Medicina generale, la guida è online

(da enpam.it)   Ciò che deve sapere il medico che esercita nell’ambito della medicina generale, spiegato in maniera essenziale ed efficace. È il fine della guida per la medicina generale, già disponibile online e allegata al Giornale della previdenza cartaceo che riceverete a casa, consultabile ribaltando il giornale e leggendo dalla controcopertina in poi. Si tratta della prima di una serie che uscirà col nostro, per dare informazioni su tutti gli aspetti necessari e utili ai professionisti che già lavorano, a quanti si affacciano alla professione o a chi è in procinto di lasciare, per chiedere la pensione costruita negli anni.   

UNA BUSSOLA DA TENERE SULLA SCRIVANIA    Le pagine della guida sono una bussola che il medico convenzionato, aspirante o sostituto, potrà tenere sulla propria scrivania per orientarsi nel mare magnum popolato da adempimenti, burocrazia, scadenze, ma anche da vantaggi, agevolazioni e opportunità da cogliere.  All’interno si possono trovare informazioni utili sulle iscrizioni, i bandi, il fisco, le assicurazioni, i contributi previdenziali, la pensione e le prestazioni di ogni genere. È quanto serve per affrontare le diverse stagioni professionali del medico di famiglia, di continuità assistenziale e del pediatra di libera scelta.  Le prossime guide della collana saranno dedicate ai liberi professionisti e agli specialisti ambulatoriali ed esterni.  Scarica la guida  al LINK  

Novità nella riscossione contributi quota A Enpam 2023

(da enpam.it)  Dal prossimo anno cambieranno radicalmente le modalità di riscossione. Con l’obbligo di utilizzare il sistema pubblico PagoPA, sarà consentito solo il versamento in unica soluzione, con scadenza aprile.  Mentre ancora si sta concludendo il pagamento dei contributi minimi Enpam 2022 (l’ultima rata scade il 30 novembre) è già giunto il momento di occuparsi degli importi richiesti per il prossimo anno.  Infatti, all’interno del bilancio di previsione dell’Enpam per l’esercizio 2023, che sarà approvato dall’Assemblea Nazionale alla fine di novembre, dovrà essere esposto l’importo dei contributi minimi obbligatori che tutti i medici e gli odontoiatri dovranno pagare anche nel 2023 in conseguenza dell’iscrizione all’Albo Professionale.   Conformemente a quanto previsto dall’art. 3 del Regolamento del Fondo di Previdenza Generale, il contributo dovuto alla “Quota A” è determinato in misura fissa e per fasce di età, e viene annualmente rivalutato “in misura pari al 75% dell’incremento percentuale fatto registrare dal numero indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati elaborato dall’Istituto Centrale di Statistica fra il mese di giugno del secondo anno precedente a quello di pagamento ed il mese di giugno dell’anno immediatamente precedente il pagamento medesimo, maggiorato di un punto e mezzo percentuale”.

Al fine di determinare l’importo dei contributi da porre in riscossione nell’anno 2022 si è proceduto in questo modo:

– è stato preso come base di partenza l’incremento percentuale dell’indice Istat fatto registrare fra giugno 2021 e giugno 2022, pari a + 7,8%;

– si è provveduto a determinare il 75% di tale percentuale (+ 7,8% diventa + 5,85%).

A questo punto l’aliquota ottenuta è stata maggiorata di un ulteriore 1,5%, arrivando all’aliquota finale del 7,35%, sulla base della quale sono stati incrementati i contributi del 2022. Pertanto, i contributi da porre in riscossione per l’anno 2023 sono risultati i seguenti:

€ 257,73 per tutti gli iscritti fino al compimento del 30° anno di età;

€ 500,26 per tutti gli iscritti dal compimento del 30° anno di età fino al compimento del 35° anno di età;

€ 938,75 per tutti gli iscritti dal compimento del 35° anno di età fino al compimento del 40° anno di età;

€ 1.733,72 per tutti gli iscritti ultraquarantenni e fino al mese di compimento del 68° anno di età.

Per gli studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia ed in Odontoiatria non ancora iscritti all’Albo (dal 5° anno di corso in poi), l’ammontare annuo del contributo di “Quota A” corrisponde alla metà di quello previsto per gli iscritti fino ai 30 anni e, pertanto, per l’anno 2023, è pari ad € 128,87. Ricordiamo che in questo caso l’iscrizione all’Enpam è volontaria, ma molto consigliata, per aumentare la propria copertura previdenziale e godere dei benefici riservati agli iscritti (sussidi assistenziali e coperture assicurative in primis).   Infine, l’importo del contributo dovuto per il 2023 da parte degli iscritti che, entro il 31 dicembre 1989, avevano presentato istanza di ammissione al beneficio della contribuzione ridotta, in quanto titolari di altra copertura previdenziale obbligatoria, è pari ad € 938,75.

Considerando che per il 2023 il contributo di maternità è stato fissato, per tutti gli iscritti (ad eccezione degli studenti) in 69,70 euro, il pagamento ordinario complessivo che gli iscritti non aventi riduzioni per età si troveranno nella prossima cartella in riscossione alla data del 30 aprile 2022, sarà pari ad € 1.803,42.  

Dal prossimo anno cambieranno anche radicalmente le modalità di riscossione. Con l’obbligo di utilizzare il sistema pubblico PagoPA, sarà consentito solo il versamento in unica soluzione, con scadenza aprile. La dilazione in quattro rate sarà sostituita dal pagamento in otto rate (da aprile a novembre) ma soltanto in caso di domiciliazione, sistema certamente molto comodo ma sgradito ad una certa fascia di iscritti, che hanno una certa avversione a consentire interventi esterni non singolarmente autorizzati sul proprio conto corrente.    Tuttavia, se non si vuole correre il rischio di dover pagare tutto l’importo in una volta sola, la strada della domiciliazione resta l’opzione migliore. Per attivarla, occorre compilare l’apposito modulo online direttamente dall’area riservata del sito Enpam entro e non oltre il 31 marzo di ciascun anno; è possibile richiederla anche dopo, ma in quel caso la domanda avrà effetto dall’anno successivo. Con la domiciliazione per la Quota A scatta in automatico anche quella per la Quota B (contributi proporzionali al reddito libero professionale prodotto).

Enpam cede il ramo d’azienda di Enpam Real Estate dedicato al property e facility management

(da Enpam.it)  Enpam comunica l’avvenuta cessione del ramo d’azienda della società Enpam Real Estate specializzato in property e facility management.  L’operazione fa seguito alla dismissione del patrimonio immobiliare di proprietà diretta dell’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri.  “Siamo orgogliosi di aver creato valore, facendo nascere un’azienda, Enpam Real Estate, capace di gestire innumerevoli immobili sparsi in Italia, di rapportarsi con migliaia e migliaia di inquilini e di rispondere alle esigenze dei committenti in maniera flessibile rendendo anche possibili operazioni straordinarie epocali. Va ricordato che in meno di un decennio EnpamRe ha gestito vendite a privati e a fondi per oltre 2 miliardi di euro – dice Alberto Oliveti, presidente di Fondazione Enpam –. Oggi, portata a termine la sua missione per il nostro ente previdenziale, questo ramo d’azienda viene valorizzato dal mercato. Le manifestazioni d’interesse ricevute da più parti ci onorano e siamo felici che ad acquistare sia un primario operatore che intende rafforzarsi. Alla squadra di dirigenza e a tutti i dipendenti di EnpamRe va il nostro grazie per l’ottimo lavoro fatto e un augurio per un futuro di crescita”.   Insieme al business di property e facility management, sono stati trasferiti anche 41 dipendenti di EnpamRe srl, che la società acquirente ha assunto a tempo indeterminato.  Nell’ultimo decennio Enpam Real Estate ha accompagnato la vendita dapprima del patrimonio residenziale romano di Enpam e da ultima l’operazione Project Dream, con l’acquisto di un importante portafoglio di immobili, in prevalenza in Lombardia, da parte di un fondo internazionale.   Nata come società “in-house” per fornire servizi all’Enpam, nel tempo EnpamRe ha acquisito nuovi clienti sul mercato immobiliare, diventando così appetibile per investitori specializzati.   La cessione del ramo d’azienda è stata seguita dall’amministratore unico di EnpamRe Luigi Mario Daleffe e dal direttore generale Leonardo Di Tizio, con l’assistenza di Deloitte per gli aspetti finanziari, dello studio Leone e Associati per gli aspetti legali (avvocati Luca Leone e Paola Conio), del professor Federico Ghera per le questioni lavoristiche e dal professor Stefano Petrecca di CBA per i profili fiscali.

Medici liberi professionisti: come e cosa denunciare all’Enpam

(da DottNet)   Ogni anno si ripete l’obbligo di dichiarare all’Enpam il reddito da libera professione prodotto nell’anno precedente. Per farlo occorre compilare online il modello D che si trova nell’area riservata e inviarlo entro il 31 luglio. Per aiutare quanti non si sono ancora iscritti all’Area Riservata, o incontrano difficoltà nell’accedervi (password dimenticata, nome utente non riconosciuto, ecc.), è attivo l’indirizzo email supporto.areariservata@enpam.it , che fornisce un sostegno qualificato entro 48 ore lavorative dall’invio della richiesta.

Come funziona il calcolo di quanto dovuto come contributo previdenziale sulla Libera Professione? Il pagamento del contributo minimo obbligatorio alla QUOTA A FONDO GENERALE copre:

–  Per gli ULTRA 40ENNI la parte di reddito libero professionale annuo netto fino a € 8.076,21;

–  SOTTO I 40 ANNI fino ad un reddito annuo di € 4.373,03.

Nel MODELLO D deve essere indicato tutto l’importo del reddito libero professionale che non sia già stato assoggettato a prelievo previdenziale (non va indicato il reddito da convenzione).  Sarà premura dell’Enpam abbattere il reddito indicato dell’importo già coperto dal contributo di Quota A e spedire nel mese di ottobre il modulo con indicazione della cifra da corrispondere. Se però il reddito libero professionale prodotto è al di sotto delle soglie sopra indicate, la compilazione del modello non è obbligatoria. L’aliquota di prelievo ordinaria è del 19,75%, calcolata sul netto dell’attività realizzata nel corso del 2021.

Possibili opzioni di aliquota ridotta:

– Medici di Medicina Generale – Pediatri di Libera Scelta – SPECIALIZZANDI – MEDICI DIPENDENTI CON ATTIVITA’ EXTRA MOENIA possono scegliere l’aliquota ridotta del 9,75%;

– I CORSISTI di MG (triennio) e i DIPENDENTI che hanno realizzato attività INTRA MOENIA possono optare per il 2%;

– I PENSIONATI possono – annualmente – optare per l’aliquota intera del 19,50% oppure per l’aliquota ridotta al 50%, pari al 9,75%.

Tutte queste aliquote (compresa quella ordinaria) sono valide per gli importi fino a € 103.055,00. Sugli importi residui, che vanno oltre tale cifra, è applicato l’1 per cento.  E’ importante ricordare che per cambiare aliquota o per scegliere la contribuzione ridotta è necessario compilare il modulo specifico prima di aver compilato il modello D. Anche il modulo Contribuzione ridotta si trova nell’area riservata del sito Enpam. Il Modello D è già disponibile per la compilazione sull’area riservata. E’ opportuno segnalare che se viene trasmesso dopo il 31 luglio, è prevista una sanzione fissa di € 120,00, quindi vale la pena procedere al più presto al suo invio.   Già dallo scorso anno, non è più disponibile il modulo cartaceo e quella digitale è diventata l’unica modalità di presentazione possibile. Il Modello D, con l’occasione, è stato rinnovato nella forma e nel sistema di compilazione, per diventare ancora più semplice, veloce e difficile da sbagliare.

Ad esempio, con il nuovo modulo online, gli iscritti possono conoscere in tempo reale quanti contributi dovranno versare; si può inoltre visualizzare immediatamente l’aliquota contributiva che sarà applicata al reddito dichiarato e, in caso di errore nella denuncia, chiedere subito la rettifica della dichiarazione. Inoltre, con il nuovo sistema, l’archivio dell’Enpam acquisisce in tempo reale i dati reddituali, rendendo più rapida e puntuale anche l’assistenza agli iscritti che hanno dubbi sulla compilazione.

Continuare a esercitare dopo la pensione è possibile. Ecco i vincoli

(da Doctor33)   I tanti “ingaggi” di medici pensionati in corsia e negli hub per vaccinare in tempo di Covid ce lo hanno ricordato: continuare ad esercitare dopo essere andati in pensione è possibile, i vincoli ci sono e vanno conosciuti, ma sono contenuti sia per chi è stato dipendente e si è pensionato in Inps sia soprattutto per chi è stato convenzionato o libero professionista, contribuendo solo ad Enpam.
In ambito Inps dal 2008 il decreto legge 112 concede il cumulo senza limiti di pensione e reddito professionale se ci si è pensionati con il sistema di calcolo retributivo (antecedente alla riforma del ’95) o misto, oppure con 40 anni di contributi e 65 anni d’età gli uomini e 60 le donne se si è maturato il montante con il sistema contributivo. Siccome l’età pensionabile con le successive riforme è aumentata rispetto a quei limiti, la possibilità di cumulo totale, lasciata intatta, c’è per tutti. Non c’è invece se si è andati in pensione con quota 100 (da 62 anni d’età e 38 di contributi) o con la quota 102 che c’è da quest’anno: in questo caso di “anticipo” è possibile sommare all’assegno un reddito -ma di solo lavoro occasionale- fino a 5000 euro annui fino ai 67 anni, cioè fino a quando decorre l’età per la pensione di vecchiaia: allora scatta la chance di cumulare totalmente reddito e pensione. Non c’è un analogo sistema dissuasivo invece per un’altra pensione anticipata, quella di “opzione donna”, che consente di andare via a 58 anni ma con il ricalcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo: un assegno già “frenato” che non dà luogo ad ulteriori vincoli. Quanto alla pensione di reversibilità, l’assegno Inps viene decurtato del 25% nelle pensioni superiori a 3 volte il minimo Inps (che è di euro 524 al mese), del 40% nelle pensioni superiori a 4 volte e del 50% nelle pensioni superiori a 5 volte ma la riduzione non si applica se nello stesso nucleo familiare ci sono minori di 18 anni, studenti, inabili maggiorenni.
In ambito Enpam? «Non ci sono divieti o limiti di cumulo per chi percepisce un assegno di quota A e B o dai fondi speciali», spiega Claudio Testuzza, esperto di previdenza e medico di estrazione ospedaliera. «C’è un principio giuridico che consente al professionista di esercitare mantenendo l’iscrizione all’Albo, sulla cui base è consentito continuare a svolgere la professione senza vincoli dopo essersi pensionati. L’iscrizione automatica all’Enpam insieme a quella all’ordine, che a qualche giovane collega può sembrare solo un onere, in realtà offre vantaggi all’iscritto, e non scontati: per altri professionisti diversi dai medici odontoiatri i vincoli al cumulo, pur discussi, ci sono». Per pensionarsi in Enpam i limiti sono: i 68 anni dai quali decorre il diritto alla pensione di vecchiaia e i 62 a partire dai quali ci si può pensionare in anticipo se si hanno 35 anni di contributi e 30 di anzianità di laurea. Pur avendo diritto a pensionarsi molti medici continuano a lavorare, ad esempio la convenzione con il Servizio sanitario si può tenere fino a 70 anni, e si continua intanto a contribuire. Altri medici si pensionano e continuano in libera professione. Convenzioni come quella degli specialisti ambulatoriali hanno consentito a medici pensionati da altre convenzioni o dalla stessa di rilevare ore in alcuni territori. «Anche dipendenti pensionati dai 65 anni in su possono aspirare ad una convenzione. Ci sono pediatri passati dall’ospedale al territorio, in questi casi aspettare la pensione prima di convenzionarsi consente poi di cumulare due redditi, pensione Inps e convenzione. Del resto, la convenzione è comunque un rapporto del libero professionista. Altro esempio di cumulo (ma non in tutte le regioni è stato consentito ndr): medici in pensione sono stati richiamati da strutture Ssn durante la pandemia con contratti a termine». Infine, «non viene in alcun modo tagliato l’assegno Enpam ai superstiti. Sul taglio dell’assegno Inps -aggiunge Testuzza – e in generale sulle tagliole poste dall’Inps alla pensione di reversibilità quando il coniuge superstite a sua volta percepisce un reddito, ci sarebbe tanto da dire. Sono stato promotore di disegni di legge per abolire una penalizzazione che colpisce un vedovo o una vedova in età in cui più ha bisogno di supporti. Credo che i tagli del 30-40% dell’assegno alla perdita del coniuge titolare per l’ente pensionistico si risolvano alla fine in un risparmio, di poche centinaia di milioni, irrisorio, a danno di una spesa che sarebbe ed è di importante valore sociale».

Infortuni: alle tutele dell’Enpam se ne aggiunge una in più

(da Enpam.it)  L’Enpam tutela già gli iscritti per un’ampia casistica di eventi imprevisti, che vanno dagli infortuni alla malattia, fino all’inabilità permanente.  Oltre alle tutele garantite dall’Enpam, per medici e dentisti che vogliano rafforzare la propria protezione, oggi c’è una strada in più.  L’opzione è la polizza Emapi per gli infortuni, che a fronte di una spesa contenuta prevede un risarcimento in caso di eventi in campo professionale ed extra professionale.

UNA TUTELA IN PIÙ    Una soluzione in più, sempre più attuale alla luce del periodo in corso, è la polizza infortuni proposta da Emapi (l’Ente di mutua assistenza per i professionisti italiani) tramite il partner assicurativo Reale Mutua, che ha costi a partire da 109 euro l’anno.  Tra le garanzie previste, a seconda della formula scelta, ci sono una diaria in caso di infortuni che richiedano un periodo di convalescenza, un risarcimento per gli infortuni che determinino una condizione di invalidità permanente e il rimborso delle spese mediche. Un risarcimento è previsto anche in caso di decesso dell’assicurato.  Nella copertura è possibile includere anche familiari e dipendenti dei medici e degli odontoiatri.

TUTELE A MISURA DI CAMICE     La polizza proposta da Emapi presenta anche una serie di opzioni aggiuntive, che ad esempio prevedono un risarcimento in caso di contagio da Hiv ed epatite.  Oppure, solo per medici e dentisti è previsto un risarcimento a seguito di infortunio che impedisca in via permanete l’esercizio della professione, come la perdita di una mano o della vista.

COME ADERIRE     La copertura è rivolta agli iscritti Enpam attivi e ai pensionati e decorre dal 1° marzo di ogni anno. È quindi possibile, sia per i rinnovi che per le nuove adesioni, attivare la copertura per l’intera annualità assicurativa entro 31 marzo. Ma è anche possibile aderire nel corso dell’anno.  Per maggiori informazioni https://www.enpam.it/convenzioni-enpam/emapi-copertura-per-infortuni-professionali-ed-extraprofessionali/ Per aderire è necessario collegarsi al sito www.Emapi.it e seguire le istruzioni.

SOTTO L’OMBRELLO DELL’ENPAM   Dalle indennità ai sostegni specifici, dall’assistenza domiciliare ai sussidi per le case di riposo, l’Enpam garantisce già a tutte le categorie di iscritti ampie tutele sia in caso di malattia e infortunio, indennizzando sia la sospensione temporanea dell’attività professionale sia la non autosufficienza.  In tempi di Covid, la Fondazione ha anche incrementato gli strumenti di supporto ai medici e ai dentisti colpiti dagli effetti dalla pandemia. Migliaia di iscritti hanno, ad esempio, beneficiato del sussidio Enpam per i contagiati Covid da 600 a 5mila euro, che continua a essere un aiuto concreto per i camici bianchi.   Per mettersi al riparo dalle spese delle prestazioni mediche, ospedaliere ed extra ospedaliere, medici e dentisti possono invece accedere ai piani sanitari di SaluteMia, l’associazione di mutuo soccorso di categoria che da quest’anno ha aperto le porte anche ai familiari non conviventi degli iscritti.  Enpam, inoltre, ha stipulato per tutti i contribuenti di quota A un’assicurazione ‘long term care’ per il rischio non autosufficienza che, in aggiunta alla pensione, garantisce un assegno di 1.200 euro al mese esentasse vita natural durante.

Picco di contagi, 600 euro da Enpam ai medici e dentisti positivi

(da Enpam.it)   La nuova impennata della curva dei contagi, spinta all’insù dalla variante Omicron, sta costringendo molti professionisti a restare a casa in malattia. Le conseguenze sono note: tampone positivo e una buona quantità di giorni da scontare lontano dal lavoro.  In questo contesto, il sussidio Enpam per i contagiati Covid continua a essere un aiuto concreto per medici e dentisti, che possono avere da 600 a 5mila euro.   Il sussidio è esentasse e viene accordato a prescindere dal reddito. Ma il suo importo definitivo è proporzionale all’aliquota contributiva scelta e alla gravità della malattia.  Anche i pensionati che continuano a lavorare e versare la Quota B possono accedere alla misura di sostegno, ma per ottenerla dovranno rispettare un requisito di reddito.

FINO A 5MILA EURO    Per un libero professionista (non pensionato) che versa la Quota B intera, gli importi vanno dai 600 euro per l’isolamento obbligatorio dopo il tampone positivo, ai 3mila euro se le conseguenze del Covid richiedono il ricovero ospedaliero – inclusa la terapia subintensiva – e fino ai 5mila euro per il ricovero in terapia intensiva.  Se nel corso della malattia la condizione si aggrava è possibile accendere al grado successivo del sussidio. Ad esempio, chi fa domanda per i 600 euro e in un secondo momento viene ricoverato a causa del Covid, potrà presentare una nuova domanda per ottenerne altri 2.400 euro.   Nel caso la malattia dovesse protrarsi oltre i trenta giorni, dal trentunesimo giorno scatta la copertura dell’inabilità temporanea.

FARE DOMANDA   Il sussidio può essere richiesto tramite l’area riservata del sito Enpam, cliccando su ‘Sussidio per contagiati Covid-19’ dalla sezione ‘Domande e dichiarazioni online’.

Gli aiuti Covid riservati ai medici

(da DottNet)   Mentre il Covid sta purtroppo rialzando la testa, si è portati a pensare che la stagione degli aiuti e dei sussidi sia finita, fatta eccezione per l’esonero contributivo in via di perfezionamento in questi giorni. Sono invece molti gli istituti Enpam ancora attivi, e può quindi essere utile ricordarli, ad uso dei ritardatari o delle più recenti vittime della pandemia. I moduli per le relative domande sono reperibili nella sezione Modulistica del sito della Fondazione, ovvero accedendo alla rubrica Covid-19 all’interno della sezione Come fare per. 

Bonus Enpam e Bonus Enpam Plus. E’ un sussidio, pari al massimo a 1.000 euro mensili, che viene erogato ai medici e agli odontoiatri che in un trimestre del 2020 hanno subìto un calo del fatturato pari almeno al 33% rispetto all’ultimo trimestre del 2019. 

Indennità per i contagiati. L’Enpam riconosce poi da 600 a 5.000 euro a tutti i liberi professionisti risultati positivi al Covid. L’indennità ha un importo crescente a seconda della gravità: isolamento domiciliare, ricovero ospedaliero, terapia intensiva. L’importo viene rapportato all’aliquota di versamento della Quota B (chi versa con aliquota ridotta della metà avrà la metà dell’indennità) e sono previsti aiuti anche per i pensionati ancora attivi, entro determinati limiti di reddito annuo. 

Indennità di quarantena. Ai liberi professionisti costretti a interrompere l’attività a causa di quarantena ordinata dall’autorità sanitaria viene corrisposto un contributo sostitutivo del reddito di 82,78 euro al giorno. Ai convenzionati invece, viene erogata un’indennità per coprire i costi del sostituto o per compensare i mancati guadagni. 

Indennità per immunodepressione. Fino a due mesi di indennità sono previsti per i convenzionati in una condizione di rischio per immunodepressione, esiti di patologie oncologiche o svolgimento di relative terapie salvavita. L’indennità è calcolata sulla base dell’ultimo compenso mensile percepito per intero. 

Sussidio per le spese funerarie. Senza alcun limite di reddito personale (come previsto per il normale sussidio), l’Enpam si fa carico delle spese funerarie sostenute dai familiari dei medici deceduti per Covid. 

Maggiorazione della pensione a superstiti. Ai familiari dei medici deceduti per la pandemia l’Enpam raddoppia la maggiorazione dell’anzianità contributiva portandola fino a 20 anni, rispetto ai 10 previsti dal regolamento. Per i familiari, nel concreto, significa poter contare su una pensione indiretta più alta. 

Fuori Enpam, va poi ricordato anche il Fondo di sostegno alle vittime da Covid-19 istituito dalla Protezione Civile. Il modulo per presentare la richiesta di contributo economico è disponibile sul sito www.protezionecivile.gov.it, e potrà essere inviato tramite raccomandata A/R o via pec, all’indirizzo protezionecivile@pec.governo.it. Le istanze saranno successivamente esaminate da una Commissione, appositamente istituita con Decreto del Capo Dipartimento della protezione civile, che provvederà a redigere l’elenco dei beneficiari. L’ordinanza del Capo Dipartimento dispone che il beneficio venga corrisposto a ciascuno dei componenti superstiti del nucleo familiare – siano essi coniugi, conviventi, figli, genitori o fratelli dei deceduti – fino ad un massimo di 55.000 euro e nel limite di 15.000 euro per ogni componente del nucleo familiare che ne faccia richiesta al Dipartimento. 

Infine, aderendo a un’iniziativa promossa dalla Banca d’Italia, l’Enpam ha istituito il “Fondo di solidarietà Covid-19 – Banca d’Italia / Fondazione Enpam” per finanziare borse di studio a beneficio dei figli di tutti i medici deceduti a causa del Covid-19. Oltre alle borse di studio, il fondo erogherà anche assegni di mantenimento per coniugi e figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno. L’iniziativa si iscrive nell’ambito dei contributi concessi dalla Banca d’Italia agli enti e alle strutture ospedaliere direttamente impegnati nella gestione dell’emergenza da Covid-19. Nelle prossime settimane sarà emanato il bando ufficiale, e saranno rese note le modalità per presentare le domande.

Banca d’Italia ed Enpam in aiuto delle vittime del Covid

(da enpam.it)   Aderendo a un’iniziativa promossa dalla Banca d’Italia, l’Enpam, l’Ente previdenziale di medici e odontoiatri, ha istituito il “Fondo di solidarietà Covid-19 – Banca d’Italia / Fondazione Enpam” per finanziare borse di studio a beneficio dei figli di tutti i medici deceduti a causa del Covid-19. Oltre alle borse di studio, il fondo erogherà anche assegni di mantenimento per coniugi e figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno.

L’iniziativa si iscrive nell’ambito dei contributi concessi dalla Banca d’Italia agli enti e alle strutture ospedaliere direttamente impegnati nella gestione dell’emergenza da Covid-19. Il Fondo di solidarietà è stato costituito con il contributo da parte dell’Istituto di Palazzo Koch e sarà gestito dall’Enpam.  “Ringraziamo Banca d’Italia per la sensibilità dimostrata. Sostenere chi resta è il miglior modo per onorare chi ha sacrificato la propria vita per curare gli altri”, dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti.

DALLA PRIMARIA ALL’UNIVERSITÀ    A oggi purtroppo sono 365 i camici bianchi deceduti dopo aver contratto il Covid-19. Banca d’Italia e Fondazione Enpam intendono onorare la memoria di tutti questi medici e dentisti, attraverso un gesto concreto di riconoscenza destinato alle loro famiglie per sostenerle nella formazione scolastica e universitaria dei figli. Il valore annuo lordo delle borse di studio sarà pari a: 500 euro per la scuola primaria, 700 per la secondaria inferiore, 1.000 per la secondaria superiore e 1.500 per università ed equiparate.  Le borse sono cumulabili con altre misure esistenti e accompagneranno lo studente fino a conclusione del ciclo di studi. La convenzione tra Enpam e Banca d’Italia infatti ha una durata di cinque anni ed è rinnovabile proprio nell’ottica di consentire il completamento del percorso formativo.   Nelle prossime settimane l’Enpam pubblicherà un bando di gara ufficiale nel quale sarà specificato che le borse di studio potranno essere richieste dai figli superstiti in età scolare e universitaria (fino a 26 anni) di medici e odontoiatri che hanno perso la vita dopo aver contratto il Covid-19 durante lo stato di emergenza.

DISAGIO ECONOMICO E SOCIALE     La Convenzione prevede interventi anche in caso di situazioni di difficoltà sociale ed economica con assegni di mantenimento destinati ai figli superstiti a carico del medico o dell’odontoiatra al momento del decesso e inabili al lavoro.  Lo stesso trattamento sarà inoltre previsto per coniugi o figli in situazione di disagio economico o stato di bisogno, con un Isee familiare inferiore a 25mila euro. In questi casi l’importo, lordo e annuale, sarà pari a 2.500 euro tanto per i figli superstiti inabili al lavoro che per i coniugi o figli in acclarato disagio economico o stato di bisogno.

ALTRI DONATORI     Il Fondo Covid-19 Banca d’Italia-Fondazione Enpam potrà anche accogliere le donazioni di altri soggetti che in futuro vorranno contribuire economicamente a quest’iniziativa di solidarietà.

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