restando le condizioni di rimborsabilità stabilite dall’Agenzia italiana del farmaco   Leggi L'articolo completo al LINK https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=130280&fr=n  

Medici di famiglia fannulloni? Un sondaggio smonta un falso mito

(da M.D.Digital)   L’idea che un medico di medicina generale lavori solo poche ore al giorno è smentita dai numeri. Secondo un sondaggio condotto dalla Federazione italiana medici di medicina generale  del Lazio nella provincia di Latina, un medico con 1.000-1.500 assistiti impiega mediamente oltre 10 ore al giorno tra visite, consulenze e attività amministrative. La ricerca, che ha coinvolto 55 professionisti nel mese di marzo, ha rilevato che ogni medico effettua quotidianamente 27 visite in studio, di cui 16 programmate e 11 urgenti, oltre a 1,3 visite domiciliari. A queste si aggiungono 28 consulenze telefoniche o via email, 78 prescrizioni farmaceutiche, oltre a certificati di malattia e richieste di visite specialistiche ed esami. Le criticità: burocrazia e carenza di copertura territoriale Non è solo il numero di pazienti a gravare sui medici di medicina generale, ma anche il sovraccarico amministrativo. La Fimmg Lazio denuncia che molte prescrizioni vengono delegate ai medici di famiglia dagli specialisti e dalle assicurazioni, aumentando il carico di lavoro. Nella settimana del sondaggio i medici hanno emesso 4.466 ricette molte delle quali ripetitive e richieste dagli specialisti. Inoltre, la mancata copertura delle zone carenti da parte della Regione contribuisce a rendere il sistema ancora più fragile. L'analisi dei dati con IA. Un’analisi indipendente condotta con il supporto dell'intelligenza artificiale ha confermato la validità dei numeri: calcolando il tempo medio per ogni prestazione, ChatGPT ha stimato che il lavoro complessivo di un medico di famiglia supera le 10,5 ore giornaliere. Secondo una seconda valutazione, il carico di lavoro post-Covid è aumentato fino al 70%, facendo lievitare l’impegno quotidiano oltre le 11 ore. "Dire che il medico di medicina generale lavora solo 2-3 ore al giorno è falso e dannoso per la categoria", affermano i rappresentanti della Fimmg. "Questa narrativa mina la credibilità dei professionisti e scoraggia i giovani dal prendere questa strada. La medicina generale garantisce cure territoriali a milioni di cittadini ogni giorno". Per il sindacato, alla luce di questi dati, pensare di risolvere le criticità insite nell'esercizio della Mg con la dipendenza è fuori dalla realtà. Inoltre sottolinea che le critiche alla categoria derivano da chi non conosce la realtà del servizio sanitario pubblico. "Non è un caso che i portavoce di questa campagna denigratoria appartengano a élite che possono permettersi assicurazioni private e non hanno mai avuto necessità di affidarsi ai Mmg", accusano i leader della Fimmg. Malgrado ciò, la Medicina generale continua a rivestire un ruolo cruciale nel sistema sanitario italiano, nonostante le difficoltà strutturali e burocratiche che ne complicano il lavoro quotidiano.