Allarme ISS, 4 caregiver su 10 sviluppano malattie croniche

(da Fimmg.org)   Prendersi cura di un familiare non è solo un impegno emotivo e pratico: per molti caregiver significa anche mettere a rischio la propria salute. Quattro su dieci (41%) dichiarano infatti di aver sviluppato malattie croniche che prima non avevano e tra questi due su tre (66%) riportano l’insorgenza di più di una patologia. A soffrirne di più sono le donne (in particolare le più giovani) che spesso rinunciano a visite mediche e ricoveri. Lo rivela una survey dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui hanno risposto 2033 persone (83% donne), presentata oggi a Roma in occasione del convegno “Promuovere la salute delle persone caregiver familiari in ottica di genere: prospettive future” promosso dal Centro di riferimento per la medicina di genere. In cima alle malattie più frequenti, quelle psichiatriche, seguite da quelle scheletro-muscolari, cardiovascolari e gastro-intestinali. “Le donne, in particolare, si fanno carico in maniera preponderante del lavoro di assistenza e cura all’interno delle famiglie – spiega Elena Ortona, direttrice del Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Iss-. Questo impegno costante e spesso gravoso ha un impatto diretto e profondo sulla loro salute. La ricerca evidenzia che le donne che svolgono il ruolo di caregiver sono maggiormente esposte a problemi di salute fisica e psicologica; di conseguenza, le disuguaglianze di genere possono generare a loro volta disuguaglianze di salute. Fondamentale – aggiunge – è che le politiche socio-sanitarie rivolte ai caregiver e alle caregiver familiari considerino le differenze di sesso e genere basate sulle evidenze scientifiche”. Al centro del dibattito, anche il contributo del medico di medicina generale e la mappatura dei servizi diretti ai caregiver.

Profilo sanitario sintetico, arriva la proroga. Nuovo termine tra dicembre e marzo

(da Doctor33)   Slitta l’entrata in vigore del Profilo sanitario sintetico (Pss), inizialmente prevista per il 30 settembre. Secondo quanto appreso dall’Adnkronos Salute, la proroga sarà formalizzata con un decreto in Conferenza Stato-Regioni il 2 ottobre. Il termine potrebbe essere spostato a dicembre o addirittura a marzo, per consentire il completamento delle attività di implementazione.Il Pss, integrato nel Fascicolo sanitario elettronico 2.0, raccoglie dati clinici essenziali del paziente – anagrafica, patologie croniche, allergie, terapie farmacologiche, trapianti, anamnesi familiare – ed è accessibile anche in pronto soccorso senza consenso esplicito, per garantire la presa in carico in caso di emergenza.  La decisione di rinviare arriva dopo le criticità sollevate dal presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, che ha avvertito: “Potrà apportare migliorie nell’assistenza dei cittadini italiani, ma presenta numerose e pesanti criticità connesse con cybersicurezza, privacy, aspetti etici e medico-legali. Sarà uno strumento a cui approcciarsi con grande cautela da parte dei colleghi che si troveranno a compilarlo”.  Il rinvio recepisce anche le difficoltà operative segnalate dalla Fimmg, che aveva giudicato “impossibile” l’avvio a causa dell’inadeguatezza dei software gestionali degli studi di medicina generale, con rischio di aggravio burocratico. Più positivo il commento dell’Ordine dei medici di Roma: per il presidente Antonio Magi, il Pss “rappresenta un passo importante verso un Ssn più efficiente e integrato”, a patto però di includere anche i dati della specialistica ambulatoriale e ospedaliera e di vigilare su privacy e carichi amministrativi.

ASST MANTOVA: Bando di concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato e pieno di n. 1 posto di Dirigente Medico disciplina di Chirurgia Vascolare (Scad. 30-10-2025)

Si comunica che il bando di concorso in oggetto è stato pubblicato sul sito internet aziendale con scadenza 30-10-2025 ed è consultabile anche dal seguente link: https://www.asst-mantova.it/contenuto-web/-/asset_publisher/aPLQFInD1pDc/content/concorso-pubblico-per-titoli-ed-esami-per-la-copertura-a-tempo-indeterminato-e-pieno-di-n-1-posto-di-dirigente-medico-disciplina-di-chirurgia-vascol-1

 

Dopo l’ipotesi dell’infermiere anche il farmacista prescrittore?

(da Sanitainformazione.it)   In Italia la prescrizione di un farmaco è una prerogativa esclusiva del medico. È il medico che formula la diagnosi e decide la terapia, mentre al farmacista spetta il compito di dispensare il medicinale, vigilare sulla correttezza del trattamento, monitorare le possibili interazioni e accompagnare il paziente nel percorso di cura. Questo confine tra chi prescrive e chi dispensa ha rappresentato a lungo un cardine del Servizio sanitario nazionale, una sorta di garanzia di equilibrio tra competenze e responsabilità.  Negli ultimi anni, però, questo scenario è stato messo in discussione. In diversi Paesi europei ed extraeuropei, il farmacista ha visto progressivamente ampliarsi le proprie competenze, fino a diventare, in certi contesti, anche prescrittore. L’idea di fondo è apparentemente semplice: consentire a professionisti con solide basi scientifiche e un rapporto diretto con i cittadini di alleggerire il carico della medicina di base, migliorando al tempo stesso l’accesso alle cure.

Italia tra riforme e attese – Nel nostro Paese non esiste ancora una legge che attribuisca ai farmacisti il potere di prescrivere. Il DM 77 del 2022 ha rafforzato il ruolo della farmacia nell’assistenza territoriale, rendendola un avamposto del Servizio sanitario nazionale ma non ha toccato la questione prescrittiva. Ora, però, il recente Testo Unico della Farmaceutica, approvato in Consiglio dei Ministri, potrebbe rappresentare la base di partenza per una riforma più ampia. Non è un caso che il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, abbia parlato di un futuro in cui il farmacista prescrittore potrà avere un ruolo chiave nell’integrazione tra farmacia e sanità pubblica.   Se mai venisse introdotto, il farmacista prescrittore in Italia non avrebbe poteri illimitati. Le ipotesi in discussione guardano soprattutto a contesti di bassa complessità e a funzioni di supporto alla continuità terapeutica. In particolare, si pensa a:

– farmaci per patologie minori e autolimitanti, come infezioni leggere delle vie respiratorie, congiuntiviti, dermatiti o allergie stagionali;

– rinnovo delle terapie croniche già diagnosticate dal medico, per pazienti stabilizzati che necessitano solo di continuità;

– alcuni farmaci da banco o di fascia C, oggi soggetti a ricetta, che il farmacista potrebbe gestire sotto protocolli condivisi e con obbligo di tracciabilità digitale.

L’idea, quindi, non è quella di trasformare il farmacista in un “medico in farmacia”, ma di rendere più semplice la vita al paziente, soprattutto cronico, e più efficiente il sistema sanitario.  Il dibattito europeo di Assofarm a Napoli – Il tema è stato al centro del consesso europeo delle Farmacie Sociali (UEFS), ospitato da Assofarm a Napoli nei giorni scorsi. L’incontro ha messo a confronto esperienze estere già consolidate con le prospettive italiane. Proprio Gemmato, aprendo i lavori, ha ribadito che il nuovo Testo Unico della Farmaceutica è la cornice su cui costruire una riforma della farmacia territoriale che includa anche la prescrizione.  Il vicepresidente di Assofarm, Andrea Porcaro D’Ambrosio, ha ricordato i lavori dell’“Officina di Galeno” a Pisa, sottolineando come il tema sia maturo e supportato dai casi di successo di diversi Paesi del Nord Europa. Per Venanzio Gizzi, presidente UEFS, l’Italia sconta un certo ritardo, ma questo non significa arretratezza: ogni Paese ha punti di forza e debolezze e il valore della federazione sta proprio nello scambio di esperienze. A livello territoriale, Domenico Della Gatta ha rimarcato che la proposta non deve essere divisiva, ma rafforzare la collaborazione tra professionisti.  Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Napoli, Vincenzo Santagada, ha ricordato un articolo del 2010 in cui si parlava della “superfarmacia”, allora visionaria e oggi sempre più concreta. Ma per arrivare davvero al farmacista prescrittore servono formazione specialistica e un quadro normativo stabile.

A dare respiro internazionale, il farmacista scozzese Jonathan Burton ha raccontato come in Scozia la domanda di prescrizioni in farmacia sia in costante aumento, portando però con sé sfide tecniche e morali: il farmacista deve interrogarsi sul perché voglia assumersi una responsabilità così grande e su quale valore aggiunto porti alla società. A confermare la complessità della questione sono stati anche tre giovani farmacisti italiani che già lavorano come prescrittori all’estero: secondo loro, competenze tecnico-scientifiche elevate e un’infrastruttura tecnologica solida sono condizioni imprescindibili.   Le conclusioni sono state affidate al segretario generale di Assofarm, Francesco Schito, che ha ricordato un dato eloquente: oltre l’80% dei farmacisti italiani si dice favorevole all’introduzione di questa figura. Segno che, almeno all’interno della categoria, il terreno è pronto.

L’ipotesi degli infermieri prescrittori – Parallelamente al dibattito sul farmacista prescrittore, in Italia si è affacciata anche la possibilità di estendere alcune forme di prescrizione agli infermieri. In diversi convegni nazionali, tra cui il Congresso FNOPI di Rimini, è stata avanzata l’idea che l’infermiere possa prescrivere presidi e ausili sanitari in autonomia, sul modello già adottato in alcuni Paesi europei. Questa proposta nasce dalla constatazione che l’infermiere, spesso in prima linea nell’assistenza al paziente cronico o fragile, si trova già a gestire quotidianamente strumenti come cateteri, medicazioni avanzate o dispositivi di supporto. Riconoscere formalmente la possibilità di prescriverli potrebbe snellire le procedure e migliorare l’efficienza del sistema.

La posizione della FNOMCeO e il documento con FISM

Di fronte a questa ipotesi la FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici, ha espresso con chiarezza la propria contrarietà. Nell’ottobre 2024 il presidente Filippo Anelli ha parlato di “sconcerto e rammarico” per non essere stato consultato prima di annunciare aperture in questa direzione. La prescrizione, ha ricordato, implica una diagnosi, e la diagnosi è competenza esclusiva del medico.  La Federazione ha persino ventilato l’ipotesi di impugnare eventuali provvedimenti che introducano la prescrizione infermieristica senza un confronto ampio tra le professioni. Quanto al farmacista prescrittore, FNOMCeO non ha ancora preso una posizione ufficiale, ma il principio ribadito è lo stesso: ogni spostamento di competenze prescrittive deve avvenire in un quadro normativo chiaro, con regole che garantiscano la sicurezza dei pazienti e non creino sovrapposizioni.  Insieme alla FISM, FNOMCeO ha inoltre redatto un position paper nel 2023 (VEDI SOTTO) con proposte di semplificazione per i farmaci sottoposti a piano terapeutico. L’idea è che, dopo un anno dalla prescrizione iniziale dello specialista, quei farmaci possano essere prescritti da qualsiasi medico del SSN, riducendo la burocrazia ma mantenendo la prescrizione nell’alveo strettamente medico.

Equità e accesso alle cure – La discussione non riguarda soltanto i confini professionali, ma anche l’uguaglianza nell’accesso ai servizi sanitari. Antonio Gaudioso, docente alla Luiss, sempre a Napoli ha portato un esempio significativo: lo screening del colon retto raggiunge il 75% della popolazione in Friuli Venezia Giulia, ma appena il 10% in Calabria. Dove i farmacisti sono stati coinvolti, la copertura è aumentata sensibilmente. Ecco perché ripensare il ruolo della farmacia non significa solo ridefinire poteri e responsabilità, ma anche garantire pari diritti di cura a tutti i cittadini, indipendentemente dal territorio in cui vivono.  Anche dal punto di vista imprenditoriale il tema è centrale: secondo Massimo Mercati, presidente di Apoteca Natura e AFAM, rafforzare la dimensione consulenziale del farmacista non giova solo alla salute pubblica, ma rende più solide anche le farmacie come aziende.

Uno sguardo oltreconfine –  Per capire meglio quale potrebbe essere la traiettoria italiana, basta guardare ai modelli esteri. Nel Regno Unito esistono farmacisti che prescrivono in autonomia dopo specifici master universitari, in Canada le competenze variano da provincia a provincia ma includono già la possibilità di gestire disturbi comuni, in Francia dal 2019 i farmacisti prescrivono vaccini e in alcune regioni farmaci per patologie minori, in Svizzera i cantoni hanno autorizzato la prescrizione per piccoli disturbi, mentre in Scozia il modello è tra i più avanzati: i farmacisti di comunità seguono pazienti cronici in stretta integrazione con il servizio sanitario.

Un dibattito (più o meno) aperto –  Il futuro del farmacista prescrittore in Italia resta per il momento un cantiere aperto. Da un lato, l’esperienza internazionale dimostra che un modello regolato e ben formativo è possibile e per certi versi vantaggioso. Dall’altro, le comprensibili resistenze delle professioni mediche e le complessità normative e di responsabilità professionale rendono il percorso lungo e delicato.   Se il medico resta oggi il fulcro della prescrizione, altri professionisti, come farmacisti e infermieri, potrebbero essere chiamati domani a condividere alcune responsabilità, in un sistema che ha bisogno di più prossimità, più equità e più rapidità di risposta. La sfida, allora, sarà quella di costruire modelli di collaborazione che non dividano, ma rafforzino il sistema, mettendo sempre al centro la sicurezza, la qualità e il diritto alla cura del paziente.

 

Pubblicazione Graduatorie Regionali PROVVISORIE Medicina Generale, Pediatria di libera scelta e Specialistica Ambulatoriale Interna valevoli per l’anno 2026

Si comunica che le graduatorie regionali provvisorie per la Medicina Generale, la Pediatria di Libera Scelta, per gli Specialisti Ambulatoriali Interni, Veterinari ed altre professionalità sanitarie (Biologi, Chimici, Psicologi), valevoli per l’anno 2026 sono pubblicate nel BUR – parte terza – n.244 del 30 settembre 2025, al seguente link:

https://bur.regione.emilia-romagna.it/dettaglio-bollettino?b=33eb351ae0c64a9f99491b5cd82a4458

Si evidenzia che, così come previsto all’art.19, comma 5 dell’ACN per la Medicina Generale 04.04.2024 e all’art.19, comma 6 dell’ACN per la Pediatria di Libera Scelta 25.07.2024, nonché all’art. 19, comma 9 dell’ACN per la Specialistica Ambulatoriale Interna 2024 vigente, i medici che vorranno presentare istanza motivata di riesame della loro posizione in graduatoria avranno a disposizione 15 giorni. Pertanto, la scadenza per la presentazione di tali istanze è fissata nel 15 ottobre p.v.

Un algoritmo per prevedere la fragilità dell’anziano

(da M.D.Digital)  I ricercatori sono riusciti a migliorare l’Indice di Fragilità Elettronica (eFI), uno strumento che utilizza i dati per prevedere i rischi dei pazienti anziani di convivere con la fragilità, in modo che i professionisti medici possano fornire cure olistiche, aiutare a prevenire le cadute, ridurre i farmaci onerosi e fornire programmi di esercizio mirati per massimizzare l’indipendenza. L’innovativo eFI è stato sviluppato per la prima volta dagli accademici di Leeds e introdotto nel 2016 in tutto il Regno Unito. In un solo anno di utilizzo da parte dell’Nhs England, più di 25.000 persone con fragilità sono state indirizzate a un servizio di caduta, con una prevenzione stimata di circa 2.300 cadute future. I ricercatori stimano che solo nel 2018 questi interventi abbiano fatto risparmiare al Nhs quasi 7 milioni di sterline. Il primo sistema eFI al mondo ha influenzato anche approcci simili negli Stati Uniti, in Canada, in Spagna e in Australia.

Ora, un nuovo sistema eFI2 migliorerà l’accuratezza del servizio integrando i dati su 36 problemi di salute tra cui demenza, cadute e fratture, perdita di peso e numero di prescrizioni regolari che le persone hanno.  Un articolo pubblicato su Age and Ageing da ricercatori di Leeds e University College London (Ucl) conferma che l’eFI2 può prevedere in modo più accurato la necessità di assistenza domiciliare degli anziani, il rischio di cadute, il ricovero in casa di cura o la morte.  Gli autori sperano che l’eFI2, che è ora disponibile per tre medici di base su cinque in Inghilterra attraverso il software Optum (precedentemente noto come Emis), aiuterà più persone anziane a rimanere indipendenti più a lungo.

Andrew Clegg, che ha guidato lo studio, è professore di ricerca Nihr e responsabile della ricerca sull’invecchiamento e l’ictus presso la School of Medicine dell’Università di Leeds e consulente onorario geriatra presso il Bradford Royal Infirmary. Il professor Clegg ha dichiarato: “Questo studio di riferimento sui dati sanitari … è un importante passo avanti nella trasformazione dei servizi sanitari e di assistenza sociale per gli anziani con fragilità. L’eFI2 è un miglioramento significativo rispetto all’eFI originale e sarà estremamente prezioso per aiutare i Mmg a identificare le persone anziane che vivono con fragilità in modo che possano essere fornite loro trattamenti personalizzati per prevenire la costosa perdita di indipendenza e le cadute in età avanzata. Siamo lieti che l’eFI2 sia già stato reso disponibile al 60% dei Mmg ed è un esempio del previsto passaggio dall’analogico al digitale dell’Nhs”.

La professoressa Marian Knight, direttore scientifico dell’infrastruttura Nihr, ha dichiarato: “L’eFI ha già dimostrato di poter migliorare i risultati dei pazienti e far risparmiare milioni di sterline al Nhs. Questa evoluzione dello strumento è estremamente entusiasmante, in quanto consente alle persone di ricevere trattamenti personalizzati dai loro medici di base e di mantenere la loro indipendenza più a lungo, portando risparmi cruciali sui costi del sistema sanitario”. La fragilità viene identificata quando le persone anziane hanno un alto rischio di una serie di esiti avversi come la necessità di servizi di assistenza domiciliare, cadute e ricovero in ospedale o in una casa di cura. Si stima che la fragilità costi al Nhs 6 miliardi di sterline ogni anno.

L’algoritmo eFI2 si basa sui dati di routine di Connected Bradford e sul set di dati Welsh Secure Anonymized Information Linkage, attingendo a 750.000 record collegati tra dati medici, comunitari e di assistenza sociale per assegnare categorie di fragilità alle persone anziane.  Utilizza 36 variabili, tra cui demenza, cadute e fratture, perdita di peso e il numero di prescrizioni regolari che le persone hanno per prevedere quali gruppi di persone hanno maggiori probabilità di vivere con la fragilità. I medici di base sono quindi incoraggiati a utilizzare il loro giudizio clinico per applicare un approccio personalizzato a ciascun paziente. La precisione dell’eFI2 è notevolmente migliorata rispetto al primo modello.

Kate Walters, professoressa di cure primarie ed epidemiologia presso l’Ucl, ha dichiarato: “L’eFI2 ha un grande potenziale come strumento semplice per supportare i medici di base nell’identificazione delle persone che vivono con fragilità che potrebbero beneficiare di un ulteriore supporto per aiutarle a rimanere indipendenti”.

(Best K, et al. Development and external validation of the electronic Frailty index 2 (eFI2) using routine primary care electronic health record data, Age and Ageing 2025. DOI: 10.1093/ageing/afaf077.)

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