Enpam, approvate all’unanimità ultime modifiche allo Statuto prima del voto 2025-2029

(da Quotidiano Sanità)   L’Assemblea nazionale di Enpam, con 167 sì, ha approvato all’unanimità dei votanti le ultime modifiche tecniche allo Statuto, che consentiranno di avviare a breve le elezioni per il rinnovo degli organi dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri. Entro l’estate è infatti prevista l’elezione della nuova Assemblea nazionale, delle consulte e del nuovo Consiglio di amministrazione, al termine dell’attuale mandato 2020-2025. Le ultime modifiche approvate riguardano la possibilità di tenere assemblee a distanza e una norma transitoria e finale sul conteggio della durata delle cariche espletate. L’impianto del nuovo Statuto, già approvato dall’Assemblea a fine 2023, prevede una serie di novità sulla composizione degli organi, con l’aumento della componente assembleare eletta direttamente dai contribuenti, il rafforzamento della presenza femminile e una modifica ai requisiti di professionalità per facilitare l’elezione di giovani nel Cda. Cambierà anche la durata massima dei mandati, che viene accorciata da cinque a quattro anni, in sincronia con quelli della Fnomceo, mentre si potrà essere eletti tre volte e non più due volte. I prossimi rappresentanti saranno dunque in carica dal 2025 al 2029.  L’iter elettorale, che coinvolgerà circa mezzo milione di medici e dentisti attivi e pensionati, sarà avviato appena i ministeri vigilanti avranno dato il via libera alle ultime modifiche approvate.

Venti medici di famiglia del nostro OMCeO aderiscono alla convenzione con l’Università di Bologna-Sede di Forlì

Da Gennaio 2025 è operativa la convenzione tra il nostro Ordine e la Università di Bologna- sede di Forlì per quanto riguarda il tirocinio pratico-valutativo del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia. A tutti i Medici di Medicina generale era stata inviata la convenzione con preghiera di adesione, e tra tutti coloro in possesso dei requisiti richiesti dalla convenzione ben venti colleghi hanno risposto "presente" dichiarandosi disposti a ospitare nei loro studi i giovani laureandi per il periodo del tirocinio. Questi colleghi, a cui va un caloroso ringraziamento da parte di tutto il nostro Consiglio Direttivo, sono: AGOSTINI ELENA CALO' MARIO CANGIALEONI SARA FARABEGOLI LUDOVICA FIUMANA SILVIA FUSCONI MILA GALLETTI MARIA FRANCESCA GUNELLI ERICA IMMORDINO VINCENZO LOMBINI NIVES MARCINKOWSKA MALGORZATA ODORISIO MARIA PERSANO FABIO ROSSI GIAN PIERO RUFFILLI CORRADO STAMERRA ALESSANDRO TESEI ALBERTO TURRONI EMANUELA VERDECCHIA CRISTINA ZAVALLONI ANDREA Speriamo vivamente che altri colleghi decidano presto di unirsi ai primi venti "volenterosi" perché la formazione dei nuovi medici è una missione a cui dobbiamo collaborare tutti assieme  Il Consiglio Direttivo  OMCeO Forlì-Cesena

Giornata mondiale obesità, un bambino su tre è obeso per cattive abitudini

(da Doctor33)   Un bambino italiano su tre è obeso o in sovrappeso, per sedentarietà, cattive abitudini alimentari e in generale stili di vita non corretti. Una condizione che se trascurata può provocare complicanze metaboliche già in età pediatrica, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e ipertensione. Per affrontare il problema, è necessario un approccio personalizzato, basato su educazione alimentare, attività fisica e, nei casi più complessi, trattamenti farmacologici o chirurgici. Lo ricordano, in occasione della giornata mondiale dell'obesità, gli esperti del Bambino Gesù che, solo nell'ultimo anno, hanno seguito più di 1.300 bambini con problemi di peso. Tra gli interventi personalizzati, integrando alimentazione, attività fisica e training sociale e cognitivo, anche il Progetto Resilient. "È necessario affrontare il problema il più precocemente possibile - spiega Fintini, dell'unità operativa di Endocrinologia e diabetologia dell'Ospedale - Per favorire una crescita sana non servono diete, ma stimoli a cambiare lo stile alimentare e di vita in generale. L'attività fisica è importante quanto la nutrizione: i bambini e gli adolescenti dovrebbero dedicare almeno 30-60 minuti al giorno al movimento. Ma l'indicazione più importante è che quando un bambino deve cambiare regime alimentare, lo deve fare tutta la famiglia". Secondo i dati di Okkio alla Salute, il 10,9% dei bambini non fa colazione, il 36,5% la consuma in modo inadeguato e il 66,9% mangia merende troppo abbondanti. Inoltre, 1 bambino su 4 non assume quotidianamente frutta e verdura. In alcuni casi, è importante anche un supporto psicologico. "Interveniamo fin dall'inizio per comprendere le dinamiche emotive che portano il bambino a mangiare in modo errato - dichiara Chiara Carducci, dell'unità operativa di Psicologia del Bambino Gesù -. Inoltre, lavoriamo con la famiglia per aiutarla a supportare il bambino nel percorso di cambiamento". Nei casi in cui si renda necessaria la chirurgia bariatrica, la valutazione psicologica è indispensabile prima e dopo l'intervento. "Il cambiamento corporeo può essere difficile da accettare - aggiunge Carducci - Alcuni pazienti, abituati a vedersi obesi, faticano a riconoscersi dopo la perdita di peso". Quando i trattamenti non portano ai risultati sperati o quando l'obesità è già molto grave, si può ricorrere ai farmaci. "Esistono trattamenti farmacologici, come la semaglutide, che riducono l'appetito e aiutano a controllare il peso - conclude Fintini - Ma questi farmaci devono essere usati solo nei casi più complessi".

Più tempo per regolarizzare gli ECM

Nei giorni scorsi, il Senato ha approvato nuove modifiche al testo del decreto "Milleproroghe 2025", nelle quali si concede un margine ulteriore a tutti i medici per conseguire tutti gli Ecm necessari a completare la formazione dei trienni precedenti.  Il decreto dà, infatti, tempo fino al 31 dicembre 2025 per conseguire tutti i crediti Ecm per il 2020-2022. Per i trienni 2014-2016, 2017-2019 e 2020-2022 sarà possibile conseguire la certificazione dell’assolvimento dell’obbligo formativo attraverso crediti compensativi, che devono essere definiti da un provvedimento della Commissione nazionale per la formazione continua.

Sviluppo della telemedicina in Italia, a che punto siamo?

(da MSD Salute)    Il 2025, con l’arrivo dell’infrastruttura regionale e del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, sarà l’anno di svolta della telemedicina in Italia. Ne parliamo con Sergio Pillon, vicepresidente e responsabile Relazioni Istituzionali di AISDeT (Associazione Italiana della Sanità Digitale e Telemedicina). In Italia, come è stata definita la telemedicina? La Corte di Cassazione italiana ha definito la Telemedicina l’atto medico in cui erogatore sanitario e paziente non sono nello stesso luogo e le azioni mediche sono eseguite a distanza. In Italia, la telemedicina comprende quattro tipologie: la televisita, in cui medico e paziente sono collegati tramite un sistema di confernce call; il teleconsulto, durante il quale si confrontano due medici, magari il medico di medicina generale e lo specialista, in presenza o meno del paziente; la teleassistenza, che è come la televisita, ma con un professionista sanitario non medico; il telemonitoraggio, durante il quale, attraverso dei dispositivi che trasmettono ad un centro, viene controllato lo stato di salute del paziente. Nell’ambito del telemonitoraggio, a volte si esegue il telecontrollo, che sarebbe la televisita di controllo. Queste tipologie sono descritte a livello di percorsi, modelli e responsabilità, in documenti pubblicati in Gazzetta Ufficiale tra il 2022 e il 2023. In Italia, dunque, è stato colmato il vuoto normativo con regole chiare, alle quali si sono aggiunti altri documenti che hanno affinato il quadro, anche se il caso singolo va sempre interpretato. Come vengono erogate le prestazioni di telemedicina? Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), In Italia è in corso di implementazione la piattaforma nazionale di telemedicina, denominata Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT), alla quale ha aderito la maggior parte delle regioni, anche se andrà adattata. È stato definito anche il sistema che raccoglierà tutti i dati sanitari da consultare nel corso delle visite in telemedicina, che sarà il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), che già esisteva, ma era regionale, per cui non si poteva consultare da una regione all’altra e conteneva dati diversi da regione a regione. Il nuovo fascicolo (Fse 2.0) si accoppia all’IRT e si può consultare ovunque. Questi strumenti, che arriveranno entro il 2025, parleranno attraverso la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT). Tuttavia, per gli usi clinici, i dati devono essere organizzati, per cui è stato da poco approvato il decreto che definisce l’Ecosistema Dati Sanitari che, attraverso l’intelligenza artificiale e altri sistemi, permetterà al medico di estrarre le informazioni di interesse. Per avere un ecosistema in funzione, dunque, il primo step è l’attivazione del FSE 2.0. In parallelo o subito dopo sarà implementato l’Ecosistema, che attende il nullaosta del garante della privacy. A quel punto, il Profilo sanitario sintetico, che oggi fa il medico di base, sarà aggiornato con i risultati delle analisi fatte che vi confluiranno direttamente attraverso l’Ecosistema Dati Sanitari. È evidente, infatti, che la telemedicina migliora l’assistenza, ma senza dati si può fare poco. A che punto siamo nello sviluppo e quali sono le criticità? Tutto questo oggi è un progetto, tranne in alcune regioni virtuose dove questi sistemi erano attivi, per quanto parziali. In particolare, la televisita era partita durante il covid, mentre teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza sono in fase di sperimentazione. Dal prossimo mese, invece, in base a quanto ha dichiarato Agenas, usciranno le tariffe e queste prestazioni potranno essere rimborsate e, dunque, eseguite in regime Ssn, mentre finora le televisite, rimborsabili solo in alcune regioni, rientravano nell’ambito di progetti sperimentali, per lo più a livello di singole Asl.  Tra le criticità, prima di tutto bisognerebbe chiarire quando è indicato fare una televisita e quando non lo è. Attualmente, infatti, non esistono linee guida, anche perché le indicazioni cambiano da persona a persona e da malattia a malattia. Mancano, poi, a livello di Piattaforma nazionale, alcune tipologie di telemedicina, come la telerefertazione. Inoltre, c’è bisogno di formazione, sia dei medici che dei pazienti, per far capire vantaggi, opportunità e limiti, così come c’è bisogno di formazione ai direttori generali delle aziende sanitarie, affinché sino pronti al cambiamento digitale. In ultimo, non è da sottovalutare che alcuni pazienti, soprattutto quelli anziani, hanno un gap digitale da colmare; magari non hanno lo Spid o non vi sanno accedere. Quindi, ci sono tanti dettagli a cui prestare attenzione, ma l’importante è iniziare.

Malattie Rare: un webinar gratuito con esperti dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni. Un appuntamento importante per dare voce a chi convive con una malattia rara e per ribadire l’importanza della ricerca e della condivisione di conoscenze

In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare, il 28 febbraio 2025, l’AMMP – Associazione Morgagni Malattie Polmonari organizza in collaborazione con l'UO di Pneumologia dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì un webinar aperto a tutti per approfondire il tema delle malattie polmonari rare. L’evento si terrà in collegamento dall’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e vedrà la partecipazione di due esperti di rilievo: il Professor Venerino Poletti, pneumologo di fama internazionale, Professore Alma Mater Studiorum Bologna e Direttore UO Pneumologia Ospedale Morgagni-Pierantoni, e la Professoressa Claudia Ravaglia, specialista in malattie polmonari rare. Si parlerà di diagnosi precoce, ricerca scientifica e percorsi di cura, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico e offrire informazioni utili a pazienti, familiari e operatori sanitari. "Noi Malati Rari - dichiara Achille Abbondanza, paziente affetto da IPF - , siamo pochi e combattiamo contro la solitudine e l'incomprensione. Difatti, una malattia è rara se colpisce meno dello 0,050% della popolazione, quindi, per noi, in questa giornata è importante fare sentire la nostra voce perché solo uniti potremo cambiare il futuro". "Grazie alla Ricerca Scientifica - sottolinea Venerino Poletti, Direttore UO Pneumologia dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni - tanti passi sono stati fatti negli ultimi 20 anni sulle malattie rare, ma la strada è ancora lunga e serve continuare su questa strada investendo sulla ricerca per cercare soluzioni a favore dei pazienti affetti da malattie rare polmonari". "AMMP ODV fin dalla sua fondazione - specifica Matteo Buccioli, Presidente di Associazione Morgagni Malattie Polmonari - si impegna a sostenere la ricerca scientifica, promuovere la prevenzione e supportare i pazienti. Giornate come questa, grazie alla collaborazione con l'UO di Pneumologia di Forlì, sono momenti importanti che ci permettono di essere ancora una volta al servizio dei pazienti. Il webinar, gratuito e aperto a tutti, vuole essere un momento di confronto per chiunque voglia approfondire questi temi con il supporto di esperti del settore. Per maggiori informazioni e per partecipare all’incontro online, è possibile contattare la segreteria di AMMP all’indirizzo segreteria@ammpforlung.it o visitare il sito www.ammpforlung.it.  

Violenza contro le donne. Dentisti sentinelle per intercettarla

(da Quotidiano Sanità)    Sensibilizzare e formare i professionisti dentisti e odontoiatri affinché possano riconoscere i segnali di violenza contro le donne e intervenire nel modo più appropriato.  È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella e il Presidente nazionale ANDI – Associazione nazionale dentisti italiani, Carlo Ghirlanda. Dentisti e odontoiatri, infatti, possono svolgere un ruolo cruciale nel rilevare casi di violenza sulle donne grazie alla loro posizione particolarmente indicata per notare segni fisici che potrebbero indicare abusi, traumi ripetuti, fratture e lesioni alla mascella, alle ossa del viso, ai denti o ai tessuti molli della bocca e, adeguatamente formati, potrebbero intercettare e agire tempestivamente per impedire tragici epiloghi. Inoltre, al fine di dare supporto alle donne vittime di violenza, il Dipartimento per le pari opportunità metterà in rete dentisti ed odontoiatri con i servizi di supporto alle vittime, come il numero di pubblica utilità 1522 e i Centri Anti Violenza (Cav). “Nei casi di violenza cogliere i segnali, intercettarli tempestivamente, può essere essenziale per salvare una vita. In questa battaglia quindi è molto importante il coinvolgimento delle professionalità che più facilmente possono entrare in contatto con le vittime, sia per svolgere un’opera di sensibilizzazione, sia per accorgersi di situazioni che sono la spia di qualcosa che non va - dichiara la ministra Roccella -. Per questo stiamo investendo molto sulla formazione degli operatori, e il protocollo con l’associazione dei dentisti va esattamente in questa direzione. Sapere come approcciarsi alle donne vittime di violenza può essere determinante per spezzare il ciclo prima dell’irreparabile”. “Questo Protocollo rappresenta la sintesi del percorso che l'Associazione nazionale dentisti italiani ha intrapreso da tempo, nella ferma convinzione dell’impegno degli odontoiatri associati ANDI a tutela della persona e a conferma della sensibilità dell’Associazione verso un tema così importante e delicato - dichiara Carlo Ghirlanda, Presidente nazionale ANDI - Siamo onorati del lavoro di squadra svolto con la Ministra Roccella e che vedrà gli oltre 28.000 odontoiatri ANDI impegnati nel promuovere, sostenere e sensibilizzare i termini sanciti dal documento sottoscritto, per sviluppare una rete di supporto che favorisca il contatto tra le vittime, i servizi sociali e il numero di pubblica utilità 1522”.

Nuovo rinvio per la Fattura Elettronica alle persone fisiche

Nei giorni scorsi, il Senato aveva approvato alcune modifiche al testo del decreto "Milleproroghe 2025", che era stato varato lo scorso dicembre dal Governo. Il testo base approvato dal Consiglio dei ministri aveva inizialmente esteso fino al 31 marzo 2025 il divieto per medici e dentisti dall’emissione delle fatture elettroniche direttamente ai pazienti “fisici”. Il testo modificato, approvato dal Senato e poi dalla Camera, ha quindi prolungato tale periodo fino al 31 dicembre 2025.  Perciò, per tutto l’anno in corso, medici e dentisti dovranno continuare a emettere la fattura cartacea ai pazienti in carne ed ossa. E solo a loro, mentre le fatture emesse per altre prestazioni libero-professionali (ad esempio nei confronti di pubbliche amministrazioni, società e altri soggetti con partita Iva) devono essere in formato digitale e passare per il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate.

Qualche minuto al giorno di sforzo fisico intenso è ‘salvacuore’

(da DottNet)    Qualche minuto al giorno di attività fisica intensa mette al riparo il cuore. Uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine mostra che le donne che includono nella loro routine giornaliera brevi periodi di attività fisica intensa vedono il loro rischio di problemi cardiovascolari ridursi del 45% rispetto alle donne che non ne fanno. E questi momenti di attività possono essere davvero brevi, spiega Emmanuel Stamatakis, epidemiologo presso l'Università di Sydney: solo 20-30 secondi di intenso sforzo fisico eseguiti più volte nel corso della giornata. In passato lo stesso gruppo di ricerca ha dimostrato che brevi sessioni di attività fisica riducono il rischio di morte per qualsiasi causa di quasi il 40%. Nel nuovo studio, il team ha voluto esaminare problemi cardiovascolari specifici come l'infarto, l'insufficienza cardiaca e l'ictus, nonché le differenze tra uomini e donne.  Il team ha analizzato i dati di oltre 22.000 persone di 40-69 anni che hanno dichiarato di non fare attività fisica nel tempo libero. I partecipanti hanno indossato un dispositivo di tracciamento del movimento per una settimana e i ricercatori hanno annotato i loro problemi di salute negli otto anni successivi, in media.   Di 969 donne che non hanno svolto alcuna attività fisica intensa, 52 hanno poi avuto un problema cardiovascolare importante. Ma le donne che hanno svolto circa 3,4 minuti al giorno in totale di questa attività hanno visto il loro rischio quasi dimezzarsi. Stamatakis e i suoi colleghi hanno scoperto che anche solo uno o due minuti di attività fisica giornaliera riducevano il rischio di infarto del 33%.   I ricercatori hanno riscontrato benefici cardiaci minori negli uomini. In generale, però, è utile fare un po' di sforzo cardiaco e di respiro nel quotidiano, ad esempio anche solo parcheggiando un po' più lontano dalla propria meta, fare le scale o persino portare a spasso il cane. Il segreto è "incorporare il maggior numero possibile di scatti qua e là", conclude Stamatakis.  

Immunità di…. genere

(da Internazionale e New Scientist)   Il sistema immunitario invecchia in modo diverso nelle donne e negli uomini.  Lo rivela una ricerca che ha analizzato 1,3 milioni di cellule da 900 campioni di sangue di cittadini australiani di età compresa tra 19 e 97 anni, suddivisi per sesso biologico. I risultati, pubblicati su bioRxiv e in fase di revisione, mostrano che con l’avanzare dell’età le donne presentano una maggiore quantità di cellule T killer di un particolare sottotipo. I linfociti T sono cellule immunitarie programmate per riconoscere ed eliminare elementi estranei all’organismo, come batteri, virus o tessuti. Inoltre, la diversa senescenza del sistema immunitario tra i due sessi sembra essere collegata a specifiche varianti genetiche. Questo potrebbe spiegare perché le donne siano più protette dalle infezioni, ma allo stesso tempo più predisposte ad alcune malattie autoimmuni. I ricercatori concludono che questo studio può aiutare lo sviluppo di interventi specifici e personalizzati sulla base del genere e dell’età.

L’uso regolare filo interdentale riduce il rischio di ictus

(da AGI) L''utilizzo regolare di filo interdentale, una o più volte alla settimana, potrebbe ridurre il rischio di ictus ischemici, causati da un coagulo di sangue, e di ictus associato a un battito cardiaco irregolare come la fibrillazione atriale (FA), secondo uno studio del Prisma Health Richland Hospital e della University of South Carolina School of Medicine a Columbia, Stati Uniti, che sarà presentato all''International Stroke Conference 2025 dell''American Stroke Association a Los Angeles (5-7 febbraio 2025). I benefici dell''uso regolare del filo interdentale, un''abitudine sana, conveniente, facile da adottare e accessibile ovunque e preventiva per molte patologie della bocca e altre problematiche, possono essere indipendenti dallo spazzolamento dei denti e da altre abitudini di igiene orale, come le visite regolari dal dentista. In particolare questo studio ha voluto indagare se il filo interdentale avesse maggiori benefici nella prevenzione dell''ictus. Lo studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), una delle prime indagini su larga scala condotte negli Stati Uniti, ha valutato l''uso del filo interdentale, tramite un questionario, in oltre 6.000 persone, di cui l''82% adulti bianchi e il 18% adulti neri, 55% donne, con età media di 62 anni in cui erano stati esclusi persone senza denti, impianti dentali, malattie cardiache, trapianto di organi, articolazioni artificiali, valvola cardiaca impiantata o stent o intervento chirurgico importante. I risultati evidenziano che fra gli abituali utilizzatori di filo interdentale, 4.092 non avevano avuto un ictus e 4.050 non avevano ricevuto una diagnosi di FA. Ai partecipanti è stato chiesto anche se avessero ipertensione, diabete, colesterolo alto, abitudini al fumo, indice di massa corporea, istruzione, spazzolatura regolare e visite regolari dal dentista. Durante i 25 anni di follow-up, 434 partecipanti hanno manifestato un ictus, di cui 147 erano coaguli cerebrali nelle arterie più grandi, 97 coaguli dovuti a causa cardiaca e 95 riferiti a indurimento delle arterie più piccole. Mentre 1.291 avevano sviluppato o sofferto di FA. I dati mostrano che l''uso del filo interdentale si associa a un rischio inferiore del 22% di ictus ischemico, del 44% di ictus cardioembolico (coaguli di sangue dal cuore) e del 12% di FA.

Nasce in Romagna la farmacia oncologica, 16,5 mln investimento

(da AGI)  Un modello nazionale ed europeo prende forma in Romagna con l''inaugurazione della Farmacia oncologica, una struttura all''avanguardia per ritrovati ingegneristici e contenuto tecnologico, interamente dedicata alla produzione di farmaci oncologici e radiofarmaci terapeutici sperimentali per l''Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori" IRST IRCCS e AUSL della Romagna. Grazie ad un investimento complessivo di oltre 16,5 milioni di euro, il nuovo polo - si legge in una nota -  situato a Meldola (Forlì) a poche centinaia di metri da IRST, rappresenta un deciso passo verso una sanità ritagliata sulle esigenze cliniche di ogni singolo paziente, più sicura, sostenibile e tecnologicamente avanzata. La nuova struttura, nei 2.000 metri quadri distribuiti su quattro piani, vede concentrarsi un apparato tecnologico unico nel panorama nazionale, composto da tre robot per l'allestimento automatizzato dei farmaci oncologici (in Europa il solo Institut Gustave Roussy di Villejuif, Francia conta lo stesso numero), strumentazioni per studi di stabilità, un isolatore per la preparazione di terapie a base di microrganismi geneticamente modificati (MOGM), oltre ad un sistema di produzione automatizzata di farmaci ancillari in monodoseUna dotazione che, unita alle alte competenze dell''equipe di professioniste e professionisti impiegati - 50 tra farmacisti e tecnici di produzione - consente alla Farmacia Oncologica di assicurare percorsi oncologici personalizzati, automatizzare l''80% degli allestimenti, riducendo così il rischio di errori e ottimizzando i costi. A pieno regime, la Farmacia oncologica sarà in grado di gestire oltre 100.000 preparati oncologici all''anno, garantendo la centralizzazione dei processi e una maggiore omogeneità nei trattamenti per i pazienti dell''IRST e dell''AUSL Romagna. Parte integrante del progetto è il servizio di counseling, pensato per supportare i pazienti nella gestione delle terapie orali a domicilio, con l''obiettivo di migliorare l''aderenza ai trattamenti.Infrastruttura strategica della nuova Farmacia, è l'Officina radiofarmaceutica, la prima struttura ospedaliera autorizzata da AIFA (settembre 2024) alla produzione di radiofarmaci sperimentali terapeutici. L'Officina dispone di 2 linee di produzione automatizzate con celle schermate, moduli di sintesi, dispensatori di dose automatizzati e la strumentazione necessaria per effettuare il controllo di qualità dei radiofarmaci prodotti. In particolare, l'Officina è in grado di realizzare radioligandi terapeutici utilizzati nell''ambito di sperimentazioni cliniche per il trattamento di tumori secondo un approccio teragnostico, l''approccio che combina diagnosi e terapia in un unico processo. Questa produzione è destinata sia alla Medicina Nucleare IRST sia ad altri centri regionali e nazionali.

Burnout, colpito 1 medico su 2. A febbraio D-Day per denunciare aziende inadempienti

(da Doctor33)   "Il burnout non è una moda, ma una realtà drammatica che colpisce oltre metà dei medici italiani." Lo afferma Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, il principale sindacato dei medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, citando i dati ufficiali del Ministero della Salute e dell'OCSE, che indicano come il 51% dei medici sia affetto da questa sindrome. Di Silverio interviene con forza per respingere le insinuazioni di un articolo che, secondo lui, minimizza il problema e mette in dubbio la legittimità delle testimonianze dei medici. Ecco perché annuncia l'organizzazione di un "D-Day" questo mese, una giornata durante la quale saranno presentate denunce contro le aziende sanitarie che non rispettano le norme sulla sicurezza sul lavoro e che causano stress lavoro-correlato. "Parlare di burnout è pericoloso", sottolinea Di Silverio, "perché significherebbe ammettere che metà dei medici non è in grado di curare. Ma è più facile accusare i medici di opportunismo, facendo credere alla popolazione che il problema dell’accesso alle cure non sia dovuto ai decenni di disinvestimenti nella sanità, ma ai medici stessi". Secondo questa narrativa, prosegue il segretario, i medici vengono dipinti come "pazienti psichiatrici o lavativi megalomani e masochisti che fingono di essere in burnout per attirare l'attenzione". In occasione del D-Day “denunceremo le condizioni di lavoro disastrose in cui migliaia di professionisti si trovano ogni giorno a operare. Burocrazia, aggressioni, tecnologie obsolete e obblighi amministrativi che non ci appartengono: questi sono i veri nemici della sanità", conclude Di Silverio.

INPS pubblica due nuovi tutorial per il nuovo certificato introduttivo

Facendo seguito alle pressanti richieste degli Ordini dei Medici delle nove provincie italiane che stanno sperimentando il nuovo percorso della Domanda di Disabilità ai sensi della Legge 62/2024, nella giornata di ieri, 13 Febbraio, INPS ha pubblicato due nuovi tutorial relativi al Nuovo Certificato Introduttivo.  Questi tutorial sono relativi al meccanismo di Allegazione documenti e al funzionamento della Firma Digitale, e possono essere consultati qui sotto: Tutorial_firma_digitale Tutorial_allegazione_documentazione_sanitaria  

Assunzioni e incompatibilità dei medici specializzandi. Da Anaao Giovani e Als un vademecum per saperne di più

(da Quotidiano Sanità)   Questo vademecum, destinato non solo ai medici specializzandi, ma anche alle aziende sanitarie pubbliche e private, si è reso necessario a seguito delle modifiche introdotte dalla manovra economica 2025. Per semplificare la lettura il vademecum offre un excursus delle norme e una FAQ per risolvere possibili dubbi, oltre a un modello di richiesta che le aziende dovranno inviare ai ministeri competenti per procedere all’accreditamento delle strutture. Scarica il Vademecum a questo LINK.

Requisiti per la pensione Enpam 2025

(da Enpam.it)   Anno nuovo, ma le regole per andare in pensione con l’Enpam non cambiano. A inizio 2025 è utile ribadire i requisiti di età e anzianità contributiva, in una breve guida per chi progetta di andare in pensione nell’anno in corso.  Bisogna ricordare che il trattamento Enpam si compone prima di tutto di una pensione di base, di Quota A, che si matura con la contribuzione che versano tutti i medici e dentisti e che spetta quindi a tutti gli iscritti all’Ordine.  A questa, si aggiunge un’eventuale altra quota che è calcolata sui contributi versati in base all’attività professionale specifica svolta nel corso della carriera: medicina generale, specialistica ambulatoriale, specialistica esterna, libera professione.  È bene premettere che, requisiti specifici a parte, per ricevere una pensione Enpam è necessario essere in regola con il versamento dei contributi. PER TUTTI I MEDICI E DENTISTI Può fare domanda per il trattamento legato alla Quota A chi ha maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata.  La pensione di vecchiaia ha come requisito il raggiungimento dei 68 anni di età e condizione necessaria è avere almeno 5 anni di anzianità contributiva.    I requisiti per la pensione anticipata si maturano, invece, a 65 anni, per chi opta per il metodo di calcolo interamente contributivo, entro il mese del sessantacinquesimo compleanno. Occorre comunque essere ancora iscritti alla gestione e avere almeno 20 anni di contribuzione. PER I MEDICI CONVENZIONATI I medici convenzionati, oltre che alla Quota A, hanno versato i loro contributi al Fondo Enpam della medicina convenzionata e accreditata. Chi ha svolto attività come medico di famiglia, pediatra di libera scelta, specialista ambulatoriale o esterno, medico della medicina dei servizi, guardia medica, medico fiscale oppure medico convenzionato esterno Inps può scegliere tra tre modalità per andare in pensione, una volta cessata l’attività in convenzione.  A 68 anni per la pensione di vecchiaia oppure a 62 anni per il trattamento anticipato. Per quest’ultimo è necessario avere maturato almeno 35 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta e 30 anni di anzianità laurea.  Oppure, come terza opzione, è possibile andare in quiescenza indipendentemente dall’età, con 42 anni di contribuzione effettiva, riscattata e ricongiunta e 30 anni di anzianità laurea.  Per i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali è anche possibile andare in pensione con il sistema dell’App, l’Anticipo della prestazione previdenziale dell’Enpam. PER I LIBERI PROFESSIONISTI I medici e dentisti che nella loro carriera hanno svolto libera professione, versando contributi alla Quota B, maturano il trattamento pensionistico a 68 anni, purché abbiano almeno 5 anni di anzianità contributiva sulla Quota A.  In alternativa, è possibile optare per pensione anticipata di Quota B. I requisiti sono analoghi a quelli del Fondo della medicina convenzionata e cioè: 62 anni di età, almeno 35 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta, e 30 anni di anzianità laurea.   Anche in questo caso, possono chiedere la pensione senza il requisito dell’età minima gli iscritti che hanno maturato un’anzianità di laurea di 30 anni e 42 anni di contribuzione effettiva, riscattata o ricongiunta.

I rischi della disinformazione sanitaria

(da M.D.Digital)  'The Lancet', in un recente editoriale (Volume 405, Issue 10474 p173 January 18, 2025) ha posto l'attenzione sulle ricadute che possono avere i contenuti fuorvianti dei social media su questioni cliniche, terapeutiche e sanitarie sottolineando che la cattiva informazione in questi campi rappresenta una vera e propria minaccia per la salute pubblica. "Il senso di ansia e urgenza, unito all’aumento dell’uso dei social media e alle interpretazioni politicamente cariche della pandemia - si legge nell'editoriale -  hanno favorito la diffusione di una serie di affermazioni fuorvianti sul virus e sulle contromisure mediche. La disinformazione sanitaria è stata utilizzata come arma di propaganda, sfruttando la paura, minando la fiducia del pubblico e ostacolando l’azione collettiva nei momenti critici". I contenuti fuorvianti dei social media che pervadono le informazioni sulla prevenzione e il trattamento di patologie importanti, come per esempio il cancro,  potrebbero portare i pazienti ad abbandonare trattamenti basati sull’evidenza in favore di alternative sostenute da influencer. Per The Lancet questa minaccia non è presa abbastanza sul serio dalle aziende tecnologiche come per esempio mostra  la recente decisione di Meta di porre fine al fact-checking che, sebbene non possa eliminare completamente il materiale inaccurato,  la sua rimozione aprirebbe le porte a contenuti dannosi. Ma per combattere la disinformazione sanitarie è necessario saper affrontare la manipolazione intenzionale e il modo in cui gli algoritmi dirigono l’attenzione delle persone, lasciando gli individui a navigare da soli in un complesso mix di scienza e finzione.  La lotta alla disinformazione andrebbe realizzata con un "approccio sistematico simile a quello di frenare la diffusione di agenti infettivi: trovare e contenere la fonte; identificare in modo proattivo i più vulnerabili ai suoi effetti; e immunizzare la popolazione contro le false affermazioni fornendo risorse educative chiare. Non può essere lasciato a sforzi individuali e volontari". Secondo The lancet  i governi e i comunicatori scientifici devono sforzarsi di garantire che i messaggi sulla salute pubblica siano rilevanti per l’individuo; non solo fornire informazioni accurate, ma anche promuovere un ambiente di fiducia e comprensione e riconoscere aree di incertezza e incognite. Anche la comunità medica ha un ruolo chiave. "La cattiva informazione e la disinformazione - si legge a conclusione dell'editoriale - non possono più essere viste semplicemente come un fastidio accademico, ma piuttosto come una minaccia per la società. Solo se riconosciamo questa minaccia e agiamo in modo proporzionato possiamo rispondere al pericolo e combattere l’ondata di disinformazione che ha il potenziale di minare seriamente la salute pubblica".
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